Lo studio si propone di analizzare lo sviluppo linguistico-cognitivo di soggetti immigrati molto giovani (dai 4 ai 12 anni) in relazione al dominio cognitivo dello spazio dinamico. In particolare, saranno presi come oggetto di studio le strategie di lessicalizzazione legate ai verbi di movimento prodotti dai soggetti intervistati nell’ambito di compiti semi-strutturati. Le strategie di lessicalizzazione degli eventi di movimento sono stati oggetto di vari studi in relazione a lingue sia vicine che distanti dal punto di vista tipologico (cfr. ad esempio Talmy, 1983, 1985, 2000; Bowerman, 1996; Slobin, 2004). Slobin (1996, 2004), in particolare, evidenzia il carattere fortemente coercitivo del sistema materno nell’orientare i parlanti, sin dalla primissima infanzia, verso l’impostazione linguistico-concettuale che la propria lingua mette a disposizione in termini di spazio dinamico (e non solo). La conseguenza più evidente di tale impostazione è la sua traslazione nel sistema linguistico straniero che un individuo può ritrovarsi ad apprendere. Il quadro teorico adottato nella nostra ricerca si basa sulla classificazione tipologica delle lingue del mondo di Talmy (supra) e sulla rivisitazione di quest’ultima da parte di Slobin (supra). Talmy distingue due grandi tipologie: satellite-framed languages e verb-framed languages. Le prime (quali, ad esempio, le lingue germaniche e le lingue slave), tendono a veicolare la traiettoria (Path) in un elemento, detto satellite (particella o preposizione) postposto o anteposto al verbo, mentre la causa e/o la maniera del movimento, componenti esterne del movimento, sono lessicalizzate nella radice verbale. Le seconde, invece – che comprendono le lingue romanze –, lessicalizzano il Path nel verbo, mentre le altre componenti (Maniera / Causa) sono espresse tramite una proposizione subordinata o indipendente. Nel 2004 Slobin rivisita la teoria di Talmy, ponendo la sua attenzione sulla Maniera del Movimento e distinguendo le high-manner salient languages dalle low-manner salient languages. Le lingue germaniche e le lingue slave, ad esempio, sarebbero delle high-manner salient languages, perché il sistema linguistico di tali lingue è ricco di verbi che lessicalizzano la maniera e quindi facilmente accessibile. Al contrario, le lingue romanze, non disponendo di molti verbi di maniera, veicolerebbero tale componente del movimento in maniera opzionale. Al fine della nostra ricerca, sono stati analizzati dei racconti fittizi prodotti da bambini immigrati, la cui età va dai 4 ai 12 anni, sulla base di compiti semi-strutturati. I bambini possiedono lingue materne extra-europee (cinese, urdu ecc.) e sono inseriti nella scuola italiana da periodi più o meno lunghi. I dati sono stati raccolti per il tramite di un cartone animato muto della serie polacca Reksio (Marzalek, 1967) e della storia illustrata senza testo scritto Frog, where are you? (di Mayer, 1969). Entrambi i supporti sono ricchi di movimenti nello spazio. Ogni informatore ha visionato l’episodio animato e la storia illustrata in maniera individuale e successivamente ha dovuto raccontarne il contenuto ad un interlocutore. Il gruppo di bambini immigrati è stato inoltre confrontato a un gruppo di controllo di bambini italofoni della stessa età. L’analisi dei dati si basa sui seguenti parametri: 1. Densità semantica, ossia numero delle componenti semantiche espresse; 2. Locus delle informazioni, ossia ambito in cui è focalizzata la componente; 3. Focus, attenzione portata sulla componente. I risultati dei dati analizzati mostreranno la minore o maggiore distanza dei bambini immigrati dai bambini italofoni in relazione alle strategie di lessicalizzazione adottate per l’espressione del movimento in italiano, ovvero la strategia verbale, tipica delle lingue romanze, vs quella a satellite, per il tramite dei verbi sintagmatici (Simone, 1997, Iacobini & Masini, 2006). Questi ultimi rappresentano una classe lessicale molto produttiva in italiano che fa sì che tale lingua rappresenti un caso di variazione intratipologica rispetto alle altre lingue romanze (Anastasio, 2014; Russo, 2014). La nostra ricerca vuole apportare dei nuovi risultati allo studio sulle relazioni spaziali dinamiche e volontarie, in quanto per l’italiano L1 gli studi effettuati sino ad oggi sono per lo più in diacronia, mentre per l’apprendimento dell’italiano L2 pochi studi sono stati dedicati all’espressione dello spazio dinamico, e tanto meno in relazione a soggetti immigrati molto giovani.Riferimenti bibliografici Anastasio, Simona. 2014. ‘Diversité dans l’expression de l’espace dynamique en L1 : étude contrastive entre italien, français et anglais’. Actes du COLDOC Diversité des Langues. Les Universaux Linguistiques à l’Épreuve des Faits de Langues. Paris, Université Paris Nanterre :106-116. Bowerman, Melissa. 1996. ‘Learning how to structure space for language : a crosslinguistic perspective’. In Bloom, P., Peterson, N. A., Nadel, L. & Garrett, M. F. (eds.). Language and Space. Cambridge, Mass, MIT Press : 387-436. Iacobini, Claudio & Masini, Francesca (2006). ‘The emergence of verb-particle constructions in Italian: locative and actional meanings’, Morphology 16 (2): 155-188. Russo, Rosa. 2014. ‘Les verbes de mouvement italiens: stratégies de lexicalisation des natifs’. Actes du COLDOC Diversité des Langues. Les Universaux Linguistiques à l’Épreuve des Faits de Langues. Paris, Université Paris Nanterre : 95-105. Simone, Raffaele. 1997. ‘Esistono verbi sintagmatici in italiano?’. In De Mauro, T. & Lo Cascio, V. (eds.). Lessico e grammatica. Teorie linguistiche e applicazioni lessicografiche. Roma, Bulzoni: 155-170. Slobin, Dan Isaac. 1996. ‘From ‘Thought and language’ to ‘thinking for speaking’. In Gumperz, J. J & / Levinson, S. C. (eds.). Rethinking Linguistic Relativity: Vol. Studies in the social and cultural foundations of language. New York, Cambridge University Press: 70-96. Slobin, Dan Isaac. 2004. ‘The many ways to search for a frog: linguistic typology and the expression of motion events’. In Strömqvist, S. & Verhoeven, L. (eds). Relating Events in Narrative: topological and contextual Perspectives. Mahwah NJ, LEA Publishers: 219-257. Talmy, Leonard. 1983. ‘How language structures space’. In Pick, H. L. & Acredolo, L. P. (eds). Spatial Orientation: Theory, Research and Application. New York, Plenum Press: 225-282. Talmy, Leonard. 1985. ‘Lexicalization patterns: semantic structure in lexical form’. In Shopen, T. (ed). Language Tyopology and Semantic Description, vol. 3: Grammatical Categories and the Lexicon. Cambridge, Cambridge University Press: 36-149. Talmy, Leonard. 2000. Toward a Cognitive Semantics, vol. 1 & 2. Camnridge MA, MIT Press.
L’acquisizione dei verbi di movimento in italiano lingua seconda: i bambini immigrati nell’area di Napoli / Giuliano, Patrizia. - (2017). (Intervento presentato al convegno Le lingue extra-europee e l'italiano. Problemi didattici, socio-linguistici e culturali tenutosi a Università l'Orientale e Università degli Studi di Napoli Federico II nel 28-30 settembre 2017).
L’acquisizione dei verbi di movimento in italiano lingua seconda: i bambini immigrati nell’area di Napoli
GIULIANO, PATRIZIA
2017
Abstract
Lo studio si propone di analizzare lo sviluppo linguistico-cognitivo di soggetti immigrati molto giovani (dai 4 ai 12 anni) in relazione al dominio cognitivo dello spazio dinamico. In particolare, saranno presi come oggetto di studio le strategie di lessicalizzazione legate ai verbi di movimento prodotti dai soggetti intervistati nell’ambito di compiti semi-strutturati. Le strategie di lessicalizzazione degli eventi di movimento sono stati oggetto di vari studi in relazione a lingue sia vicine che distanti dal punto di vista tipologico (cfr. ad esempio Talmy, 1983, 1985, 2000; Bowerman, 1996; Slobin, 2004). Slobin (1996, 2004), in particolare, evidenzia il carattere fortemente coercitivo del sistema materno nell’orientare i parlanti, sin dalla primissima infanzia, verso l’impostazione linguistico-concettuale che la propria lingua mette a disposizione in termini di spazio dinamico (e non solo). La conseguenza più evidente di tale impostazione è la sua traslazione nel sistema linguistico straniero che un individuo può ritrovarsi ad apprendere. Il quadro teorico adottato nella nostra ricerca si basa sulla classificazione tipologica delle lingue del mondo di Talmy (supra) e sulla rivisitazione di quest’ultima da parte di Slobin (supra). Talmy distingue due grandi tipologie: satellite-framed languages e verb-framed languages. Le prime (quali, ad esempio, le lingue germaniche e le lingue slave), tendono a veicolare la traiettoria (Path) in un elemento, detto satellite (particella o preposizione) postposto o anteposto al verbo, mentre la causa e/o la maniera del movimento, componenti esterne del movimento, sono lessicalizzate nella radice verbale. Le seconde, invece – che comprendono le lingue romanze –, lessicalizzano il Path nel verbo, mentre le altre componenti (Maniera / Causa) sono espresse tramite una proposizione subordinata o indipendente. Nel 2004 Slobin rivisita la teoria di Talmy, ponendo la sua attenzione sulla Maniera del Movimento e distinguendo le high-manner salient languages dalle low-manner salient languages. Le lingue germaniche e le lingue slave, ad esempio, sarebbero delle high-manner salient languages, perché il sistema linguistico di tali lingue è ricco di verbi che lessicalizzano la maniera e quindi facilmente accessibile. Al contrario, le lingue romanze, non disponendo di molti verbi di maniera, veicolerebbero tale componente del movimento in maniera opzionale. Al fine della nostra ricerca, sono stati analizzati dei racconti fittizi prodotti da bambini immigrati, la cui età va dai 4 ai 12 anni, sulla base di compiti semi-strutturati. I bambini possiedono lingue materne extra-europee (cinese, urdu ecc.) e sono inseriti nella scuola italiana da periodi più o meno lunghi. I dati sono stati raccolti per il tramite di un cartone animato muto della serie polacca Reksio (Marzalek, 1967) e della storia illustrata senza testo scritto Frog, where are you? (di Mayer, 1969). Entrambi i supporti sono ricchi di movimenti nello spazio. Ogni informatore ha visionato l’episodio animato e la storia illustrata in maniera individuale e successivamente ha dovuto raccontarne il contenuto ad un interlocutore. Il gruppo di bambini immigrati è stato inoltre confrontato a un gruppo di controllo di bambini italofoni della stessa età. L’analisi dei dati si basa sui seguenti parametri: 1. Densità semantica, ossia numero delle componenti semantiche espresse; 2. Locus delle informazioni, ossia ambito in cui è focalizzata la componente; 3. Focus, attenzione portata sulla componente. I risultati dei dati analizzati mostreranno la minore o maggiore distanza dei bambini immigrati dai bambini italofoni in relazione alle strategie di lessicalizzazione adottate per l’espressione del movimento in italiano, ovvero la strategia verbale, tipica delle lingue romanze, vs quella a satellite, per il tramite dei verbi sintagmatici (Simone, 1997, Iacobini & Masini, 2006). Questi ultimi rappresentano una classe lessicale molto produttiva in italiano che fa sì che tale lingua rappresenti un caso di variazione intratipologica rispetto alle altre lingue romanze (Anastasio, 2014; Russo, 2014). La nostra ricerca vuole apportare dei nuovi risultati allo studio sulle relazioni spaziali dinamiche e volontarie, in quanto per l’italiano L1 gli studi effettuati sino ad oggi sono per lo più in diacronia, mentre per l’apprendimento dell’italiano L2 pochi studi sono stati dedicati all’espressione dello spazio dinamico, e tanto meno in relazione a soggetti immigrati molto giovani.Riferimenti bibliografici Anastasio, Simona. 2014. ‘Diversité dans l’expression de l’espace dynamique en L1 : étude contrastive entre italien, français et anglais’. Actes du COLDOC Diversité des Langues. Les Universaux Linguistiques à l’Épreuve des Faits de Langues. Paris, Université Paris Nanterre :106-116. Bowerman, Melissa. 1996. ‘Learning how to structure space for language : a crosslinguistic perspective’. In Bloom, P., Peterson, N. A., Nadel, L. & Garrett, M. F. (eds.). Language and Space. Cambridge, Mass, MIT Press : 387-436. Iacobini, Claudio & Masini, Francesca (2006). ‘The emergence of verb-particle constructions in Italian: locative and actional meanings’, Morphology 16 (2): 155-188. Russo, Rosa. 2014. ‘Les verbes de mouvement italiens: stratégies de lexicalisation des natifs’. Actes du COLDOC Diversité des Langues. Les Universaux Linguistiques à l’Épreuve des Faits de Langues. Paris, Université Paris Nanterre : 95-105. Simone, Raffaele. 1997. ‘Esistono verbi sintagmatici in italiano?’. In De Mauro, T. & Lo Cascio, V. (eds.). Lessico e grammatica. Teorie linguistiche e applicazioni lessicografiche. Roma, Bulzoni: 155-170. Slobin, Dan Isaac. 1996. ‘From ‘Thought and language’ to ‘thinking for speaking’. In Gumperz, J. J & / Levinson, S. C. (eds.). Rethinking Linguistic Relativity: Vol. Studies in the social and cultural foundations of language. New York, Cambridge University Press: 70-96. Slobin, Dan Isaac. 2004. ‘The many ways to search for a frog: linguistic typology and the expression of motion events’. In Strömqvist, S. & Verhoeven, L. (eds). Relating Events in Narrative: topological and contextual Perspectives. Mahwah NJ, LEA Publishers: 219-257. Talmy, Leonard. 1983. ‘How language structures space’. In Pick, H. L. & Acredolo, L. P. (eds). Spatial Orientation: Theory, Research and Application. New York, Plenum Press: 225-282. Talmy, Leonard. 1985. ‘Lexicalization patterns: semantic structure in lexical form’. In Shopen, T. (ed). Language Tyopology and Semantic Description, vol. 3: Grammatical Categories and the Lexicon. Cambridge, Cambridge University Press: 36-149. Talmy, Leonard. 2000. Toward a Cognitive Semantics, vol. 1 & 2. Camnridge MA, MIT Press.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.