Il contributo, attraverso l’illustrazione di un ampio repertorio storico-iconografico tratto dall’archivio del CIRICE - Centro Interdipartimentale di Ricerca sull’Iconografia della Città Europea dell’Università di Napoli, descrive il ruolo e l’attività degli ordini monastici all’interno della politica urbanistica promossa nella capitale del viceregno spagnolo durante i secoli XVI e XVII, nonché le conseguenze sul successivo sviluppo della città. Con riferimento a testimonianze documentarie e grafiche dell’Archivio di Stato di Napoli e dell’Archivio Storico Municipale, si accenna alle operazioni edilizie condotte sulla proprietà conventuale all’interno e fuori dalla nuova cinta muraria di don Pedro de Toledo a partire dalla seconda metà del Cinquecento fino a tutto il Seicento, in completa assenza di un piano regolatore e, quindi, di un disegno urbanistico generale, al di là dei programmi strategico-militari del governo spagnolo. Il Tribunale della Fortificazione, Acqua e Mattonata, istituito con il compito di controllare l’attività costruttiva e l’occupazione dei suoli, concederà invece, quasi sempre, i permessi di edificazione o attuerà continui ‘condoni’ edilizi, al punto che, come si rileva nelle carte dell’Archivio Municipale, sui suoli di proprietà di nobili ed ecclesiastici crescerà una ‘città nella città’ e si farà sempre più grave la condizione dei ceti meno abbienti. Anche al di fuori delle mura urbane, in aree sino ad allora facenti parte del suburbio e del territorio dei casali, la ‘città dei borghi’ vede la realizzazione, da parte degli ordini monastici, di imponenti opere di architettura, chiese e conventi, che sorgeranno nel rispetto delle nuove tipologie della Controriforma, segnando il panorama di Napoli con maestose cupole e imponenti campanili. Alla vicenda progettuale di queste opere è legata l’attività di grandi architetti che, nel corso della stagione barocca, daranno alla città il volto e il colore che, in buona parte, tuttora conserva. La documentazione presente nel fondo Monasteri soppressi dell’Archivio di Stato di Napoli offre oggi, anche con l’ausilio dei nuovi strumenti della grafica digitale, l’opportunità di un’indagine relativa alla formazione, in età vicereale, di intere parti del tessuto edilizio storico, permettendo di ricostruire il tracciato delle lottizzazioni, delle strade e dei larghi aperti a supporto dell’attività costruttiva dei conventi e dei nobili. Ne scaturisce un disegno in gran parte inedito della città vicereale, ‘fuori dal coro’ del più noto repertorio iconografico sulla città.

Il ruolo della proprietà monastica nelle trasformazioni della capitale del viceregno spagnolo in Italia attraverso l’iconografia storica / Buccaro, Alfredo. - II:(2016), pp. 947-973.

Il ruolo della proprietà monastica nelle trasformazioni della capitale del viceregno spagnolo in Italia attraverso l’iconografia storica

BUCCARO, ALFREDO
2016

Abstract

Il contributo, attraverso l’illustrazione di un ampio repertorio storico-iconografico tratto dall’archivio del CIRICE - Centro Interdipartimentale di Ricerca sull’Iconografia della Città Europea dell’Università di Napoli, descrive il ruolo e l’attività degli ordini monastici all’interno della politica urbanistica promossa nella capitale del viceregno spagnolo durante i secoli XVI e XVII, nonché le conseguenze sul successivo sviluppo della città. Con riferimento a testimonianze documentarie e grafiche dell’Archivio di Stato di Napoli e dell’Archivio Storico Municipale, si accenna alle operazioni edilizie condotte sulla proprietà conventuale all’interno e fuori dalla nuova cinta muraria di don Pedro de Toledo a partire dalla seconda metà del Cinquecento fino a tutto il Seicento, in completa assenza di un piano regolatore e, quindi, di un disegno urbanistico generale, al di là dei programmi strategico-militari del governo spagnolo. Il Tribunale della Fortificazione, Acqua e Mattonata, istituito con il compito di controllare l’attività costruttiva e l’occupazione dei suoli, concederà invece, quasi sempre, i permessi di edificazione o attuerà continui ‘condoni’ edilizi, al punto che, come si rileva nelle carte dell’Archivio Municipale, sui suoli di proprietà di nobili ed ecclesiastici crescerà una ‘città nella città’ e si farà sempre più grave la condizione dei ceti meno abbienti. Anche al di fuori delle mura urbane, in aree sino ad allora facenti parte del suburbio e del territorio dei casali, la ‘città dei borghi’ vede la realizzazione, da parte degli ordini monastici, di imponenti opere di architettura, chiese e conventi, che sorgeranno nel rispetto delle nuove tipologie della Controriforma, segnando il panorama di Napoli con maestose cupole e imponenti campanili. Alla vicenda progettuale di queste opere è legata l’attività di grandi architetti che, nel corso della stagione barocca, daranno alla città il volto e il colore che, in buona parte, tuttora conserva. La documentazione presente nel fondo Monasteri soppressi dell’Archivio di Stato di Napoli offre oggi, anche con l’ausilio dei nuovi strumenti della grafica digitale, l’opportunità di un’indagine relativa alla formazione, in età vicereale, di intere parti del tessuto edilizio storico, permettendo di ricostruire il tracciato delle lottizzazioni, delle strade e dei larghi aperti a supporto dell’attività costruttiva dei conventi e dei nobili. Ne scaturisce un disegno in gran parte inedito della città vicereale, ‘fuori dal coro’ del più noto repertorio iconografico sulla città.
2016
9788416460045
9788416460069
Il ruolo della proprietà monastica nelle trasformazioni della capitale del viceregno spagnolo in Italia attraverso l’iconografia storica / Buccaro, Alfredo. - II:(2016), pp. 947-973.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/661473
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