Dominato dai primi affectus, voluptas, ambitio ed avaritia, l’individuo thomasiano considera bene ciò che conserva ed alimenta tali affetti, mentre percepisce come dolore la loro privazione. Allo stesso modo, tutti considerano onesto quanto è conforme alla propria passione dominante, mentre reputano disonesto o non onesto quanto le si oppone. Sulla base di tali presupposti, l’uomo necessita assolutamente di una disciplina, che, grazie alla guida della recta ratio, non solo detti le norme per la sua edificazione morale, ma impedisca persino la distruzione fisica di se stesso, in quanto individuo in costante balia dell’irrazionalità delle passiones voluntatis. Nel fondare tale dottrina morale, il filosofo sassone rimarca come ogni individuo sia dotato di una particolare volontà, che lo differenzia dal resto dei suoi simili, tanto che quello che uno solo vuole l’altro non lo desidera, o vuole il contrario. In tale quadro teorico, solo il sapiens è capace di ottemperare al dovere, adeguando il proprio comportamento ai precetti della recta ratio, che, grazie al processo di armonizzazione degli affetti primari, si pone quale principio-guida della volontà. La coazione ed il ‘dovere coercitivo’ è, invece, previsto da Thomasius come il mezzo, il rimedio, affinché gli stolti possano essere avviati alla realizzazione del loro percorso di emendazione morale e conseguire, pertanto, grazie ad un costante processo di autoformazione interiore, la sapientia.
La dottrina degli affetti e la dinamica dell’azione nel giusnaturalismo di Christian Thomasius / Dioni, Gianluca. - In: ATTI E MEMORIE DELLA ACCADEMIA PETRARCA DI LETTERE, ARTI E SCIENZE. - ISSN 0393-2397. - Nuova Serie Vol. LXXIX anno 2017:(2018), pp. 129-142.
La dottrina degli affetti e la dinamica dell’azione nel giusnaturalismo di Christian Thomasius
gianluca dioni
2018
Abstract
Dominato dai primi affectus, voluptas, ambitio ed avaritia, l’individuo thomasiano considera bene ciò che conserva ed alimenta tali affetti, mentre percepisce come dolore la loro privazione. Allo stesso modo, tutti considerano onesto quanto è conforme alla propria passione dominante, mentre reputano disonesto o non onesto quanto le si oppone. Sulla base di tali presupposti, l’uomo necessita assolutamente di una disciplina, che, grazie alla guida della recta ratio, non solo detti le norme per la sua edificazione morale, ma impedisca persino la distruzione fisica di se stesso, in quanto individuo in costante balia dell’irrazionalità delle passiones voluntatis. Nel fondare tale dottrina morale, il filosofo sassone rimarca come ogni individuo sia dotato di una particolare volontà, che lo differenzia dal resto dei suoi simili, tanto che quello che uno solo vuole l’altro non lo desidera, o vuole il contrario. In tale quadro teorico, solo il sapiens è capace di ottemperare al dovere, adeguando il proprio comportamento ai precetti della recta ratio, che, grazie al processo di armonizzazione degli affetti primari, si pone quale principio-guida della volontà. La coazione ed il ‘dovere coercitivo’ è, invece, previsto da Thomasius come il mezzo, il rimedio, affinché gli stolti possano essere avviati alla realizzazione del loro percorso di emendazione morale e conseguire, pertanto, grazie ad un costante processo di autoformazione interiore, la sapientia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.