Ripensare al tema dell’abitare implica una riflessione sul carattere della città contemporanea, non solo nelle sue parti consolidate, ma anche per quelle in estensione, in cui si concentra prevalentemente l’edilizia residenziale di nuova costruzione. Si tratta degli spazi della cosiddetta città diffusa, luoghi spesso irrisolti, anzi “non luoghi”, città dormitorio in cui il rapporto tra tipologie insediative, sistemi di aggregazione delle residenze, spazi comuni e spazi pubblici si è completamente perso, oppure laddove fosse stato imposto attraverso le strategie progettuali dei nuovi insediamenti, ha perso completamente di significato per chi abita quei luoghi. Le riflessioni sulla città diffusa e sulle norme compositive che sottendono alla sua genesi, pongono una serie di domande sui temi della città in estensione, sull'urbanizzazione della campagna in relazione alla storia del paesaggio agrario e del territorio come palinsesto. Qual è il carattere per cui la città diffusa può assumere forma urbana o essere riconoscibile come città e non come mera sommatoria di residenze; qual è, se c’è, la forma urbis da conferire alla città diffusa, per attribuirle quei caratteri urbani comunemente accettati, che renderebbero riconoscibile il territorio come città? Se, conseguentemente alla realizzazione massiccia di nuove residenze, il territorio diventa città, qual è la forma urbana di questo nuovo tipo di città ed è necessario, in questo caso, che abbia una forma urbana? Siamo di fronte alla crisi dei caratteri formali della città così come tradizionalmente intesi, a favore di una dispersione della residenza verso la campagna, secondo forme che potremmo definire “rurbane”. Di fronte a questa nuova geografia del territorio, la stessa idea di città, intesa come sintesi di regole compositive che trovano la loro ragione nella memoria collettiva entra in crisi. E’ normale lo spaesamento di fronte a queste nuove “atopie”, in cui la stessa coscienza collettiva stenta a riconoscersi. Cosa accade quando l’idea di concinnitas comunemente accettata, in funzione della quale si definisce la nozione classica del bello come armonia, come composizione dei contrasti, non trova più riscontro nella scrittura della nuova forma urbana? Risulta evidente la necessità di interrogarsi sullo scollamento tra la genesi morfologica tradizionale della città e nuove forme dell’abitare: nuovi sistemi aperti hanno messo in crisi il nesso consequenziale tra tipo edilizio, unità morfologica dell’isolato e impianto urbano, dove tutto si ritrovava nelle ragioni dei fatti urbani e del locus, che a loro volta si riconoscevano e venivano riconosciuti dalla memoria collettiva. Che succede alla forma quando la “geografia” si scolla dalla memoria collettiva e viene percepita come “brutto”?

Riflessioni sulla città diffusa: il rapporto tra residenza e spazi pubblici nella definizione di una nuova “forma” urbana / Giammetti, Mariateresa. - (2012), pp. 928-936. (Intervento presentato al convegno Abitare il Futuro Abitare il nuovo/ Abitare di nuovo ai tempi della crisi tenutosi a Napoli nel Dicembre 2012).

Riflessioni sulla città diffusa: il rapporto tra residenza e spazi pubblici nella definizione di una nuova “forma” urbana

Mariateresa Giammetti
2012

Abstract

Ripensare al tema dell’abitare implica una riflessione sul carattere della città contemporanea, non solo nelle sue parti consolidate, ma anche per quelle in estensione, in cui si concentra prevalentemente l’edilizia residenziale di nuova costruzione. Si tratta degli spazi della cosiddetta città diffusa, luoghi spesso irrisolti, anzi “non luoghi”, città dormitorio in cui il rapporto tra tipologie insediative, sistemi di aggregazione delle residenze, spazi comuni e spazi pubblici si è completamente perso, oppure laddove fosse stato imposto attraverso le strategie progettuali dei nuovi insediamenti, ha perso completamente di significato per chi abita quei luoghi. Le riflessioni sulla città diffusa e sulle norme compositive che sottendono alla sua genesi, pongono una serie di domande sui temi della città in estensione, sull'urbanizzazione della campagna in relazione alla storia del paesaggio agrario e del territorio come palinsesto. Qual è il carattere per cui la città diffusa può assumere forma urbana o essere riconoscibile come città e non come mera sommatoria di residenze; qual è, se c’è, la forma urbis da conferire alla città diffusa, per attribuirle quei caratteri urbani comunemente accettati, che renderebbero riconoscibile il territorio come città? Se, conseguentemente alla realizzazione massiccia di nuove residenze, il territorio diventa città, qual è la forma urbana di questo nuovo tipo di città ed è necessario, in questo caso, che abbia una forma urbana? Siamo di fronte alla crisi dei caratteri formali della città così come tradizionalmente intesi, a favore di una dispersione della residenza verso la campagna, secondo forme che potremmo definire “rurbane”. Di fronte a questa nuova geografia del territorio, la stessa idea di città, intesa come sintesi di regole compositive che trovano la loro ragione nella memoria collettiva entra in crisi. E’ normale lo spaesamento di fronte a queste nuove “atopie”, in cui la stessa coscienza collettiva stenta a riconoscersi. Cosa accade quando l’idea di concinnitas comunemente accettata, in funzione della quale si definisce la nozione classica del bello come armonia, come composizione dei contrasti, non trova più riscontro nella scrittura della nuova forma urbana? Risulta evidente la necessità di interrogarsi sullo scollamento tra la genesi morfologica tradizionale della città e nuove forme dell’abitare: nuovi sistemi aperti hanno messo in crisi il nesso consequenziale tra tipo edilizio, unità morfologica dell’isolato e impianto urbano, dove tutto si ritrovava nelle ragioni dei fatti urbani e del locus, che a loro volta si riconoscevano e venivano riconosciuti dalla memoria collettiva. Che succede alla forma quando la “geografia” si scolla dalla memoria collettiva e viene percepita come “brutto”?
2012
9788884972361
Riflessioni sulla città diffusa: il rapporto tra residenza e spazi pubblici nella definizione di una nuova “forma” urbana / Giammetti, Mariateresa. - (2012), pp. 928-936. (Intervento presentato al convegno Abitare il Futuro Abitare il nuovo/ Abitare di nuovo ai tempi della crisi tenutosi a Napoli nel Dicembre 2012).
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