Oggetto della riflessione sarà l’art charnel di ORLAN, con particolare riferimento alle sue più recenti trasformazioni, le quali, in assoluta consonanza con il principio che assimila l’esistenza al patrimonio immaginativo e lega l’opera narrativa, nella molteplicità delle sue declinazioni, alla collettività, raccontano le catastrofiche morfogenesi esperite dall’homo technologicus. L’hightech virgin articola un discorso artistico che diventa meditazione critica sull’intreccio tra frontiere tecno-comunicative, orizzonti epistemologici e transizione antropologica. Sacrilego cyborg, aberrante topos dove le soglie si sfiorano, eccentrico elemento di un universo postgenere, aspirante ad aggirare il consueto ciclo della parabola fisiologica, il corpo sublime della performer, che ha vissuto scabrose ibridazioni con l’alterità variamente costituita, rappresenta attualmente la propria definitiva dissoluzione nel processo di digitalizzazione del tecnomondo. Nonostante la costante apertura a una concezione dell’identità inesauribilmente mutante, non delimitabile da definizioni antropocentrate, l’ultima, transitoriamente ultima, svolta del percorso figurativo orlaniano, allucinato esercizio espressivo sul complesso tema del futuribile nonché alterato riflesso estetico di inquietanti processi strutturali, sembra ineludibilmente evocare un’ipotetica etica della misura. Sarà infatti l’avatar di ORLAN a voler dimostrare, intersecando dimensione spettacolare e orizzonte tecnologico, come soltanto l’invariante dinamica di una forma di vita protesa a difendere la legge biologica custodita nella propria morfologia possa perimetrare le potenzialità dell’homo cultura e tracciare, con un perennemente selettivo atteggiamento politico, il confine prescrittivo per l’apprensione del Sé.

Per un'estetica della mutazione. Il corpo sublime di ORLAN tra blasfemia e palingenesi / De Feo, L.. - (2020), pp. 291-305.

Per un'estetica della mutazione. Il corpo sublime di ORLAN tra blasfemia e palingenesi

L. De Feo
2020

Abstract

Oggetto della riflessione sarà l’art charnel di ORLAN, con particolare riferimento alle sue più recenti trasformazioni, le quali, in assoluta consonanza con il principio che assimila l’esistenza al patrimonio immaginativo e lega l’opera narrativa, nella molteplicità delle sue declinazioni, alla collettività, raccontano le catastrofiche morfogenesi esperite dall’homo technologicus. L’hightech virgin articola un discorso artistico che diventa meditazione critica sull’intreccio tra frontiere tecno-comunicative, orizzonti epistemologici e transizione antropologica. Sacrilego cyborg, aberrante topos dove le soglie si sfiorano, eccentrico elemento di un universo postgenere, aspirante ad aggirare il consueto ciclo della parabola fisiologica, il corpo sublime della performer, che ha vissuto scabrose ibridazioni con l’alterità variamente costituita, rappresenta attualmente la propria definitiva dissoluzione nel processo di digitalizzazione del tecnomondo. Nonostante la costante apertura a una concezione dell’identità inesauribilmente mutante, non delimitabile da definizioni antropocentrate, l’ultima, transitoriamente ultima, svolta del percorso figurativo orlaniano, allucinato esercizio espressivo sul complesso tema del futuribile nonché alterato riflesso estetico di inquietanti processi strutturali, sembra ineludibilmente evocare un’ipotetica etica della misura. Sarà infatti l’avatar di ORLAN a voler dimostrare, intersecando dimensione spettacolare e orizzonte tecnologico, come soltanto l’invariante dinamica di una forma di vita protesa a difendere la legge biologica custodita nella propria morfologia possa perimetrare le potenzialità dell’homo cultura e tracciare, con un perennemente selettivo atteggiamento politico, il confine prescrittivo per l’apprensione del Sé.
2020
978-88-5757-064-8
Per un'estetica della mutazione. Il corpo sublime di ORLAN tra blasfemia e palingenesi / De Feo, L.. - (2020), pp. 291-305.
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