Dagli anni Trenta ai nostri anni Duemila: com’è cambiata la rappresentazione del rapporto tra madre e figlia nel cinema italiano? Cosa “tramanda” una madre ad una figlia e come si relaziona la figlia con il lascito di una vita fatta troppo spesso di negazione e di obbedienza al patriarcato? Ricostruendo alcune tappe significative nell’evoluzione del concetto di maternità e della sua elaborazione simbolica, l’articolo propone l’analisi di un corpus scelto di film, che vanno dalla commedia del periodo fascista, in cui il rapporto madre-figlia sembra davvero assente dall’orizzonte cinematografico italiano, al ritratto materno che Alina Marazzi ci restituisce con dolore in Un’ora sola ti vorrei (2002).
Di madre in figlia, in Italia, cinema di famiglie. Storia, generi, modelli, a cura di Luca Malavasi / Masecchia, Anna. - In: QUADERNI DEL CSCI. - ISSN 1885-1975. - 9(2013), pp. 237-240.
Di madre in figlia, in Italia, cinema di famiglie. Storia, generi, modelli, a cura di Luca Malavasi
MASECCHIA, ANNA
2013
Abstract
Dagli anni Trenta ai nostri anni Duemila: com’è cambiata la rappresentazione del rapporto tra madre e figlia nel cinema italiano? Cosa “tramanda” una madre ad una figlia e come si relaziona la figlia con il lascito di una vita fatta troppo spesso di negazione e di obbedienza al patriarcato? Ricostruendo alcune tappe significative nell’evoluzione del concetto di maternità e della sua elaborazione simbolica, l’articolo propone l’analisi di un corpus scelto di film, che vanno dalla commedia del periodo fascista, in cui il rapporto madre-figlia sembra davvero assente dall’orizzonte cinematografico italiano, al ritratto materno che Alina Marazzi ci restituisce con dolore in Un’ora sola ti vorrei (2002).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.