Introduzione: nonostante gli intensi sforzi della ricerca, scarse restano le acquisizioni circa i determinanti biologici della P139. Eiaculazione precoce e alessitimia G. Fanara, A. Galì, G. Mucciardi, F. Borgioli, E. Mezzatesta, B. Cavallari, C. Cucinotta, C. Magno UOC Urologia, Dipartimento Chir. Gen., Anat. Patol. e Oncol., Università di Messina L’eiaculazione precoce è una patologia di competenza urologica limita il rapporto sessuale a un brevissimo periodo di tempo con scarsa soddisfazione per entrambi i partner. La letteratura scientifica nazionale e internazionale ha approfondito la correlazione tra la disfunzione sessuale e l’alessitimia. Alcuni studi hanno evidenziato la correlazione tra eiaculazione precoce e alessitimia. Lo scopo di questo lavoro è valutare la presenza in soggetti affetti da eiaculazione precoce di alessitimia. Il campione (n:10 maschi) è stato reclutato c/o la Clinica Urologica del Policlinico Universitario di Messina con un’età compresa tra i 20 e i 55 anni messo a confronto con un gruppo di controllo (n: 10 maschi). L’eiaculazione precoce è stata il valutata con il PEDT (premature ejaculation diagnostic tool), mentre la TAS-20 (Toronto Alexithymia Scale) è stata utilizzata per lo studio dell’alessitimia: il cut-off per l’alessitimia era indicato da un punteggio ≥ 61. Dai risultati è emerso una correlazione tra pazienti affetti da eiaculazione precoce e alti punteggi alla TAS (> 61) (8/10 pazienti su dieci; p < 0,002) rispetto al gruppo di controllo (p < 0,001). In conclusione l’alessitimia può essere un fattore importante nella diagnosi dell’eiaculazione precoce, nonché a un più completo approccio mente-corpo. P140. Disturbi comportamentali nella malattia di Alzheimer: valutazione psichiatrica del paziente geriatrico complesso A.L.C. Fiengo1, S. Cimmarosa1, V. Preziosi1, C. Tomasetti1, E.B. de Notaris1, A. Fragassi2, A. de Bartolomeis1 1 Dipartimento di Neuroscienze, Area Didattico-Funzionale di Psichiatria, 2 Dipartimento di Scienze Neurologiche, Area Didattico-Funzionale di Neurologia, Università di Napoli “Federico II” Il 75% dei pazienti con m. di Alzheimer mostra sintomi psichiatrici riconducibili alla complessa fisiopatologia di tale malattia, la quale colpisce circuiti cerebrali implicati nei disturbi affettivi e psicotici. Lo studio ha valutato la distribuzione di tali sintomi in pazienti geriatrici affetti. Ai parenti di 80 pz 41 M e 39 F, età: 65-85 anni con diagnosi di m. di Alzheimer è stato somministrato il Neuropsychiatric Inventory per valutare frequenza e gravità di deliri, allucinazioni, agitazione/aggressività, depressione, ansia, euforia/esaltazione, apatia, disinibizione, irritabilità/labilità affettiva, iperattività motoria, disturbi del sonno, alimentazione. Analisi statistica: test χ quadro e coefficiente di correlazione per valutare la relazione tra i due set di dati indipendenti; test t per confrontare le medie dei dati (significatività p ≤ 0,05). Frequenza dei sintomi: maggiore dopo i 75 anni e nelle donne; depressione 50%; agitazione/aggressività 19%; iperattività motoria ed esaltazione/euforia 15%; deliri (tipo paranoideo) disinibizione 14%; irritabilità 13%; allucinazioni 10%. 60% dei pz ha più di 3 sintomi, il 7% li ha tutti. I risultati mostrano una rilevante incidenza di sintomi psichiatrici nella m. di Alzheimer. Tali dati pongono in risalto il ruolo S205 Posters YMRS iniziale, un più basso punteggio medio alla HAM-D-17 iniziale e la durata dell’episodio corrente sono stati identificati come predittori negativi di risposta statisticamente significativi. Conclusioni: la TEC è risultata un trattamento efficace per circa due terzi ei pazienti con depressione farmacologicamente resistente. La risposta negativa alla TEC è risultata associata con il sottotipo bipolare, presenza di sintomi maniacali durante la depressione e una durata protratta dell’episodio. P144. Disturbo post-traumatico da stress e sindrome metabolica a seguito del sisma de L’Aquila: esperienza dell’UTAP 2 N. Giordani Paesani, M. Malavolta, L. Verni, I. Santini, V. Bianchini, I. De Lauretis, A. Tosone, S. D’Onofrio, A. Mattei1, P. Evangelista2, R. Pollice3, R. Roncone3 Scuola di Specializzazione in Psichiatria; 1 Dipartimento di Medicina Interna e Sanità Pubblica; 2 Medico di Medicina Generale, L’Aquila; 3 Dipartimento di Scienze della Salute, Università de L’Aquila Introduzione: nel periodo immediatamente successivo a un trauma, i sopravvissuti sono a rischio per sperimentare distress psicologici, che risultano essere predittori sia di malattie psichiatriche che di patologie organiche. Il presente studio si propone di esaminare in una popolazione sopravvissuta al terremoto de L’Aquila 2009, la reazione allo stress post-traumatico, la presenza di una morbidità psichiatrica in termini di disturbo post-traumatico da stress (PTSD), e la presenza di sindrome metabolica (SM). In aggiunta, lo studio ha offerto l’opportunità di esaminare l’associazione tra la severità del PTSD e la presenza di SM nei due sessi, a nove mesi dal sisma. Materiali e metodi: lo studio ha incluso 157 soggetti, 55 (35,03%) di sesso maschile e 102 (64,97%) di sesso femminile, ed età media di 56,80 (ds15,26). Tali soggetti sono stati reclutati presso l’UTAP 2 de L’Aquila durante il periodo di novembre-dicembre 2009 e sono stati sottoposti a uno screening per la valutazione del benessere psicosociale [attraverso l’utilizzo di scale standardizzate auto-compilate: General Health Questionnaire- 12 (GHQ-12), Specific Earthquake Experience Questionnaire (SEEQ), Impact of Event Scale-R (IES-R), Self-rating Depression Scale (SDS)], e della SM attraverso la misurazione di parametri fisici e laboratoristici (pressione arteriosa diastolica e sistolica, glicemia, colesterolo HDL, trigliceridi, circonferenza vita, body mass index-BMI). Risultati: il 96,15% (N = 150) della popolazione in studio è stata esposta al trauma del terremoto e il 7,3% presentava una piena sintomatologia di PTSD. La SM è stata riscontrata nel 54,14% dei soggetti. Alla valutazione psicometrica effettuata i soggetti con una sintomatologia parziale di PTSD (N = 27) hanno riportato valori più elevati al GHQ-12 (p = 0,0001) e alla SDS (p = 0,0001) rispetto a coloro che non presentavano sintomi di PTSD, con compromissione dello stato di salute fisica (p = 0,0001). Differenze di genere si sono osservate rispetto alla presenza di una più intensa psicopatologia, in termini di GHQ- 12 (p = 0,03), SDS (p = 0,0011), SF-12 (p = 0,0027), sintomi post-traumatici come evitamento (p = 0,0015), intrusività (p = 0,0002) e iperarousal (p = 0,0000) e valori metabolici mediamente più alti, in termini di pressione diastolica (p = 0,0002), pressione sistolica (p = 0,02), colesterolo HDL (p = 0,001), circonferenza vita (p = 0,0000) e BMI (p = 0,0002). depressione, sollecitando la diversificazione degli approcci di ricerca stessi. Tra gli altri, l’elettroretinografia (ERG) è stata proposta anche quale potenziale misurazione a livello retinico dell’attività dopaminergica centrale per il disturbo depressivo maggiore (MDD) sia in pazienti drug-naïve che in trattamento con antidepressivi. Inoltre, le attuali evidenze in merito sono sostanzialmente preliminari, richiedendo pertanto conferma da ulteriori studi condotti anche con agenti antidepressivi di più recente introduzione quali duloxetina. Metodi: venti soggetti con MDD e 20 controlli appaiati per caratteristiche demografiche hanno ricevuto duloxetina a 60mg/ die per 12 settimane, venendo monitorizzati sia attraverso metodica ERG standard che scale di valutazione Hamilton scale for Depression (HAM-D) e Hamilton scale for Anxiety (HAM-A) nonché la Young Mania Rating Scale (YMRS), quest’ultima somministrata al basale e fine dello studio. Risultati: i valori dell’ampiezza dell’onda b dell’ERG hanno mostrato una riduzione significativa dal baseline alla dodicesima settimana in quei pazienti depressi al baseline che ottenevano una risposta finale (p = ,024), calando dal livello dei punteggi più elevati a quello, sostanzialmente immodificato, osservato tra i coloro che non avrebbero risposto e i controlli sani. Conclusioni: sebbene l’esiguità del campione e la mancanza di ulteriori valutazioni protratte nel tempo limitino la validità dei risultati di questo studio preliminare, almeno una parte dei pazienti MDD rispondenti a duloxetina mostrerebbe un pattern ERG peculiare, ipoteticamente correlato a un background biologico specifico Se confermato da ulteriori indagini condotte su campioni allargati, questi risultati potrebbero contribuire a fornire ulteriore luce circa i meccanismi biologici della depressione e dei relativi sottotipi, idealmente suggerendo pattern di risposta alternativi in risposta a trattamenti antidepressivi differenti.
Valutazione elettroretinografica (ERG) in pazienti con depressione maggiore in trattamento con duloxetina: differenza tra “responders” e “non-responders” quale possibile indice di un pattern biologico differenziale / Fornaro, M.; Bandini, F.; Ogliastro, C.; Cordano, C.; Martino, M.; Cestari, L.; Escelsior, A.; Rocchi, G.; Colicchio, S.; Perugi, G.. - (2012), pp. 204-205.
Valutazione elettroretinografica (ERG) in pazienti con depressione maggiore in trattamento con duloxetina: differenza tra “responders” e “non-responders” quale possibile indice di un pattern biologico differenziale.
M. Fornaro;
2012
Abstract
Introduzione: nonostante gli intensi sforzi della ricerca, scarse restano le acquisizioni circa i determinanti biologici della P139. Eiaculazione precoce e alessitimia G. Fanara, A. Galì, G. Mucciardi, F. Borgioli, E. Mezzatesta, B. Cavallari, C. Cucinotta, C. Magno UOC Urologia, Dipartimento Chir. Gen., Anat. Patol. e Oncol., Università di Messina L’eiaculazione precoce è una patologia di competenza urologica limita il rapporto sessuale a un brevissimo periodo di tempo con scarsa soddisfazione per entrambi i partner. La letteratura scientifica nazionale e internazionale ha approfondito la correlazione tra la disfunzione sessuale e l’alessitimia. Alcuni studi hanno evidenziato la correlazione tra eiaculazione precoce e alessitimia. Lo scopo di questo lavoro è valutare la presenza in soggetti affetti da eiaculazione precoce di alessitimia. Il campione (n:10 maschi) è stato reclutato c/o la Clinica Urologica del Policlinico Universitario di Messina con un’età compresa tra i 20 e i 55 anni messo a confronto con un gruppo di controllo (n: 10 maschi). L’eiaculazione precoce è stata il valutata con il PEDT (premature ejaculation diagnostic tool), mentre la TAS-20 (Toronto Alexithymia Scale) è stata utilizzata per lo studio dell’alessitimia: il cut-off per l’alessitimia era indicato da un punteggio ≥ 61. Dai risultati è emerso una correlazione tra pazienti affetti da eiaculazione precoce e alti punteggi alla TAS (> 61) (8/10 pazienti su dieci; p < 0,002) rispetto al gruppo di controllo (p < 0,001). In conclusione l’alessitimia può essere un fattore importante nella diagnosi dell’eiaculazione precoce, nonché a un più completo approccio mente-corpo. P140. Disturbi comportamentali nella malattia di Alzheimer: valutazione psichiatrica del paziente geriatrico complesso A.L.C. Fiengo1, S. Cimmarosa1, V. Preziosi1, C. Tomasetti1, E.B. de Notaris1, A. Fragassi2, A. de Bartolomeis1 1 Dipartimento di Neuroscienze, Area Didattico-Funzionale di Psichiatria, 2 Dipartimento di Scienze Neurologiche, Area Didattico-Funzionale di Neurologia, Università di Napoli “Federico II” Il 75% dei pazienti con m. di Alzheimer mostra sintomi psichiatrici riconducibili alla complessa fisiopatologia di tale malattia, la quale colpisce circuiti cerebrali implicati nei disturbi affettivi e psicotici. Lo studio ha valutato la distribuzione di tali sintomi in pazienti geriatrici affetti. Ai parenti di 80 pz 41 M e 39 F, età: 65-85 anni con diagnosi di m. di Alzheimer è stato somministrato il Neuropsychiatric Inventory per valutare frequenza e gravità di deliri, allucinazioni, agitazione/aggressività, depressione, ansia, euforia/esaltazione, apatia, disinibizione, irritabilità/labilità affettiva, iperattività motoria, disturbi del sonno, alimentazione. Analisi statistica: test χ quadro e coefficiente di correlazione per valutare la relazione tra i due set di dati indipendenti; test t per confrontare le medie dei dati (significatività p ≤ 0,05). Frequenza dei sintomi: maggiore dopo i 75 anni e nelle donne; depressione 50%; agitazione/aggressività 19%; iperattività motoria ed esaltazione/euforia 15%; deliri (tipo paranoideo) disinibizione 14%; irritabilità 13%; allucinazioni 10%. 60% dei pz ha più di 3 sintomi, il 7% li ha tutti. I risultati mostrano una rilevante incidenza di sintomi psichiatrici nella m. di Alzheimer. Tali dati pongono in risalto il ruolo S205 Posters YMRS iniziale, un più basso punteggio medio alla HAM-D-17 iniziale e la durata dell’episodio corrente sono stati identificati come predittori negativi di risposta statisticamente significativi. Conclusioni: la TEC è risultata un trattamento efficace per circa due terzi ei pazienti con depressione farmacologicamente resistente. La risposta negativa alla TEC è risultata associata con il sottotipo bipolare, presenza di sintomi maniacali durante la depressione e una durata protratta dell’episodio. P144. Disturbo post-traumatico da stress e sindrome metabolica a seguito del sisma de L’Aquila: esperienza dell’UTAP 2 N. Giordani Paesani, M. Malavolta, L. Verni, I. Santini, V. Bianchini, I. De Lauretis, A. Tosone, S. D’Onofrio, A. Mattei1, P. Evangelista2, R. Pollice3, R. Roncone3 Scuola di Specializzazione in Psichiatria; 1 Dipartimento di Medicina Interna e Sanità Pubblica; 2 Medico di Medicina Generale, L’Aquila; 3 Dipartimento di Scienze della Salute, Università de L’Aquila Introduzione: nel periodo immediatamente successivo a un trauma, i sopravvissuti sono a rischio per sperimentare distress psicologici, che risultano essere predittori sia di malattie psichiatriche che di patologie organiche. Il presente studio si propone di esaminare in una popolazione sopravvissuta al terremoto de L’Aquila 2009, la reazione allo stress post-traumatico, la presenza di una morbidità psichiatrica in termini di disturbo post-traumatico da stress (PTSD), e la presenza di sindrome metabolica (SM). In aggiunta, lo studio ha offerto l’opportunità di esaminare l’associazione tra la severità del PTSD e la presenza di SM nei due sessi, a nove mesi dal sisma. Materiali e metodi: lo studio ha incluso 157 soggetti, 55 (35,03%) di sesso maschile e 102 (64,97%) di sesso femminile, ed età media di 56,80 (ds15,26). Tali soggetti sono stati reclutati presso l’UTAP 2 de L’Aquila durante il periodo di novembre-dicembre 2009 e sono stati sottoposti a uno screening per la valutazione del benessere psicosociale [attraverso l’utilizzo di scale standardizzate auto-compilate: General Health Questionnaire- 12 (GHQ-12), Specific Earthquake Experience Questionnaire (SEEQ), Impact of Event Scale-R (IES-R), Self-rating Depression Scale (SDS)], e della SM attraverso la misurazione di parametri fisici e laboratoristici (pressione arteriosa diastolica e sistolica, glicemia, colesterolo HDL, trigliceridi, circonferenza vita, body mass index-BMI). Risultati: il 96,15% (N = 150) della popolazione in studio è stata esposta al trauma del terremoto e il 7,3% presentava una piena sintomatologia di PTSD. La SM è stata riscontrata nel 54,14% dei soggetti. Alla valutazione psicometrica effettuata i soggetti con una sintomatologia parziale di PTSD (N = 27) hanno riportato valori più elevati al GHQ-12 (p = 0,0001) e alla SDS (p = 0,0001) rispetto a coloro che non presentavano sintomi di PTSD, con compromissione dello stato di salute fisica (p = 0,0001). Differenze di genere si sono osservate rispetto alla presenza di una più intensa psicopatologia, in termini di GHQ- 12 (p = 0,03), SDS (p = 0,0011), SF-12 (p = 0,0027), sintomi post-traumatici come evitamento (p = 0,0015), intrusività (p = 0,0002) e iperarousal (p = 0,0000) e valori metabolici mediamente più alti, in termini di pressione diastolica (p = 0,0002), pressione sistolica (p = 0,02), colesterolo HDL (p = 0,001), circonferenza vita (p = 0,0000) e BMI (p = 0,0002). depressione, sollecitando la diversificazione degli approcci di ricerca stessi. Tra gli altri, l’elettroretinografia (ERG) è stata proposta anche quale potenziale misurazione a livello retinico dell’attività dopaminergica centrale per il disturbo depressivo maggiore (MDD) sia in pazienti drug-naïve che in trattamento con antidepressivi. Inoltre, le attuali evidenze in merito sono sostanzialmente preliminari, richiedendo pertanto conferma da ulteriori studi condotti anche con agenti antidepressivi di più recente introduzione quali duloxetina. Metodi: venti soggetti con MDD e 20 controlli appaiati per caratteristiche demografiche hanno ricevuto duloxetina a 60mg/ die per 12 settimane, venendo monitorizzati sia attraverso metodica ERG standard che scale di valutazione Hamilton scale for Depression (HAM-D) e Hamilton scale for Anxiety (HAM-A) nonché la Young Mania Rating Scale (YMRS), quest’ultima somministrata al basale e fine dello studio. Risultati: i valori dell’ampiezza dell’onda b dell’ERG hanno mostrato una riduzione significativa dal baseline alla dodicesima settimana in quei pazienti depressi al baseline che ottenevano una risposta finale (p = ,024), calando dal livello dei punteggi più elevati a quello, sostanzialmente immodificato, osservato tra i coloro che non avrebbero risposto e i controlli sani. Conclusioni: sebbene l’esiguità del campione e la mancanza di ulteriori valutazioni protratte nel tempo limitino la validità dei risultati di questo studio preliminare, almeno una parte dei pazienti MDD rispondenti a duloxetina mostrerebbe un pattern ERG peculiare, ipoteticamente correlato a un background biologico specifico Se confermato da ulteriori indagini condotte su campioni allargati, questi risultati potrebbero contribuire a fornire ulteriore luce circa i meccanismi biologici della depressione e dei relativi sottotipi, idealmente suggerendo pattern di risposta alternativi in risposta a trattamenti antidepressivi differenti.File | Dimensione | Formato | |
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