Il codice Italiano 551 della Bibliothèque Nationale di Parigi (= P) è un testimone poco noto, appartenente al ristretto gruppo dei manoscritti dei Rerum vulgarium fragmenta che rispettano la poetica grafico-visiva dell’autografo Vaticano latino 3195 (= V). Il codice si rivela gemello del più famoso Laurenziano 41.10 (= L), contenente una sorta di penultima redazione rispetto all’assetto ultimo di V. I due manoscritti mostrano le stesse misure, la stessa impaginazione, gli stessi componimenti e condividono anche la presenza di accenti a forma di mezzaluna; unica eccezione la presenza della ballata Donna mi vene, attestata solo in P, dopo Rvf 263. La rilevazione di una serie di minute ma significative oscillazioni testuali riguardanti P e L rende verosimile l’ipotesi dell’esistenza, a monte della tradizione, di una serie di apografi di V non sempre aggiornati nel seguire le variazioni che il Petrarca continuò ad apportare sui componimenti e porta a prendere in seria considerazione la possibilità che in una fase imprecisata Donna mi vene potesse chiudere la prima parte dei Rvf. Quanto, poi, alla questione della datazione e localizzazione di P, la presenza di accenti a mezzaluna congiunge il Parigino al Salutati e al suo circolo e consente di stabilire un termine post quem ragionevolmente sicuro agli ultimi anni del sec. XIV; l’analisi della decorazione e della messa in pagina, inoltre, consiglia una datazione agli ultimi anni del sec. XIV o ai primi del sec. XV. Per quel che riguarda la scrittura, infine, essa mostra una sorprendente coesistenza di sintomi riconducibili all’antiqua da un lato e alla gotica dall’altro; tale continua e consapevole giustapposizione delle vecchie e delle nuove forme sembra un elemento di giudizio significativo per supporre un’origine non fiorentina, ma settentrionale del copista.
Nuove acquisizioni sulla tradizione antica dei Rerum vulgarium fragmenta / Cursi, M.; Pulsoni, C.. - In: MEDIOEVO E RINASCIMENTO. - ISSN 0394-7858. - 21:(2010), pp. 215-276.
Nuove acquisizioni sulla tradizione antica dei Rerum vulgarium fragmenta
M. CURSI;
2010
Abstract
Il codice Italiano 551 della Bibliothèque Nationale di Parigi (= P) è un testimone poco noto, appartenente al ristretto gruppo dei manoscritti dei Rerum vulgarium fragmenta che rispettano la poetica grafico-visiva dell’autografo Vaticano latino 3195 (= V). Il codice si rivela gemello del più famoso Laurenziano 41.10 (= L), contenente una sorta di penultima redazione rispetto all’assetto ultimo di V. I due manoscritti mostrano le stesse misure, la stessa impaginazione, gli stessi componimenti e condividono anche la presenza di accenti a forma di mezzaluna; unica eccezione la presenza della ballata Donna mi vene, attestata solo in P, dopo Rvf 263. La rilevazione di una serie di minute ma significative oscillazioni testuali riguardanti P e L rende verosimile l’ipotesi dell’esistenza, a monte della tradizione, di una serie di apografi di V non sempre aggiornati nel seguire le variazioni che il Petrarca continuò ad apportare sui componimenti e porta a prendere in seria considerazione la possibilità che in una fase imprecisata Donna mi vene potesse chiudere la prima parte dei Rvf. Quanto, poi, alla questione della datazione e localizzazione di P, la presenza di accenti a mezzaluna congiunge il Parigino al Salutati e al suo circolo e consente di stabilire un termine post quem ragionevolmente sicuro agli ultimi anni del sec. XIV; l’analisi della decorazione e della messa in pagina, inoltre, consiglia una datazione agli ultimi anni del sec. XIV o ai primi del sec. XV. Per quel che riguarda la scrittura, infine, essa mostra una sorprendente coesistenza di sintomi riconducibili all’antiqua da un lato e alla gotica dall’altro; tale continua e consapevole giustapposizione delle vecchie e delle nuove forme sembra un elemento di giudizio significativo per supporre un’origine non fiorentina, ma settentrionale del copista.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.