Si tratta di un saggio critico che parte dal testo di Stefano Boeri, La Città scritta, Quodlibet, Macerata, 2016. Il tema è la "differenza italiana", intesa come speranza per progetti di ospitalità e integrazione, condivisione e sostenibilità. Un piano di differenza che viene considerato come punto di partenza, sul quale lavorare collettivamente; precisandolo non solo dal punto di vista teorico ma anche progettuale. Senza dimenticare la particolare condizione culturale e che si è data nei fatti, in specie nel Novecento italiano, soprattutto come difficoltà del progetto di incidere sulla forma del territorio. Se occorre avanzare una critica al funzionalismo neoliberale mettendo in discussione le forme tradizionali della città e del progetto; e se per far ciò sembra fruttuoso partire dalla differenza che caratterizza l’incompiutezza del nostro modernismo e riconoscere come concetti-guida l’accessibilità, l’integrazione e l’immanenza del contesto; occorre allo stesso tempo rifuggire dall'autocompiacimento, dalla narrazione sterile, dal confondere realismo e accettazione dello status quo.
The Italian Thought. Consolidamento ermeneutico e attitudine progettuale. Saggio critico che parte dalla lettura del testo di Stefano Boeri, La città scritta, Quodlibet, Macerata, 2016 / Formato, Enrico. - In: CRIOS. - ISSN 2279-8986. - 13:(2017), pp. 91-96.
The Italian Thought. Consolidamento ermeneutico e attitudine progettuale. Saggio critico che parte dalla lettura del testo di Stefano Boeri, La città scritta, Quodlibet, Macerata, 2016
enrico formato
Primo
2017
Abstract
Si tratta di un saggio critico che parte dal testo di Stefano Boeri, La Città scritta, Quodlibet, Macerata, 2016. Il tema è la "differenza italiana", intesa come speranza per progetti di ospitalità e integrazione, condivisione e sostenibilità. Un piano di differenza che viene considerato come punto di partenza, sul quale lavorare collettivamente; precisandolo non solo dal punto di vista teorico ma anche progettuale. Senza dimenticare la particolare condizione culturale e che si è data nei fatti, in specie nel Novecento italiano, soprattutto come difficoltà del progetto di incidere sulla forma del territorio. Se occorre avanzare una critica al funzionalismo neoliberale mettendo in discussione le forme tradizionali della città e del progetto; e se per far ciò sembra fruttuoso partire dalla differenza che caratterizza l’incompiutezza del nostro modernismo e riconoscere come concetti-guida l’accessibilità, l’integrazione e l’immanenza del contesto; occorre allo stesso tempo rifuggire dall'autocompiacimento, dalla narrazione sterile, dal confondere realismo e accettazione dello status quo.File | Dimensione | Formato | |
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