La progettazione delle attrezzature per ufficio, come altre specifiche categorie di prodotti tecnologici, corre il rischio di utilizzare un linguaggio eccessivamente autoreferenziale, opposto a quella varietà di riferimenti ed espressioni che è propria del modo di procedere del design. Se però affrontiamo il contributo specifico all’Office furniture di alcune figure di riferimento del design contemporaneo, quelle che rappresentano meglio di altre la natura più schiettamente umanistica, e proprio per questo culturalmente onnivora, di questa disciplina, scopriamo che anche per questo settore, apparentemente chiuso in un recinto specialistico, vale il medesimo approccio. E’ il caso, ad esempio, di Ettore Sottsass jr. Uno spirito irrequieto e anticonformista che sembrerebbe avere poca affinità con una produzione, come quella per l’ufficio, i cui obiettivi appaiono quelli della prestazione, affidabilità e durabilità. Parole chiave tanto precise e circoscritte, da lasciare ben poco spazio a una figura così difficile da inquadrare come Sottsass, che è stato assieme architetto e designer, intellettuale e pittore, ma anche viaggiatore e fotografo, antropologo e scrittore. Eppure fu proprio a lui che nel 1958 Adriano Olivetti chiese di entrare far parte del nuovo Laboratorio di Ricerche Elettroniche (LRE) dell’azienda, sotto la direzione di suo figlio Roberto e dell’ingegnere italo-cinese Mario Tchou. Iniziò così una collaborazione che durò venti anni e che prese avvio dalla progettazione del primo calcolatore italiano a transistor, uno dei primi al mondo, l’Elea, realizzato all’interno del laboratorio Olivetti di Barbaricina in provincia di Pisa. Il design della serie Elea, che vide varie versioni negli anni, fu curato da Ettore Sottsass in collaborazione con Andries Van Onck , riuscendo ad ottenere con l’Elea 9002 il Premio Compasso d’Oro nel 1959. Il principale compito del designer fu quello di fornire un’identità visiva a questa nuova macchina, per cui, non esisteva sino ad allora alcun modello o archetipo formale a cui far riferimento.
Specialism and Generalism in the Office Space / Specialismo e generalismo nello spazio dell'ufficio / Morone, Alfonso. - In: AREA. - ISSN 0394-0055. - n.°155 anno XXVIII novembre / dicembre 2017(2017), pp. VI-VII.
Specialism and Generalism in the Office Space / Specialismo e generalismo nello spazio dell'ufficio
Alfonso Morone
2017
Abstract
La progettazione delle attrezzature per ufficio, come altre specifiche categorie di prodotti tecnologici, corre il rischio di utilizzare un linguaggio eccessivamente autoreferenziale, opposto a quella varietà di riferimenti ed espressioni che è propria del modo di procedere del design. Se però affrontiamo il contributo specifico all’Office furniture di alcune figure di riferimento del design contemporaneo, quelle che rappresentano meglio di altre la natura più schiettamente umanistica, e proprio per questo culturalmente onnivora, di questa disciplina, scopriamo che anche per questo settore, apparentemente chiuso in un recinto specialistico, vale il medesimo approccio. E’ il caso, ad esempio, di Ettore Sottsass jr. Uno spirito irrequieto e anticonformista che sembrerebbe avere poca affinità con una produzione, come quella per l’ufficio, i cui obiettivi appaiono quelli della prestazione, affidabilità e durabilità. Parole chiave tanto precise e circoscritte, da lasciare ben poco spazio a una figura così difficile da inquadrare come Sottsass, che è stato assieme architetto e designer, intellettuale e pittore, ma anche viaggiatore e fotografo, antropologo e scrittore. Eppure fu proprio a lui che nel 1958 Adriano Olivetti chiese di entrare far parte del nuovo Laboratorio di Ricerche Elettroniche (LRE) dell’azienda, sotto la direzione di suo figlio Roberto e dell’ingegnere italo-cinese Mario Tchou. Iniziò così una collaborazione che durò venti anni e che prese avvio dalla progettazione del primo calcolatore italiano a transistor, uno dei primi al mondo, l’Elea, realizzato all’interno del laboratorio Olivetti di Barbaricina in provincia di Pisa. Il design della serie Elea, che vide varie versioni negli anni, fu curato da Ettore Sottsass in collaborazione con Andries Van Onck , riuscendo ad ottenere con l’Elea 9002 il Premio Compasso d’Oro nel 1959. Il principale compito del designer fu quello di fornire un’identità visiva a questa nuova macchina, per cui, non esisteva sino ad allora alcun modello o archetipo formale a cui far riferimento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.