Il lavoro affronta sotto il profilo teoretico e secondo l’analisi di pratiche il rapporto tra percezione della soggettività all’interno dei mondi molteplici entro cui attualmente si sviluppa. Questa condizione sembra riguardare, da circa un anno, la stessa situazione vissuta quotidianamente da docenti, insegnanti di vari ambiti, formatori e ricercatori: dover immaginare le potenzialità, la creatività possibile di un mondo trasferito nel digitale esaltandone le caratteristiche formative ma allo stesso tempo non dover perdere di vista la realtà delle strutture educative istituzionali. Sono stati analizzati gli apporti dell’intemediazione linguistica, della percezione spaziale, dei Virtual Learning Environments e le Comunità di Apprendimento come percorsi di ricostruzione di un’identità frammentata e “senza luogo”. In ambito informatico i programmatori spesso si la- sciano delle porte secondarie per aggirare i controlli di alcuni programmi. La porta secondaria, l’ingresso nascosto di questa possibilità di riconoscibilità, confronto e crescita reciproca dovrebbe essere immaginato e strutturato anche sotto il profilo educativo. Una “backdoor for education” per lo scambio informale tra i partecipanti ad una classe virtuale non solo contribuirebbe a ridurre questa tendenza all’autoisolamento e al dissolvimento della soggettività ma aiuterebbe la comunità classe a ritrovare il proprio lessico, a ritrovare i propri codici culturali e subculturali.
La soggettività disgregata e gli spazi di ricostruzione educativa nel digitale / Ciasullo, Alessandro. - tomo 2:(2021), pp. 34-48. (Intervento presentato al convegno Ricerca e didattica per promuovere intelligenza comprensione e partecipazione tenutosi a telematico nel 9-10 Aprile 2021).
La soggettività disgregata e gli spazi di ricostruzione educativa nel digitale
Alessandro Ciasullo
2021
Abstract
Il lavoro affronta sotto il profilo teoretico e secondo l’analisi di pratiche il rapporto tra percezione della soggettività all’interno dei mondi molteplici entro cui attualmente si sviluppa. Questa condizione sembra riguardare, da circa un anno, la stessa situazione vissuta quotidianamente da docenti, insegnanti di vari ambiti, formatori e ricercatori: dover immaginare le potenzialità, la creatività possibile di un mondo trasferito nel digitale esaltandone le caratteristiche formative ma allo stesso tempo non dover perdere di vista la realtà delle strutture educative istituzionali. Sono stati analizzati gli apporti dell’intemediazione linguistica, della percezione spaziale, dei Virtual Learning Environments e le Comunità di Apprendimento come percorsi di ricostruzione di un’identità frammentata e “senza luogo”. In ambito informatico i programmatori spesso si la- sciano delle porte secondarie per aggirare i controlli di alcuni programmi. La porta secondaria, l’ingresso nascosto di questa possibilità di riconoscibilità, confronto e crescita reciproca dovrebbe essere immaginato e strutturato anche sotto il profilo educativo. Una “backdoor for education” per lo scambio informale tra i partecipanti ad una classe virtuale non solo contribuirebbe a ridurre questa tendenza all’autoisolamento e al dissolvimento della soggettività ma aiuterebbe la comunità classe a ritrovare il proprio lessico, a ritrovare i propri codici culturali e subculturali.File | Dimensione | Formato | |
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