Prendendo spunto dall’attuale situazione sociale connessa al diffondersi del Coronavirus, l’autore propone una riflessione di carattere generale sul fenomeno delle dipendenze. La tesi di fondo è che, al fine di evitare di trattare questa complessa questione in termini dicotomici, attribuendo di volta in volta colpe e responsabilità all’individuo (viziato, malato, deviante), ai genitori (incapaci di formare e orientare i figli) o, più genericamente, alla società (troppo tollerante, priva di morale collettiva o portatrice di valori “sbagliati”), si debba innanzitutto volgere lo sguardo al modo in cui gli esseri umani hanno evolutivamente affrontato le loro ineliminabili dipendenze dall’ambiente circostante, trasformandole in automatismi individuali (a livello fisiologico e cerebrale) e collettivi (abitudini piò o meno ritualizzate e istituzionalizzate). Analizzando alcuni Patterns neurologici e sociali, l’autore focalizza l’attenzione su come le dipendenze umane più diffuse possano essere ricollegabili alla necessità di mantenere, attraverso il ricorso alla routine (inestricabilmente neuro-sociale), una situazione di sempre più efficace equilibrio omeostatico, a livello sia individuale sia collettivo.
Il ponte e le porte. Sociologia e fenomenologia delle dipendenze / Pecchinenda, Gianfranco. - In: EXAGERE. - ISSN 2531-7334. - 1:n. 3-4 - anno V(2020), pp. 31-44.
Il ponte e le porte. Sociologia e fenomenologia delle dipendenze.
Pecchinenda Gianfranco
2020
Abstract
Prendendo spunto dall’attuale situazione sociale connessa al diffondersi del Coronavirus, l’autore propone una riflessione di carattere generale sul fenomeno delle dipendenze. La tesi di fondo è che, al fine di evitare di trattare questa complessa questione in termini dicotomici, attribuendo di volta in volta colpe e responsabilità all’individuo (viziato, malato, deviante), ai genitori (incapaci di formare e orientare i figli) o, più genericamente, alla società (troppo tollerante, priva di morale collettiva o portatrice di valori “sbagliati”), si debba innanzitutto volgere lo sguardo al modo in cui gli esseri umani hanno evolutivamente affrontato le loro ineliminabili dipendenze dall’ambiente circostante, trasformandole in automatismi individuali (a livello fisiologico e cerebrale) e collettivi (abitudini piò o meno ritualizzate e istituzionalizzate). Analizzando alcuni Patterns neurologici e sociali, l’autore focalizza l’attenzione su come le dipendenze umane più diffuse possano essere ricollegabili alla necessità di mantenere, attraverso il ricorso alla routine (inestricabilmente neuro-sociale), una situazione di sempre più efficace equilibrio omeostatico, a livello sia individuale sia collettivo.| File | Dimensione | Formato | |
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