Il versante medio-adriatico della penisola italiana compreso nelle attuali regioni Marche e Abruzzo fu popolato in epoca preromana da gruppi etnici diversi, che identificarono nelle comunità di villaggio il principale modo di popolamento. Considerata la penuria di fonti letterarie e di testimonianze epigrafiche, l’esame delle testimonianze relative ai gruppi familiari e gentilizi esistenti tra VII e V sec. a.C. in questi territori si deve largamente avvalere dei reperti archeologici. A propria volta i reperti archeologici consistono per lo più di manufatti provenienti da sepolture, che si possono suddividere in immobili, quali i monumenti e i segnacoli funerari, e mobili, come le suppellettili deposte nelle tombe. La rassegna delle sepolture riposa su alcune necropoli esplorate nelle Marche settentrionali a Novilara (PU) e in Abruzzo settentrionale a Campovalano (TE), nei cui apprestamenti sono stati visti i riflessi di una struttura sociale articolata esistente nella relativa comunità, simile a quella definita clan conico nell’antropologia. L’esistenza di singoli individui posti al vertice della comunità è segnalata da indicatori di rango e di potere, come scettri e bastoni di comando, e in specie dall’esistenza di immagini funerarie e stele litiche. In proposito viene suggerita una nuova ipotesi di ricostruzione per alcune note statue da Capestrano, in origine forse riunite in un unico monumento, che, dedicato dal gruppo familiare dominante nella relativa comunità, sarebbe stato abbattuto quando quel gruppo perse la posizione dominante.
Clan e gentes nell’Italia medio-adriatica in epoca preromana / Naso, Alessandro. - 61:(2019), pp. 155-190. (Intervento presentato al convegno La società gentilizia nell'Italia antica tra realtà e mito storiografico tenutosi a Pavia nel 23-24.10.2015).
Clan e gentes nell’Italia medio-adriatica in epoca preromana
Naso, Alessandro
2019
Abstract
Il versante medio-adriatico della penisola italiana compreso nelle attuali regioni Marche e Abruzzo fu popolato in epoca preromana da gruppi etnici diversi, che identificarono nelle comunità di villaggio il principale modo di popolamento. Considerata la penuria di fonti letterarie e di testimonianze epigrafiche, l’esame delle testimonianze relative ai gruppi familiari e gentilizi esistenti tra VII e V sec. a.C. in questi territori si deve largamente avvalere dei reperti archeologici. A propria volta i reperti archeologici consistono per lo più di manufatti provenienti da sepolture, che si possono suddividere in immobili, quali i monumenti e i segnacoli funerari, e mobili, come le suppellettili deposte nelle tombe. La rassegna delle sepolture riposa su alcune necropoli esplorate nelle Marche settentrionali a Novilara (PU) e in Abruzzo settentrionale a Campovalano (TE), nei cui apprestamenti sono stati visti i riflessi di una struttura sociale articolata esistente nella relativa comunità, simile a quella definita clan conico nell’antropologia. L’esistenza di singoli individui posti al vertice della comunità è segnalata da indicatori di rango e di potere, come scettri e bastoni di comando, e in specie dall’esistenza di immagini funerarie e stele litiche. In proposito viene suggerita una nuova ipotesi di ricostruzione per alcune note statue da Capestrano, in origine forse riunite in un unico monumento, che, dedicato dal gruppo familiare dominante nella relativa comunità, sarebbe stato abbattuto quando quel gruppo perse la posizione dominante.File | Dimensione | Formato | |
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