INTRODUZIONE. Nel contesto universitario, il ritardo negli studi costituisce uno dei maggiori fattori di rischio di esclusione e di drop out (Muskens, 2011). Il counselling universitario è ad oggi considerato un dispositivo molto utile per sostenere gli studenti nel riconoscimento delle proprie risorse e nell'adottare strategie funzionali all'assunzione di comportamenti orientati a scopi di sviluppo formativi (Freda, Gonzàlez-Monteagudo & Esposito, 2016). Presso il centro SInAPSi dell'Università Federico II di Napoli, è attivo da diversi anni un servizio di counselling di gruppo rivolto agli studenti che hanno accumulato ritardo negli studi e che ha l'obiettivo di promuovere processi di mentalizzazione (Bateman & Fonagy, 2012), intesa quale competenza psico-sociale e risorsa da sviluppare con individui che fronteggiano crisi evolutive e compiti di sviluppo complessi legati alla specificità dei contesti (Marchetti, 2014). Il counselling nasce con l'obiettivo di sostenere gli studenti nel fronteggiamento dei compiti evolutivi connessi all'esperienza universitaria; si avvale di una metodologia multimodale narrativa e del gruppo quali dispositivi volti a supportare gli studenti nella loro capacità di interpretare i comportamenti messi in atto all'università in ragione dei propri ed altrui stati mentali (Freda & Esposito, 2017). Lo studio si propone di analizzare, in 6 percorsi di counselling, la relazione tra uno dei possibili esiti del counselling, ovvero il benessere psicologico percepito dagli studenti, e l'impatto dello stesso sulla performance accademica. METODO. La Scala della Performance Accademica (Freda, Esposito & Gonzàlez-Monteagudo, 2016) e il Psychological General Well-Being Index (Grossi & Compare, 2014) sono stati somministrati in fase pre e post-test. RISULTATI. Le analisi preliminari hanno mostrato che in tutti i gruppi si registrava un miglioramento dei livelli di benessere psicologico e che, nei gruppi in cui tale incremento era statisticamente significativo, gli studenti riportavano anche un miglioramento della performance accademica già alla fine del percorso. CONCLUSIONI. I risultati sostengono l'ipotesi che il counselling possa essere un dispositivo utile a promuovere processi inclusivi che prevengono il rischio di drop-out universitario.
Il counselling universitario come dispositivo di promozione dell'inclusione degli studenti in ritardo con gli studi / Esposito, Giovanna; Passeggia, Raffaella; Pepicelli, Giuliana; Freda, MARIA FRANCESCA. - (2019), pp. 57-58. (Intervento presentato al convegno XIX Congresso Nazionale SIO - "Orientamento Inclusivo e Sostenibile: Ricerche, Strumenti, Azioni" tenutosi a Catania - Enna nel 17 - 18 Ottobre 2019).
Il counselling universitario come dispositivo di promozione dell'inclusione degli studenti in ritardo con gli studi
Esposito Giovanna
Writing – Original Draft Preparation
;Passeggia Raffaella;Freda Maria FrancescaProject Administration
2019
Abstract
INTRODUZIONE. Nel contesto universitario, il ritardo negli studi costituisce uno dei maggiori fattori di rischio di esclusione e di drop out (Muskens, 2011). Il counselling universitario è ad oggi considerato un dispositivo molto utile per sostenere gli studenti nel riconoscimento delle proprie risorse e nell'adottare strategie funzionali all'assunzione di comportamenti orientati a scopi di sviluppo formativi (Freda, Gonzàlez-Monteagudo & Esposito, 2016). Presso il centro SInAPSi dell'Università Federico II di Napoli, è attivo da diversi anni un servizio di counselling di gruppo rivolto agli studenti che hanno accumulato ritardo negli studi e che ha l'obiettivo di promuovere processi di mentalizzazione (Bateman & Fonagy, 2012), intesa quale competenza psico-sociale e risorsa da sviluppare con individui che fronteggiano crisi evolutive e compiti di sviluppo complessi legati alla specificità dei contesti (Marchetti, 2014). Il counselling nasce con l'obiettivo di sostenere gli studenti nel fronteggiamento dei compiti evolutivi connessi all'esperienza universitaria; si avvale di una metodologia multimodale narrativa e del gruppo quali dispositivi volti a supportare gli studenti nella loro capacità di interpretare i comportamenti messi in atto all'università in ragione dei propri ed altrui stati mentali (Freda & Esposito, 2017). Lo studio si propone di analizzare, in 6 percorsi di counselling, la relazione tra uno dei possibili esiti del counselling, ovvero il benessere psicologico percepito dagli studenti, e l'impatto dello stesso sulla performance accademica. METODO. La Scala della Performance Accademica (Freda, Esposito & Gonzàlez-Monteagudo, 2016) e il Psychological General Well-Being Index (Grossi & Compare, 2014) sono stati somministrati in fase pre e post-test. RISULTATI. Le analisi preliminari hanno mostrato che in tutti i gruppi si registrava un miglioramento dei livelli di benessere psicologico e che, nei gruppi in cui tale incremento era statisticamente significativo, gli studenti riportavano anche un miglioramento della performance accademica già alla fine del percorso. CONCLUSIONI. I risultati sostengono l'ipotesi che il counselling possa essere un dispositivo utile a promuovere processi inclusivi che prevengono il rischio di drop-out universitario.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.