Le calcificazioni vascolari, in particolare quelle coronariche (CAC), rappresentano fattori di rischio cardiovascolare legati all’uremia e hanno un ruolo importante negli eventi osservati in D-pz. CAC sono state messe in evidenza anche in pazienti in pre-dialisi (CKD-pz) ma la loro progressione non è stata valutata. Scopi. Nel presente studio la progressione delle CAC è stata valutata in CKD-pz. Una maggiore conoscenza di tale fenomeno potrebbe contribuire a ridurre mortalità e morbilità cardiovascolare. Pazienti e metodi. 101 pazienti ambulatoriali (diabetici 15%) di età compresa tra 18-70 anni erano arruolati nello studio: 26% avevano funzione renale normale (FRN-pz) e 74% erano CKD-pz (stadio 3-5 CKD; classificazione K-DOQI). Criteri di esclusione erano: malattia coronaria sintomatica, aritmia, pregresso infarto del miocardio, angioplastica o by-pass coronarico, stroke, malattia renale progressiva. In ogni paziente erano raccolti i fattori di rischio “tradizionali” e legati all’uremia. Calcio, fosforo, paratormone (i-PTH), omocisteina, proteina C-reattiva (CRP), trigliceridi, colesterolo, HDL- e LDL-colesterolo erano misurati ogni 3 mesi. La media dei valori era utilizzata per l’analisi statistica. Il GFR era misurato con la clearence della creatinina. Mediante TC spirale le CAC erano rilevate a carico di ciascuna delle 4 coronarie e i punteggi del calcio erano sommati per ottenere lo score del calcio totale (SCT). Risultati. All’inizio dello studio, CAC erano presenti in 26% di FRN-pz e in 56% di CKD-pz. Rispetto ai non-calcificati, i pazienti con CAC avevano: maggiore età media (p<0.001); più numerosi fattori di rischio tradizionali (p<0.01); maggiore durata di ipertensione (p<0.001); più elevato i- PTH e fibrinogeno (p<0.05). Non differivano le altre variabili misurate. Alla fine dello studio (durata del follow-up: 18±2.0 media ± SD) CAC progredivano in 88% dei pazienti calcificati in basale e si riscontravano ex novo in 6 pazienti. Non si osservavano differenze significative tra le altre variabili rispetto al basale. L’SCT aumentava da 333±93 ES a 560±114 ES (68%; p<0.0001) in CKD-pz e da 253±153 ES a 373±223 ES (47%; p=NS) in FRN-pz. Dei markers del metabolismo minerale solo la fosforemia si associava (p<0.01) alla progressione di CAC. Conclusioni. Questo studio conferma che la prevalenza e la progressione di CAC è maggiore in CKDpz; evidenzia un’associazione tra progressione di CAC e valori di fosforemia compresi nei range consigliati dalle attuali linee guida. Pertanto, la ricerca di CAC deve essere incentivata in CKD-pz e sono necessari nuovi studi per stabilire se livelli di fosforo più bassi si possono associare ad una ridotta mortalità cardiov
PROGRESSIONE DELLE CALCIFICAZIONI CORONARICHE NEI PAZIENTI IN PRE-DIALISI / Buonanno, Elisa; Battaglia, Yuri; Fimiani, Vanessa; Miranda, I; Ruocco, Carolina; Russo, Domenico. - In: GIORNALE ITALIANO DI NEFROLOGIA. - ISSN 1724-5990. - (2007). (Intervento presentato al convegno 48° CONGRESSO NAZIONALE della SOCIETÀ ITALIANA DI NEFROLOGIA , Bari, 7-10 Ottobre 2007. tenutosi a BARI nel 7-10 Ottobre 2007.).
PROGRESSIONE DELLE CALCIFICAZIONI CORONARICHE NEI PAZIENTI IN PRE-DIALISI
BUONANNO, ELISA;BATTAGLIA, YURI;FIMIANI, VANESSA;RUOCCO, CAROLINA;RUSSO, DOMENICO
2007
Abstract
Le calcificazioni vascolari, in particolare quelle coronariche (CAC), rappresentano fattori di rischio cardiovascolare legati all’uremia e hanno un ruolo importante negli eventi osservati in D-pz. CAC sono state messe in evidenza anche in pazienti in pre-dialisi (CKD-pz) ma la loro progressione non è stata valutata. Scopi. Nel presente studio la progressione delle CAC è stata valutata in CKD-pz. Una maggiore conoscenza di tale fenomeno potrebbe contribuire a ridurre mortalità e morbilità cardiovascolare. Pazienti e metodi. 101 pazienti ambulatoriali (diabetici 15%) di età compresa tra 18-70 anni erano arruolati nello studio: 26% avevano funzione renale normale (FRN-pz) e 74% erano CKD-pz (stadio 3-5 CKD; classificazione K-DOQI). Criteri di esclusione erano: malattia coronaria sintomatica, aritmia, pregresso infarto del miocardio, angioplastica o by-pass coronarico, stroke, malattia renale progressiva. In ogni paziente erano raccolti i fattori di rischio “tradizionali” e legati all’uremia. Calcio, fosforo, paratormone (i-PTH), omocisteina, proteina C-reattiva (CRP), trigliceridi, colesterolo, HDL- e LDL-colesterolo erano misurati ogni 3 mesi. La media dei valori era utilizzata per l’analisi statistica. Il GFR era misurato con la clearence della creatinina. Mediante TC spirale le CAC erano rilevate a carico di ciascuna delle 4 coronarie e i punteggi del calcio erano sommati per ottenere lo score del calcio totale (SCT). Risultati. All’inizio dello studio, CAC erano presenti in 26% di FRN-pz e in 56% di CKD-pz. Rispetto ai non-calcificati, i pazienti con CAC avevano: maggiore età media (p<0.001); più numerosi fattori di rischio tradizionali (p<0.01); maggiore durata di ipertensione (p<0.001); più elevato i- PTH e fibrinogeno (p<0.05). Non differivano le altre variabili misurate. Alla fine dello studio (durata del follow-up: 18±2.0 media ± SD) CAC progredivano in 88% dei pazienti calcificati in basale e si riscontravano ex novo in 6 pazienti. Non si osservavano differenze significative tra le altre variabili rispetto al basale. L’SCT aumentava da 333±93 ES a 560±114 ES (68%; p<0.0001) in CKD-pz e da 253±153 ES a 373±223 ES (47%; p=NS) in FRN-pz. Dei markers del metabolismo minerale solo la fosforemia si associava (p<0.01) alla progressione di CAC. Conclusioni. Questo studio conferma che la prevalenza e la progressione di CAC è maggiore in CKDpz; evidenzia un’associazione tra progressione di CAC e valori di fosforemia compresi nei range consigliati dalle attuali linee guida. Pertanto, la ricerca di CAC deve essere incentivata in CKD-pz e sono necessari nuovi studi per stabilire se livelli di fosforo più bassi si possono associare ad una ridotta mortalità cardiovI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.