Il contributo si propone di investigare le questioni del progetto di architettura come strumento di ricomposizione di razionalità tecniche, figurative e rappresentative e di comprendere quale può essere il ruolo della ricerca nel rapporto con il progetto e la composizione architettonica e tra ricerca teorica e ricerca applicata. L’architettura è arte collettiva, il cui strumento di ricerca è il progetto, che in quanto canale dell’investigazione è espressione di opinioni, bisogni, emozioni, cultura costruttiva, economia di una determinata società. Un buon progetto, tuttavia, non garantisce la validità di un’opera: un brutto edificio può essere generato da una progettazione precisa e dettagliata. Per conferire coerenza funzionale, strutturale ed espressiva all'opera è necessario un pensiero compositivo, la cui importanza è centrale nella ricerca architettonica. La cultura collettiva è in continua evoluzione, conseguentemente anche le regole compositive di concezione e costruzione dello spazio che le appartengono mutano insieme ad essa. La ricerca compositiva traduce, a volte anticipa, quanto la cultura collettiva porta in nuce circa la creazione dello spazio artificiale. Il processo creativo cui si accenna, tuttavia, non può tradursi in atto creativo tout court, così come per qualsiasi altra arte, ma comporta una responsabile valutazione critica del proprio operato ed il riferimento ad un bagaglio di regole e conoscenze all'interno delle quali si muove la ricerca. Il pensiero compositivo nel progetto, così come nella ricerca e nell'insegnamento, prova a ricercare, pur nel rispetto delle diverse specificità disciplinari, un parallelismo di fondo tra il procedimento creativo che contraddistingue i campi dell’arte ed il ragionamento scientifico, cercando di delineare un percorso creativo libero, ma non arbitrario. In quanto arte l’architettura è connessa al fare ed all'esperienza, in quanto scienza è connessa al sapere ed alla conoscenza. Per produrre architettura il sapere vale anche per saper fare, ma il saper fare deve essere guidato dal giudizio del conoscere. Il pensiero compositivo guida il progetto attraverso il conflitto tra il necessario ed il possibile per disvelarne i termini incogniti, distribuzione, struttura e forma per decifrarne il tema ed i suoi motivi. Il progetto è ricerca, così come in architettura la ricerca è progetto. Volgere lo sguardo al pensiero compositivo come griglia-guida delle scelte progettuali, che le leghi criticamente alla cultura collettiva vuole essere un tentativo per superare l’ambito ristretto agli addetti ai lavori in cui ha finito per auto confinarsi l’architettura in Italia, trasformandosi da fine in mezzo, in cui la speculazione teorica sembra aver avuto il sopravvento sull'architettura costruita, lasciata invece ad appannaggio del mondo degli interessi che gravitano nelle costruzioni, lasciando l’architettura italiana senza un pubblico ed impedendo qualsiasi opportunità di sviluppare una prassi della qualità diffusa.
Percorsi tra didattica e progetto per la costruzione di un pensiero compositivo nel panorama architettonico italiano / Giammetti, Mariateresa. - (2013), pp. 218-221. (Intervento presentato al convegno L’architettura è un prodotto socialmente utile? Atti del 3o Forum dell’Associazione Nazionale dei Docenti di Progettazione Architettonica ICAR 14/15/16. tenutosi a Torino nel ottobre 2013).
Percorsi tra didattica e progetto per la costruzione di un pensiero compositivo nel panorama architettonico italiano
Mariateresa Giammetti
2013
Abstract
Il contributo si propone di investigare le questioni del progetto di architettura come strumento di ricomposizione di razionalità tecniche, figurative e rappresentative e di comprendere quale può essere il ruolo della ricerca nel rapporto con il progetto e la composizione architettonica e tra ricerca teorica e ricerca applicata. L’architettura è arte collettiva, il cui strumento di ricerca è il progetto, che in quanto canale dell’investigazione è espressione di opinioni, bisogni, emozioni, cultura costruttiva, economia di una determinata società. Un buon progetto, tuttavia, non garantisce la validità di un’opera: un brutto edificio può essere generato da una progettazione precisa e dettagliata. Per conferire coerenza funzionale, strutturale ed espressiva all'opera è necessario un pensiero compositivo, la cui importanza è centrale nella ricerca architettonica. La cultura collettiva è in continua evoluzione, conseguentemente anche le regole compositive di concezione e costruzione dello spazio che le appartengono mutano insieme ad essa. La ricerca compositiva traduce, a volte anticipa, quanto la cultura collettiva porta in nuce circa la creazione dello spazio artificiale. Il processo creativo cui si accenna, tuttavia, non può tradursi in atto creativo tout court, così come per qualsiasi altra arte, ma comporta una responsabile valutazione critica del proprio operato ed il riferimento ad un bagaglio di regole e conoscenze all'interno delle quali si muove la ricerca. Il pensiero compositivo nel progetto, così come nella ricerca e nell'insegnamento, prova a ricercare, pur nel rispetto delle diverse specificità disciplinari, un parallelismo di fondo tra il procedimento creativo che contraddistingue i campi dell’arte ed il ragionamento scientifico, cercando di delineare un percorso creativo libero, ma non arbitrario. In quanto arte l’architettura è connessa al fare ed all'esperienza, in quanto scienza è connessa al sapere ed alla conoscenza. Per produrre architettura il sapere vale anche per saper fare, ma il saper fare deve essere guidato dal giudizio del conoscere. Il pensiero compositivo guida il progetto attraverso il conflitto tra il necessario ed il possibile per disvelarne i termini incogniti, distribuzione, struttura e forma per decifrarne il tema ed i suoi motivi. Il progetto è ricerca, così come in architettura la ricerca è progetto. Volgere lo sguardo al pensiero compositivo come griglia-guida delle scelte progettuali, che le leghi criticamente alla cultura collettiva vuole essere un tentativo per superare l’ambito ristretto agli addetti ai lavori in cui ha finito per auto confinarsi l’architettura in Italia, trasformandosi da fine in mezzo, in cui la speculazione teorica sembra aver avuto il sopravvento sull'architettura costruita, lasciata invece ad appannaggio del mondo degli interessi che gravitano nelle costruzioni, lasciando l’architettura italiana senza un pubblico ed impedendo qualsiasi opportunità di sviluppare una prassi della qualità diffusa.File | Dimensione | Formato | |
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