L’incidenza del lavoro irregolare è legata in modo complesso, secondo nessi di causalità bi- direzionale, all’assetto istituzionale dei contesti in ritardo di sviluppo e risponde a motivazioni sia dei datori di lavoro, sia dei lavoratori stessi. Al fine di spiegare come e perché alcune politiche “falliscono” in alcuni contesti mentre in altri generano l’impatto atteso è necessario indagare le motivazioni razionali che spingono imprenditori e lavoratori ad operare nel sommerso, considerando la loro reciproca interazione. Il presente lavoro propone una riflessione critica sull’impianto delle politiche di regolarizzazione dell’economia sommersa finora messe in campo in Italia: gli strumenti “diretti” di emersione, le politiche del lavoro “flessibile” e le misure di contrasto all’irregolarità/illegalità nel Mezzogiorno. Il ragionamento si articola nell’ambito di un quadro teorico che lega la prospettiva neoistituzionale, l’approccio economico-evolutivo e la valutazione realista delle politiche di emersione. Ne risulta che queste ultime sono sistemi complessi di governance del mercato del lavoro, del sistema di welfare e di ordine pubblico in relazione a contesti circoscritti, che agiscono come vincolo e/o un’opportunità di cambiamento delle scelte degli agenti. I processi di regolarizzazione sono perseguibili, quindi, attraverso un approccio integrato di policy che promuova l’accesso e l’espansione dei mercati e assicuri l’efficacia della vigilanza, incidendo su meccanismi individuali e sociali di natura economica, cognitiva e motivazionale.
Lavoro flessibile, inclusione sociale e legalità per una strategia integrata di emersione / Marra, Mita. - In: ECONOMIA & LAVORO. - ISSN 0012-978X. - 1:(2009), pp. 91-111.
Lavoro flessibile, inclusione sociale e legalità per una strategia integrata di emersione
Mita Marra
2009
Abstract
L’incidenza del lavoro irregolare è legata in modo complesso, secondo nessi di causalità bi- direzionale, all’assetto istituzionale dei contesti in ritardo di sviluppo e risponde a motivazioni sia dei datori di lavoro, sia dei lavoratori stessi. Al fine di spiegare come e perché alcune politiche “falliscono” in alcuni contesti mentre in altri generano l’impatto atteso è necessario indagare le motivazioni razionali che spingono imprenditori e lavoratori ad operare nel sommerso, considerando la loro reciproca interazione. Il presente lavoro propone una riflessione critica sull’impianto delle politiche di regolarizzazione dell’economia sommersa finora messe in campo in Italia: gli strumenti “diretti” di emersione, le politiche del lavoro “flessibile” e le misure di contrasto all’irregolarità/illegalità nel Mezzogiorno. Il ragionamento si articola nell’ambito di un quadro teorico che lega la prospettiva neoistituzionale, l’approccio economico-evolutivo e la valutazione realista delle politiche di emersione. Ne risulta che queste ultime sono sistemi complessi di governance del mercato del lavoro, del sistema di welfare e di ordine pubblico in relazione a contesti circoscritti, che agiscono come vincolo e/o un’opportunità di cambiamento delle scelte degli agenti. I processi di regolarizzazione sono perseguibili, quindi, attraverso un approccio integrato di policy che promuova l’accesso e l’espansione dei mercati e assicuri l’efficacia della vigilanza, incidendo su meccanismi individuali e sociali di natura economica, cognitiva e motivazionale.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
MARRA-ECONOMIA&LAVORO versione.pdf
non disponibili
Dimensione
136.93 kB
Formato
Adobe PDF
|
136.93 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.