Il confronto con un sito archeologico sollecita per un architetto questioni sull’architettura di ogni tempo; riflettere sull’archeologia porta ad interrogarsi sul proprio rapporto con il tempo passato, con la memoria individuale e collettiva. La presenza delle archeologie consente la rilettura dei luoghi nella contemporaneità e il ripensamento degli spazi urbani. Architettura e archeologia attraverso il progetto possono rimettere in opera le cose che esistono e contemporaneamente “far rivivere rapporti perduti” (Ferlenga, 2014). Le rovine, materia attiva per l’architettura, “danno ancora un segno di vita”, e suggeriscono un’occasione “contro la fine dell’architettura” per riverberare ancora senso e possibilità (Augé, 2004). I luoghi dell’archeologia a Pozzuoli, dal tempio di Nettuno al rione Terra, sono indagati nella ricerca “Archeologia, architettura e città nella Pozzuoli alta” dell’unità locale del progetto PRIN 2009 “Paesaggi dell'archeologia, regioni e città metropolitane”, come inneschi del progetto contemporaneo dello spazio pubblico. La strategia del progetto urbano consta di alcuni passaggi fondamentali: ripristinare la sequenza urbana spaziale delle archeologie, rammagliare le archeologie al tessuto urbano contemporaneo attraverso l’innesto di nuove funzioni e creare un percorso che attraverso le archeologie orienti sia cittadini che turisti. Il nuovo percorso pubblico nella Pozzuoli alta trova conclusione al rione Terra e giunge alla darsena dei pescatori sul molo caligoliano, oggetto di una tesi di laurea (Premio di laurea “Marina Baldi”, 2015). Le posizioni muovono dalla volontà di mitigare la “separazione fatale” tra archeologia e architettura (Venezia, 2011): il progetto di architettura al rione Terra, attraverso espedienti di sovrapposizione, stratificazione o ricomposizione, tenta la costruzione di senso. “Il senso si costruisce nella contiguità, per differenza, ma a condizione che la giustapposizione dei segni divenga articolazione.”(Choay, 1992)
Il rione Terra di Pozzuoli: archeologia e spazi pubblici nella città alta / Izzo, F.; Cestarello, V.. - II:(2017), pp. 430-434. (Intervento presentato al convegno GRANDI OPERE tenutosi a Napoli nel Dicembre 2016).
Il rione Terra di Pozzuoli: archeologia e spazi pubblici nella città alta
F. IZZO
;V. CESTARELLO
2017
Abstract
Il confronto con un sito archeologico sollecita per un architetto questioni sull’architettura di ogni tempo; riflettere sull’archeologia porta ad interrogarsi sul proprio rapporto con il tempo passato, con la memoria individuale e collettiva. La presenza delle archeologie consente la rilettura dei luoghi nella contemporaneità e il ripensamento degli spazi urbani. Architettura e archeologia attraverso il progetto possono rimettere in opera le cose che esistono e contemporaneamente “far rivivere rapporti perduti” (Ferlenga, 2014). Le rovine, materia attiva per l’architettura, “danno ancora un segno di vita”, e suggeriscono un’occasione “contro la fine dell’architettura” per riverberare ancora senso e possibilità (Augé, 2004). I luoghi dell’archeologia a Pozzuoli, dal tempio di Nettuno al rione Terra, sono indagati nella ricerca “Archeologia, architettura e città nella Pozzuoli alta” dell’unità locale del progetto PRIN 2009 “Paesaggi dell'archeologia, regioni e città metropolitane”, come inneschi del progetto contemporaneo dello spazio pubblico. La strategia del progetto urbano consta di alcuni passaggi fondamentali: ripristinare la sequenza urbana spaziale delle archeologie, rammagliare le archeologie al tessuto urbano contemporaneo attraverso l’innesto di nuove funzioni e creare un percorso che attraverso le archeologie orienti sia cittadini che turisti. Il nuovo percorso pubblico nella Pozzuoli alta trova conclusione al rione Terra e giunge alla darsena dei pescatori sul molo caligoliano, oggetto di una tesi di laurea (Premio di laurea “Marina Baldi”, 2015). Le posizioni muovono dalla volontà di mitigare la “separazione fatale” tra archeologia e architettura (Venezia, 2011): il progetto di architettura al rione Terra, attraverso espedienti di sovrapposizione, stratificazione o ricomposizione, tenta la costruzione di senso. “Il senso si costruisce nella contiguità, per differenza, ma a condizione che la giustapposizione dei segni divenga articolazione.”(Choay, 1992)File | Dimensione | Formato | |
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