Nell’epoca della fine delle grandi narrazioni, della “crisi della ragione”(Gargani, 1979, 2009), del relativismo debolista post-moderno, della decostruzione, del prevalere dell’interpretazione sui fatti, della de-realizzazione, della postmetropoli, della post- o sur- modernità ha ancora senso interrogarsi sull’architettura della ragione? E, in senso ancora più specifico, ha ancora senso mettere in questione una possibile linea di continuità del pensiero razionale all’interno del dibattito architettonico italiano dalla stagione del razionalismo eroico a oggi attraversandone gli snodi, in rapporto anche agli scambi tra la cultura italiana e quella tedesca? Queste le Grundsatzfragen che hanno mosso questo numero di EdA e che raccoglie solo alcuni dei numerosi contributi pervenuti. Nella Call si chiedeva appunto di argomentare attorno ad alcuni nodi problematici posti in quella stagione inaugurante e via via declinati in successive fasi salienti della cultura italiana, già altrove indagati (Capozzi, Visconti, 2008, 2009; Capozzi, 2015), con significativi scambi con le parallele elaborazioni in ambito europeo e tedesco in particolare: da qui inoltre l’esigenza di avere due illustri prefazioni a firma di Uwe Schröder e Carlo Moccia, che ancora ringrazio per i loro stimolanti contributi e ragionamenti. Punti di vista di due architetti e teorici della stessa generazione - uno tedesco e l’altro italiano - impegnati, come molti altri (Simioni, Tognon, Toscano, 2012), nella Scuola e nella pratica del progetto, notevolmente comparabili riguardo al senso e ai possibili caratteri di un rinnovato approccio razionale e condiviso al progetto. La Call metteva in tensione varie polarità nell’intento, tutt’altro che nostalgico, di guardare all’oggi e di caratterizzare per il Modus hodiernus un auspicabile punto di vista razionale per il progetto di architettura e per l’architettura della città.

Razionalismo italiano e oltre / Capozzi, Renato. - 3:(2016), pp. 13-15. [10.4399/97888548991863]

Razionalismo italiano e oltre

CAPOZZI, RENATO
2016

Abstract

Nell’epoca della fine delle grandi narrazioni, della “crisi della ragione”(Gargani, 1979, 2009), del relativismo debolista post-moderno, della decostruzione, del prevalere dell’interpretazione sui fatti, della de-realizzazione, della postmetropoli, della post- o sur- modernità ha ancora senso interrogarsi sull’architettura della ragione? E, in senso ancora più specifico, ha ancora senso mettere in questione una possibile linea di continuità del pensiero razionale all’interno del dibattito architettonico italiano dalla stagione del razionalismo eroico a oggi attraversandone gli snodi, in rapporto anche agli scambi tra la cultura italiana e quella tedesca? Queste le Grundsatzfragen che hanno mosso questo numero di EdA e che raccoglie solo alcuni dei numerosi contributi pervenuti. Nella Call si chiedeva appunto di argomentare attorno ad alcuni nodi problematici posti in quella stagione inaugurante e via via declinati in successive fasi salienti della cultura italiana, già altrove indagati (Capozzi, Visconti, 2008, 2009; Capozzi, 2015), con significativi scambi con le parallele elaborazioni in ambito europeo e tedesco in particolare: da qui inoltre l’esigenza di avere due illustri prefazioni a firma di Uwe Schröder e Carlo Moccia, che ancora ringrazio per i loro stimolanti contributi e ragionamenti. Punti di vista di due architetti e teorici della stessa generazione - uno tedesco e l’altro italiano - impegnati, come molti altri (Simioni, Tognon, Toscano, 2012), nella Scuola e nella pratica del progetto, notevolmente comparabili riguardo al senso e ai possibili caratteri di un rinnovato approccio razionale e condiviso al progetto. La Call metteva in tensione varie polarità nell’intento, tutt’altro che nostalgico, di guardare all’oggi e di caratterizzare per il Modus hodiernus un auspicabile punto di vista razionale per il progetto di architettura e per l’architettura della città.
2016
9788854899186
Razionalismo italiano e oltre / Capozzi, Renato. - 3:(2016), pp. 13-15. [10.4399/97888548991863]
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