L’ambiente urbano è avvolto da segni che trasferiscono informazioni, avvertimenti, sollecitazioni e che, nell’insieme, contribuiscono all’elaborazione di quella semiosfera che è una componente determinante dell’identità culturale della città contemporanea. In alcuni casi questi segni evolvono verso la tridimensionalità, trasformandosi in veri e propri oggetti il cui mezzo di percezione non è esclusivamente visivo ma, soprattutto, tattile. Il primo caso di migrazione del segno dalla dimensione astratta della scrittura a quella fisica dell’oggetto è dato dal linguaggio Braille che, per l’utenza cui è rivolto, rimuove completamente la dimensione visiva della comunicazione per sostituirla con quella tattile. La composizione di sei punti sporgenti permette, attraverso la loro combinazione, di trasformare la scrittura in una sequenza leggibile attraverso lo scorrere delle dita, trasformando il foglio stampato in un oggetto in rilievo. Nella dimensione urbana questa tattilità dei segni investe, principalmente, l’azione umana maggiormente coinvolta nel dinamismo cittadino, quella del movimento. Se, infatti, camminando abbassiamo lo sguardo verso il piano di stradale, scopriremo un puzzle di geometrie e incisioni che segnano una varietà di oggetti come chiusini, tombini e grate, che affollano il calpestio urbano dalla rivoluzione industriale in poi.
Segni da calpestare / Traces to Tread / Morone, Alfonso. - In: AREA. - ISSN 0394-0055. - n.°154 anno XXVIII 2017 settembre / ottobre(2017), pp. VI-VII.
Segni da calpestare / Traces to Tread
MORONE, ALFONSO
2017
Abstract
L’ambiente urbano è avvolto da segni che trasferiscono informazioni, avvertimenti, sollecitazioni e che, nell’insieme, contribuiscono all’elaborazione di quella semiosfera che è una componente determinante dell’identità culturale della città contemporanea. In alcuni casi questi segni evolvono verso la tridimensionalità, trasformandosi in veri e propri oggetti il cui mezzo di percezione non è esclusivamente visivo ma, soprattutto, tattile. Il primo caso di migrazione del segno dalla dimensione astratta della scrittura a quella fisica dell’oggetto è dato dal linguaggio Braille che, per l’utenza cui è rivolto, rimuove completamente la dimensione visiva della comunicazione per sostituirla con quella tattile. La composizione di sei punti sporgenti permette, attraverso la loro combinazione, di trasformare la scrittura in una sequenza leggibile attraverso lo scorrere delle dita, trasformando il foglio stampato in un oggetto in rilievo. Nella dimensione urbana questa tattilità dei segni investe, principalmente, l’azione umana maggiormente coinvolta nel dinamismo cittadino, quella del movimento. Se, infatti, camminando abbassiamo lo sguardo verso il piano di stradale, scopriremo un puzzle di geometrie e incisioni che segnano una varietà di oggetti come chiusini, tombini e grate, che affollano il calpestio urbano dalla rivoluzione industriale in poi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.