Fra le chiese presenti nel centro antico di Napoli svariate centinaia sono chiuse talvolta prive di ogni funzione pur essendo ricche di valori artistici e culturali. In questo saggio si vuole porre l’accento su alcune di esse che oggi hanno ritrovato, una nuova funzione compatibile, grazie a tecniche e linguaggi contemporanei o, talvolta, nel sistema di gestione. Vengono, infatti, analizzati tre progetti recenti: la chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli, la Basilica di San Giovanni Maggiore e la Cappella San Severo di proprietà privata legata più ad aspetti di carattere esoterico che religioso. La prima è la chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli eretta nel sito urbano di Caponapoli. Un’area caratterizzata da sempre da importanti edifici religiosi dedicati al culto di Diana, di Apollo, di Cerere. In essa sono leggibili numerosi rimaneggiamenti ed inserimenti risalenti ad un arco temporale ascrivibile al periodo che va dal Medioevo al secolo XIX la cui ricca stratificazione linguistica è affidata ad elementi architettonici e decorativi marmorei, che sono stati oggetto dell’attuale restauro. La chiesa gravemente danneggiata durante l’ultimo evento bellico e da allora definitivamente chiusa. Un lungo percorso avviato nel 1962 quando sono iniziati i primi lavori di consolidamento e restauro L’insieme rappresenta, nella sua complessità, a seguito di un restauro frutto di un progetto colto e attento, un ottimo esempio di fusione tra «antico e nuovo» aperto, per di più, ad attività polifunzionali. La seconda è la basilica di San Giovanni Maggiore, questa è ritenuta tra le opere più antiche ed interessanti di Napoli. Le vicende storiche relative alla chiesa si intrecciano a questioni politiche, sociali e religiose ma anche ad evidenti segni architettonici che denotano una significativa stratificazione di linguaggi. Dopo vari anni di chiusura, un progetto di restauro, ha permesso la riaperta nel 2010 e nonostante sia ancora consacrata è stata affidata con una forma di gestione innovativa per la città che sta contribuendo alla riqualificazione di una parte di città per anni in parte abbandonata. Altro significativo esempio, riguarda la Cappella San Severo non legata ad aspetti religiosi bensì nota per quelli di origine esoterica ed artistica legati alle sperimentazioni del principe Raimondo di Sangro. Sull’impianto architettonico poco è stato pubblicato e ignoti sono gli architetti che vi hanno lavorato nonostante la cappella sia oggetto di significativi studi e di pubblicazioni per i caratterizzanti significati dell’invaso, del sistema della plastica minore e di tutto l’impianto scultoreo che troneggia con al centro la famosa statua del Cristo velato. In definitiva la Cappella Sansevero con la sua storia testimonia l’intrecciarsi di aspetti culturali, politici artistici, antropologici e di dominazioni. Essa inoltre rappresenta oggi il caso di un monumento adottato da una società privata restaurato e riqualificato, a partire dal 1992, ben conservato e valorizzato con una forma di promozione ricercata e moderna che gli consente di rientrare in pieno nell’ambito del turismo culturale.

ll moderno nell’antico nella chiesa di Napoli: Sant’Aniello a Caponapoli, Basilica di San Giovanni Maggiore, Cappella Sansevero / Castagnaro, Alessandro. - (2016), pp. 151-160.

ll moderno nell’antico nella chiesa di Napoli: Sant’Aniello a Caponapoli, Basilica di San Giovanni Maggiore, Cappella Sansevero.

CASTAGNARO, ALESSANDRO
2016

Abstract

Fra le chiese presenti nel centro antico di Napoli svariate centinaia sono chiuse talvolta prive di ogni funzione pur essendo ricche di valori artistici e culturali. In questo saggio si vuole porre l’accento su alcune di esse che oggi hanno ritrovato, una nuova funzione compatibile, grazie a tecniche e linguaggi contemporanei o, talvolta, nel sistema di gestione. Vengono, infatti, analizzati tre progetti recenti: la chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli, la Basilica di San Giovanni Maggiore e la Cappella San Severo di proprietà privata legata più ad aspetti di carattere esoterico che religioso. La prima è la chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli eretta nel sito urbano di Caponapoli. Un’area caratterizzata da sempre da importanti edifici religiosi dedicati al culto di Diana, di Apollo, di Cerere. In essa sono leggibili numerosi rimaneggiamenti ed inserimenti risalenti ad un arco temporale ascrivibile al periodo che va dal Medioevo al secolo XIX la cui ricca stratificazione linguistica è affidata ad elementi architettonici e decorativi marmorei, che sono stati oggetto dell’attuale restauro. La chiesa gravemente danneggiata durante l’ultimo evento bellico e da allora definitivamente chiusa. Un lungo percorso avviato nel 1962 quando sono iniziati i primi lavori di consolidamento e restauro L’insieme rappresenta, nella sua complessità, a seguito di un restauro frutto di un progetto colto e attento, un ottimo esempio di fusione tra «antico e nuovo» aperto, per di più, ad attività polifunzionali. La seconda è la basilica di San Giovanni Maggiore, questa è ritenuta tra le opere più antiche ed interessanti di Napoli. Le vicende storiche relative alla chiesa si intrecciano a questioni politiche, sociali e religiose ma anche ad evidenti segni architettonici che denotano una significativa stratificazione di linguaggi. Dopo vari anni di chiusura, un progetto di restauro, ha permesso la riaperta nel 2010 e nonostante sia ancora consacrata è stata affidata con una forma di gestione innovativa per la città che sta contribuendo alla riqualificazione di una parte di città per anni in parte abbandonata. Altro significativo esempio, riguarda la Cappella San Severo non legata ad aspetti religiosi bensì nota per quelli di origine esoterica ed artistica legati alle sperimentazioni del principe Raimondo di Sangro. Sull’impianto architettonico poco è stato pubblicato e ignoti sono gli architetti che vi hanno lavorato nonostante la cappella sia oggetto di significativi studi e di pubblicazioni per i caratterizzanti significati dell’invaso, del sistema della plastica minore e di tutto l’impianto scultoreo che troneggia con al centro la famosa statua del Cristo velato. In definitiva la Cappella Sansevero con la sua storia testimonia l’intrecciarsi di aspetti culturali, politici artistici, antropologici e di dominazioni. Essa inoltre rappresenta oggi il caso di un monumento adottato da una società privata restaurato e riqualificato, a partire dal 1992, ben conservato e valorizzato con una forma di promozione ricercata e moderna che gli consente di rientrare in pieno nell’ambito del turismo culturale.
2016
9788899130367
ll moderno nell’antico nella chiesa di Napoli: Sant’Aniello a Caponapoli, Basilica di San Giovanni Maggiore, Cappella Sansevero / Castagnaro, Alessandro. - (2016), pp. 151-160.
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Descrizione: Il Moderno nell’antico nella chiesa di Napoli. Sant’Aniello a Caponapoli, Basilica di San Giovanni Maggiore, Cappella Sansevero
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