Le aree di margine costruite dopo la Seconda Guerra Mondiale hanno un forte potenziale di riconversione e crescita, per le loro dimensioni, per la posizione vicino al centro della città e per le qualità specifiche del gradiente creato da costruito e spazio aperto, da urbano e rurale. Le cinture urbane postbelliche in questo senso racchiudono e uniscono il meglio di questi due mondi, offrendo più servizi ed essendo più connesse al centro della città rispetto agli orizzonti della dispersione insediativa, ma offrendo anche più spazio aperto permeabile rispetto alle parti più congestionate e dense delle nostre città. ‘sub>urban. Re-inventing the fringe’ è una rete di città europee, nata nel 2015 con il programma URBACT III, che ha visto la costruzione di piani di azione locale, attraverso processi partecipativi e scambi transnazionali. Nelle aree marginali delle nove città partner gli edifici e lo spazio aperto hanno spesso bisogno di essere rinnovati o riutilizzati. Ciò ha consentito di lavorare intorno ad un paradigma alternativo di crescita, che parte dalla riconversione del significato e dal ripensamento dell’identità di intere aree, prima ancora che dalla riqualificazione del patrimonio fisico.
The fringe. La crescita attraverso la riconversione: il caso studio delle cinture urbane postbelliche / Attademo, Anna; Formato, Enrico. - (2019), pp. 1-6. (Intervento presentato al convegno Conferenza nazionale SIU CONFINI, MOVIMENTI, LUOGHI. POLITICHE E PROGETTI PER CITTÀ E TERRITORI IN TRANSIZIONE tenutosi a Firenze nel giugno 2018).
The fringe. La crescita attraverso la riconversione: il caso studio delle cinture urbane postbelliche
attademo anna
;formato enrico
2019
Abstract
Le aree di margine costruite dopo la Seconda Guerra Mondiale hanno un forte potenziale di riconversione e crescita, per le loro dimensioni, per la posizione vicino al centro della città e per le qualità specifiche del gradiente creato da costruito e spazio aperto, da urbano e rurale. Le cinture urbane postbelliche in questo senso racchiudono e uniscono il meglio di questi due mondi, offrendo più servizi ed essendo più connesse al centro della città rispetto agli orizzonti della dispersione insediativa, ma offrendo anche più spazio aperto permeabile rispetto alle parti più congestionate e dense delle nostre città. ‘sub>urban. Re-inventing the fringe’ è una rete di città europee, nata nel 2015 con il programma URBACT III, che ha visto la costruzione di piani di azione locale, attraverso processi partecipativi e scambi transnazionali. Nelle aree marginali delle nove città partner gli edifici e lo spazio aperto hanno spesso bisogno di essere rinnovati o riutilizzati. Ciò ha consentito di lavorare intorno ad un paradigma alternativo di crescita, che parte dalla riconversione del significato e dal ripensamento dell’identità di intere aree, prima ancora che dalla riqualificazione del patrimonio fisico.File | Dimensione | Formato | |
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