Analisi energetica ed economica sullo spessore ottimale di isolante termico in edifici esistenti per uffici in climi mediterranei

Attualmente gli edifici adibiti ad ufficio costruiti in Italia prima dell’entrata in vigore delle prime leggi sul contenimento del consumo energetico degli edifici (L. 373/76) sono caratterizzati da un crescente consumo di energia per il riscaldamento in inverno e per il raffreddamento estivo dei locali. È soprattutto in crescita significativa la domanda di energia elettrica per il raffreddamento. Tra le possibili strategie per ridurre le richieste energetiche degli edifici, l’isolamento termico dell’involucro edilizio è una soluzione frequente. Tuttavia, in edifici con elevati carichi termici interni e/o situati in climi con estati calde ed inverni miti, un eccessivo spessore di isolante può risultare energeticamente penalizzante, sebbene in linea con gli attuali limiti di legge. In questo articolo è analizzato un caso di studio, sviluppato con un software di simulazione energetica dinamica (Design Builder), che riguarda l’impatto energetico ed economico dell’isolante termico applicato sul lato esterno di un edificio esistente adibito ad uffici. Le località scelte in ambito mediterraneo sono Palermo, Roma, Milano e Il Cairo e come carichi termici interni sono considerati 10, 20 e 30 W/m2. I risultati mostrano che uno spessore eccessivo di isolamento termico degli edifici non è conveniente nei climi più caldi. Inoltre, per due località (Palermo e Roma), lo spessore ottimale di isolante è minore di quello necessario a soddisfare i requisiti legislativi attuali sul contenimento dei consumi energetici negli edifici. Infine, è stato valutato anche l’indice PMV (“Predicted Mean Vote”, cioè voto medio previsto) in alcuni ambienti svantaggiati, per tener conto anche del comfort termico degli occupanti.