I dati disponibili all’estero e in Italia indicano che la frequenza di insufficienza renale terminale è diventata sostanzialmente maggiore dagli anni ’90 in poi, soprattutto nelle fasce di età avanzata. È ormai accertato che l’uso della semplice creatininemia come indice di funzione renale implica l’inevitabile conseguenza di molti casi di insufficienza renale non correttamente diagnosticati, specialmente nelle età avanzate. L’uso corretto del parametro eGFR rappresenta al momento uno degli elementi fondamentali della nefrologia moderna e quindi una delle armi da opporre alla ulteriore progressione di malattie renali. È ovvio che l’uso dell’eGFR come indice di funzione renale implicherà un certo numero di falsi positivi, cioè di persone con basso valore di eGFR, ma con buona funzione renale. Un certo numero di falsi positivi appare come un errore preferibile a un elevato numero di casi con mancata diagnosi di insufficienza renale. Infatti, nella buona pratica medica, un valore ridotto di eGFR, da solo, dovrebbe rappresentare un elemento in favore della necessità di ulteriori approfondimenti diagnostici, non l’elemento sufficiente per una diagnosi definitiva.
La prevenzione della malattia renale cronica. Quando, come e in quali soggetti misurare il GFR / Cirillo, Massimo; Antonia Mele, Alessandra; Bilancio, Giancarlo. - In: MEDICO E PAZIENTE. - ISSN 0390-0347. - 2:2(2012), pp. 16-19.
La prevenzione della malattia renale cronica. Quando, come e in quali soggetti misurare il GFR
Massimo Cirillo;
2012
Abstract
I dati disponibili all’estero e in Italia indicano che la frequenza di insufficienza renale terminale è diventata sostanzialmente maggiore dagli anni ’90 in poi, soprattutto nelle fasce di età avanzata. È ormai accertato che l’uso della semplice creatininemia come indice di funzione renale implica l’inevitabile conseguenza di molti casi di insufficienza renale non correttamente diagnosticati, specialmente nelle età avanzate. L’uso corretto del parametro eGFR rappresenta al momento uno degli elementi fondamentali della nefrologia moderna e quindi una delle armi da opporre alla ulteriore progressione di malattie renali. È ovvio che l’uso dell’eGFR come indice di funzione renale implicherà un certo numero di falsi positivi, cioè di persone con basso valore di eGFR, ma con buona funzione renale. Un certo numero di falsi positivi appare come un errore preferibile a un elevato numero di casi con mancata diagnosi di insufficienza renale. Infatti, nella buona pratica medica, un valore ridotto di eGFR, da solo, dovrebbe rappresentare un elemento in favore della necessità di ulteriori approfondimenti diagnostici, non l’elemento sufficiente per una diagnosi definitiva.File | Dimensione | Formato | |
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