L’università ha tradizionalmente rappresentato un tema di progetto stimolante per il forte valore simbolico dell’istituzione, per la presenza di una committenza attenta e avanzata, per la complessità funzionale che ha richiesto soluzioni innovative dal punto di vista spaziale e distributivo. A partire dalla seconda metà del Novecento, in coincidenza di una nuova stagione del Moderno nella quale si sono progressivamente abbandonate le rigide posizioni dettate dal primo razionalismo, l’università è diventata anche un campo privilegiato di sperimentazione di nuove relazioni con la tradizione, il paesaggio e le arti figurative. Non è, peraltro, fortuito che le opere più significative di questa nuova fase abbiano visto la luce in paesi rimasti sinora ai margini della modernità come l’America Latina, il Medioriente o il Mezzogiorno d’Italia. Non solo perché qui mancavano delle architetture per la formazione all’altezza delle nazioni più avanzate, ma anche perché nella cultura si intravedevano nuove opportunità per il riscatto dei paesi in via di sviluppo. Fra i tratti distintivi delle due principali opere realizzate nel secolo scorso, l’Università di Città del Messico e quella di Caracas in Venezuela, entrambe riconosciute dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, vi è la sperimentazione di un nuovo rapporto di collaborazione fra architettura ed arti figurative, un tema che entra prepotentemente nel dibattito del dopoguerra e di cui ciascuna di esse ha sviluppato un’esemplare declinazione.
Una sintesi moderna delle arti: le università di Città del Messico, Caracas e Napoli / Viola, F.. - In: ANANKE. - ISSN 1129-8219. - 84:(2018), pp. 52-55.
Una sintesi moderna delle arti: le università di Città del Messico, Caracas e Napoli.
Viola F.
2018
Abstract
L’università ha tradizionalmente rappresentato un tema di progetto stimolante per il forte valore simbolico dell’istituzione, per la presenza di una committenza attenta e avanzata, per la complessità funzionale che ha richiesto soluzioni innovative dal punto di vista spaziale e distributivo. A partire dalla seconda metà del Novecento, in coincidenza di una nuova stagione del Moderno nella quale si sono progressivamente abbandonate le rigide posizioni dettate dal primo razionalismo, l’università è diventata anche un campo privilegiato di sperimentazione di nuove relazioni con la tradizione, il paesaggio e le arti figurative. Non è, peraltro, fortuito che le opere più significative di questa nuova fase abbiano visto la luce in paesi rimasti sinora ai margini della modernità come l’America Latina, il Medioriente o il Mezzogiorno d’Italia. Non solo perché qui mancavano delle architetture per la formazione all’altezza delle nazioni più avanzate, ma anche perché nella cultura si intravedevano nuove opportunità per il riscatto dei paesi in via di sviluppo. Fra i tratti distintivi delle due principali opere realizzate nel secolo scorso, l’Università di Città del Messico e quella di Caracas in Venezuela, entrambe riconosciute dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, vi è la sperimentazione di un nuovo rapporto di collaborazione fra architettura ed arti figurative, un tema che entra prepotentemente nel dibattito del dopoguerra e di cui ciascuna di esse ha sviluppato un’esemplare declinazione.File | Dimensione | Formato | |
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