Napoli-fai-da-te è una città spontanea, realizzata al di fuori delle regole dei piani urbanistici, talvolta auto-costruita; una città che costituisce una parte consistente della conurbazione metropolitana. In questo spontaneismo si riconosce una tensione libertaria, contro la pianificazione dall'alto, la segregazione funzionale e sociale, la gestione speculativa dei suoli; fenomeni che hanno per decenni segnato le pratiche urbanistiche in Italia. D'altro canto, l'abusivismo ha prodotto quartieri inefficienti, insicuri, impattanti sull'ambiente e il paesaggio, con conseguenze pesanti sulla qualità di vita e le parabole di sviluppo di intere regioni del Sud-Mediterraneo. C'è bisogno oggi di ripensare questi territori, spesso abbandonati, in una prospettiva di sostenibilità e inclusione. Questo progetto di riassetto dovrebbe prendere forma mediante una diversa strutturazione del piano urbanistico -adattiva, processuale, inclusiva- e un forte legame con il contesto. Il legame con i luoghi andrebbe rafforzato mediante la forzatura a riusare nei cantieri di rigenerazione i materiali e i "pezzi" derivanti dalla demolizione selettiva, totale o parziale, dei manufatti preesistenti. Una prospettiva necessaria per rendere fattibile l'opera di trasformazione di questi territori, che può prendere forma mediante progetti attenenti alle tradizioni del neorealismo e del regionalismo critico, della land art e dell'arte informale.
Learning from do-it-yourself Naples. Imparare dalla Napoli fai-da-te / Formato, Enrico. - In: PROYECTO Y CIUDAD. - ISSN 2172-9220. - 11:(2020), pp. 69-80.
Learning from do-it-yourself Naples. Imparare dalla Napoli fai-da-te
Enrico FORMATO
2020
Abstract
Napoli-fai-da-te è una città spontanea, realizzata al di fuori delle regole dei piani urbanistici, talvolta auto-costruita; una città che costituisce una parte consistente della conurbazione metropolitana. In questo spontaneismo si riconosce una tensione libertaria, contro la pianificazione dall'alto, la segregazione funzionale e sociale, la gestione speculativa dei suoli; fenomeni che hanno per decenni segnato le pratiche urbanistiche in Italia. D'altro canto, l'abusivismo ha prodotto quartieri inefficienti, insicuri, impattanti sull'ambiente e il paesaggio, con conseguenze pesanti sulla qualità di vita e le parabole di sviluppo di intere regioni del Sud-Mediterraneo. C'è bisogno oggi di ripensare questi territori, spesso abbandonati, in una prospettiva di sostenibilità e inclusione. Questo progetto di riassetto dovrebbe prendere forma mediante una diversa strutturazione del piano urbanistico -adattiva, processuale, inclusiva- e un forte legame con il contesto. Il legame con i luoghi andrebbe rafforzato mediante la forzatura a riusare nei cantieri di rigenerazione i materiali e i "pezzi" derivanti dalla demolizione selettiva, totale o parziale, dei manufatti preesistenti. Una prospettiva necessaria per rendere fattibile l'opera di trasformazione di questi territori, che può prendere forma mediante progetti attenenti alle tradizioni del neorealismo e del regionalismo critico, della land art e dell'arte informale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.