Lo studio parte dalla constatazione dell'imponente numero di pubblicazioni ad argomento catastrofico che si realizzarono nel Regno di Napoli a partire dal 1631 della grande eruzione vesuviana e per tutto il s. XVII lungo il quale si moltiplicarono i fenomeni tellurici e le emergenze politico-sanitarie. Relazioni cronachistiche, trattati scientifici, opere di carattere devozionale, riflessioni filosofico-morali, ma anche un'importante quantità di testi poetici affollano i banchi delle librerie per contribuire all'interpretazione di una serie di eventi che stravolgevano le consuetudini quotidiane costringendo la popolazione a confrontarsi con quel che l'antropologo Ernesto de Martino avrebbe poi chiamato la "crisi della presenza". Nel fronteggiare lo choc cognitivo tipico di ogni grande fenomeno distruttivo, questa produzione, e soprattutto quella più francamente letteraria e poetica, provvedeva a riconfigurare il sistema culturale cittadino, fornendo anche una diversa interpretazione del sistema urbano, i cui assi venivano rovesciati da Ovest (originario polo mitologico in virtù dell'estensione cumana e delle memorie virgiliane) a Est (dove invece si erge il vulcano, che diviene il nuovo centro di una mitologia tellurica e ctonia apparentata a quella etnèa), e riconfigurata secondo le coordinate verticali basso/alto (giù ci sono in conflitti, la morte, le potenze della distruzione, su ci sono i santi e i condottieri che proteggono). Inserendosi nell'ambito della ricerca ERC "Discopose", il contributo mira a fornire una lettura della produzione letteraria napoletana del s. XVII che reinterpreti le coordinate di stile (il marinismo e la cultura barocca) all'interno di un sistema tipologico-culturale coerente che abbraccia insieme rappresentazione cartografica, illustrazione pittorica, cultural scientifica e linguaggio della poesia.
The Portrait of a Catastrophe. The Image of the City in Seventeenth-Century Neapolitan Culture / Alfano, Giancarlo. - (2018), pp. 147-161.
The Portrait of a Catastrophe. The Image of the City in Seventeenth-Century Neapolitan Culture
Giancarlo Alfano
2018
Abstract
Lo studio parte dalla constatazione dell'imponente numero di pubblicazioni ad argomento catastrofico che si realizzarono nel Regno di Napoli a partire dal 1631 della grande eruzione vesuviana e per tutto il s. XVII lungo il quale si moltiplicarono i fenomeni tellurici e le emergenze politico-sanitarie. Relazioni cronachistiche, trattati scientifici, opere di carattere devozionale, riflessioni filosofico-morali, ma anche un'importante quantità di testi poetici affollano i banchi delle librerie per contribuire all'interpretazione di una serie di eventi che stravolgevano le consuetudini quotidiane costringendo la popolazione a confrontarsi con quel che l'antropologo Ernesto de Martino avrebbe poi chiamato la "crisi della presenza". Nel fronteggiare lo choc cognitivo tipico di ogni grande fenomeno distruttivo, questa produzione, e soprattutto quella più francamente letteraria e poetica, provvedeva a riconfigurare il sistema culturale cittadino, fornendo anche una diversa interpretazione del sistema urbano, i cui assi venivano rovesciati da Ovest (originario polo mitologico in virtù dell'estensione cumana e delle memorie virgiliane) a Est (dove invece si erge il vulcano, che diviene il nuovo centro di una mitologia tellurica e ctonia apparentata a quella etnèa), e riconfigurata secondo le coordinate verticali basso/alto (giù ci sono in conflitti, la morte, le potenze della distruzione, su ci sono i santi e i condottieri che proteggono). Inserendosi nell'ambito della ricerca ERC "Discopose", il contributo mira a fornire una lettura della produzione letteraria napoletana del s. XVII che reinterpreti le coordinate di stile (il marinismo e la cultura barocca) all'interno di un sistema tipologico-culturale coerente che abbraccia insieme rappresentazione cartografica, illustrazione pittorica, cultural scientifica e linguaggio della poesia.File | Dimensione | Formato | |
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