La forza di Scampia nasce dall’abilità di una minoranza virtuosa di abitanti e operatori di attivare routine con effetti di cura nello spazio fisico, germogliando semi di riscatto e innescando forme di apprendimento che, radicandosi, hanno prodotto coinvolgimenti a catena. Lo sforzo corale fatto da Scampia per trasformare creativamente la sua storia di quartiere della “167” va colto all’intersezione fra presidio attivo di spazi pubblici, forme di resistenza e mobilitazione dell’associazionismo locale, innovazione sociale di mediatori culturali radicati, tentativi di chi governa di interfacciarsi con una complessità intuita come ricchezza. Per enfatizzare la forza del nesso spazio/società così evidente a Scampia, proponiamo una lettura della sua evoluzione incentrata su due fuochi: la villa comunale, il più bello e fragile dei suoi spazi pubblici; le reti di cooperazione che l’hanno abitata e animata nel tempo. L’incontro fra agire virtuoso di abitanti e paesaggio in trasformazione della città pubblica ha dato vita a ciò che oggi, dopo avere attraversato diversi spaccati della società del quartiere, ci sembra di poter definire “modello Scampia”.
Le politiche della partecipazione. Scampia / Berruti, Gilda; Palestino, MARIA FEDERICA. - (2016), pp. 395-402.
Le politiche della partecipazione. Scampia
BERRUTI, GILDA;PALESTINO, MARIA FEDERICA
2016
Abstract
La forza di Scampia nasce dall’abilità di una minoranza virtuosa di abitanti e operatori di attivare routine con effetti di cura nello spazio fisico, germogliando semi di riscatto e innescando forme di apprendimento che, radicandosi, hanno prodotto coinvolgimenti a catena. Lo sforzo corale fatto da Scampia per trasformare creativamente la sua storia di quartiere della “167” va colto all’intersezione fra presidio attivo di spazi pubblici, forme di resistenza e mobilitazione dell’associazionismo locale, innovazione sociale di mediatori culturali radicati, tentativi di chi governa di interfacciarsi con una complessità intuita come ricchezza. Per enfatizzare la forza del nesso spazio/società così evidente a Scampia, proponiamo una lettura della sua evoluzione incentrata su due fuochi: la villa comunale, il più bello e fragile dei suoi spazi pubblici; le reti di cooperazione che l’hanno abitata e animata nel tempo. L’incontro fra agire virtuoso di abitanti e paesaggio in trasformazione della città pubblica ha dato vita a ciò che oggi, dopo avere attraversato diversi spaccati della società del quartiere, ci sembra di poter definire “modello Scampia”.File | Dimensione | Formato | |
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