Per molto tempo, in Europa, il tema dell’ Antico, prima di ipostatizzarsi nelle immagini di rovine in età moderna, rimanda a una dimensione eminentemente ideologica, sostanzialmente lontana dall’indagine su città e paesaggi segnati dalla storia. Anche nello specchio dell’Italia medievale, un territorio così diffusamente marcato da sedimentate civiltà, erano soprattutto le valenze commerciali, produttive o religiose a richiamare l’attenzione di mercanti e pellegrini verso territori e centri urbani descritti o solo citati in cronache e corrispondenze dove eventuali riferimenti antiquari indicano al più le antiche strade consolari e luoghi legati alla memoria dei martiri e santi cristiani. L’idea della Città Eterna, per quanto imperituro modello politico e amministrativo, almeno fino al XV secolo, è di per sé infatti un’astrazione, un’idea sostanzialmente estranea alla consistenza fisica dei suoi edifici di età imperiale e del suo paesaggio urbano. Al pari di Roma, paesaggio di rovine era anche quello a occidente di Napoli, i Campi Flegrei, dove tuttavia, grazie a un fiorente termalismo, memoria dei balnea di età imperiale, già durante il medioevo quelle rovine continuavano ad attrarre nobili e pellegrini qualificando quel territorio come un eccezionale exemplum Naturae et Artis in un periodo in cui gran parte degli altri luoghi più tardi canonizzati come laboratori dell’Antico erano poco più di un remoto altrove.

Paesaggi dell’Antico in età medievale e moderna: l’exemplum flegreo/ Antique landscapes in the Middle and Modern Age: the phlegraean exemplum / DI LIELLO, Salvatore. - Tomo I:(2016), pp. 45-57. [10.17455/99930-01-4/03]

Paesaggi dell’Antico in età medievale e moderna: l’exemplum flegreo/ Antique landscapes in the Middle and Modern Age: the phlegraean exemplum

DI LIELLO, SALVATORE
2016

Abstract

Per molto tempo, in Europa, il tema dell’ Antico, prima di ipostatizzarsi nelle immagini di rovine in età moderna, rimanda a una dimensione eminentemente ideologica, sostanzialmente lontana dall’indagine su città e paesaggi segnati dalla storia. Anche nello specchio dell’Italia medievale, un territorio così diffusamente marcato da sedimentate civiltà, erano soprattutto le valenze commerciali, produttive o religiose a richiamare l’attenzione di mercanti e pellegrini verso territori e centri urbani descritti o solo citati in cronache e corrispondenze dove eventuali riferimenti antiquari indicano al più le antiche strade consolari e luoghi legati alla memoria dei martiri e santi cristiani. L’idea della Città Eterna, per quanto imperituro modello politico e amministrativo, almeno fino al XV secolo, è di per sé infatti un’astrazione, un’idea sostanzialmente estranea alla consistenza fisica dei suoi edifici di età imperiale e del suo paesaggio urbano. Al pari di Roma, paesaggio di rovine era anche quello a occidente di Napoli, i Campi Flegrei, dove tuttavia, grazie a un fiorente termalismo, memoria dei balnea di età imperiale, già durante il medioevo quelle rovine continuavano ad attrarre nobili e pellegrini qualificando quel territorio come un eccezionale exemplum Naturae et Artis in un periodo in cui gran parte degli altri luoghi più tardi canonizzati come laboratori dell’Antico erano poco più di un remoto altrove.
2016
978-88-99930-00-4
Paesaggi dell’Antico in età medievale e moderna: l’exemplum flegreo/ Antique landscapes in the Middle and Modern Age: the phlegraean exemplum / DI LIELLO, Salvatore. - Tomo I:(2016), pp. 45-57. [10.17455/99930-01-4/03]
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