I tempi (differiti) del talento: sui “Ricordi” di Gioacchino Toma (1886) e Domenico Morelli (1901)

Il contributo si sofferma sulla memorialistica d’arte di fine Ottocento, puntando in particolar modo l’attenzione sugli scritti dei pittori Gioacchino Toma e Domenico Morelli. In tal caso il rapporto tra il primo talento, quello pittorico, e il secondo, quello scrittorio, si consuma su un piano ‘diacronico’. Il tempo dell’esecuzione artistica e quello dell’esecuzione letteraria non coincidono. Ritornare, a distanza di decenni, su un altro sé, ormai lontano, significa ripensare la propria produzione, verificarne la tenuta su un piano prettamente personale. Gli scritti esaminati mostrano quindi come ‘descrivere’ possa coincidere con il ‘selezionare’. La propria immagine si deve rivelare attraverso un principio non di esaustività delle opere realizzate ma di (personale) significatività di esse.