Una sociologia pubblica del digitale a scuola

In questo contributo proviamo a cartografare il campo che si è articolato a partire dalla DaD ed a tratteggiare l’orizzonte politico del dibattito che lo ha attraversato. Nel primo paragrafo presentiamo una mappa dei posizionamenti che è possibile riconoscere nel campo della DaD e, più in generale, delle opportunità e dei rischi legati all’uso delle tecnologie digitali come strumento per il ripensamento della scuola del futuro. Tale mappa è stata costruita tentando di identificare le diverse letture che gli attori adottano circa l’uso delle tecnologie digitali per l’educazione e le connesse teorie dell’azione. A seguire, proviamo a problematizzare alcuni assunti del dibattito che ha animato questo campo, frequentemente radicati in forme di determinismo tecnologico. Infine, suggeriamo la necessità di: i) guardare al rapporto tra educazione e tecnologie in una prospettiva relazionale; ii) riportare al centro del dibattito sulla digitalizzazione della scuola il tema della politics dell’educazione, tanto quella inscritta nei mezzi (digitali), quanto quella che si vorrebbe promuovere; e iii) iniziare a riflettere con maggiore attenzione sulla governance dell’educazione digitale e sui rapporti tra istituzioni educative pubbliche e provider privati di piattaforme digitali. Questo lavoro trae spunto dalle riflessioni maturate in alcuni esperimenti di sociologia pubblica (Burawoy, 2004) costituente (Esposito, 2020) realizzate dal nascente laboratorio L@bed – Research Laboratory on Education and Digitalisation. L’estesa documentazione empirica su cui e in cui questa pratica si è andata costruendo è stata prodotta da una costante attività di ricerca, ispirata al frame della network/assemblage ethnography (Ball, 2016; Youdell e McGimpsey, 2015), su testi di attori ed istituzioni chiave nel dibattito sulla DaD.