L’intervento si pone l’obiettivo di analizzare alcune guide dell’area flegrea, edita nella prima metà dell’Ottocento. In questo periodo, infatti, la zona cantata da Omero e Virgilio risulta al centro di numerose opere, le quali intendono ricostruire la tracce che l’antichità classica ha lasciato nel corso del secoli. In particolar modo l’interesse è rivolto sull’opera dell’abate Domenico Romanelli (Viaggio a Pompei a Pesto e di ritorno ad Ercolano ed a Pozzuoli, edito a Napoli in seconda edizione nel 1817 da Angelo Trani) e su quella di Pasquale Panvini (Il forestiere. Alle antichità e curiosità di Pozzuoli Cuma Baja e Miseno in tre giornate, edita per la prima volta a Napoli, presso Niccola Gervasi al Gigante n.° 23, nel 1818). Le due opere dedicate ai Campi flegrei finiscono per delineare, attraverso i riferimenti dell’una all’altra e dell’altra all’una) un sorta di dittico. I due testi, pur con i loro divergenti interessi descrittivi, vanno sicuramente letti insieme, dal momento sincronici sono i viaggi che li hanno prodotti e perché interdisciplinare è la natura sostanziale di quei viaggi.
Gli avanzi flegrei nel primo Ottocento : Domenico Romanelli e Pasquale Panvini / Caputo, Vincenzo. - In: LETTERATURA & ARTE. - ISSN 1724-613X. - 13:(2015), pp. 41-54. [10.1400/234575]
Gli avanzi flegrei nel primo Ottocento : Domenico Romanelli e Pasquale Panvini
CAPUTO, Vincenzo
2015
Abstract
L’intervento si pone l’obiettivo di analizzare alcune guide dell’area flegrea, edita nella prima metà dell’Ottocento. In questo periodo, infatti, la zona cantata da Omero e Virgilio risulta al centro di numerose opere, le quali intendono ricostruire la tracce che l’antichità classica ha lasciato nel corso del secoli. In particolar modo l’interesse è rivolto sull’opera dell’abate Domenico Romanelli (Viaggio a Pompei a Pesto e di ritorno ad Ercolano ed a Pozzuoli, edito a Napoli in seconda edizione nel 1817 da Angelo Trani) e su quella di Pasquale Panvini (Il forestiere. Alle antichità e curiosità di Pozzuoli Cuma Baja e Miseno in tre giornate, edita per la prima volta a Napoli, presso Niccola Gervasi al Gigante n.° 23, nel 1818). Le due opere dedicate ai Campi flegrei finiscono per delineare, attraverso i riferimenti dell’una all’altra e dell’altra all’una) un sorta di dittico. I due testi, pur con i loro divergenti interessi descrittivi, vanno sicuramente letti insieme, dal momento sincronici sono i viaggi che li hanno prodotti e perché interdisciplinare è la natura sostanziale di quei viaggi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.