La recente sentenza della Corte costituzionale n. 164 del 2021, pronunciata a seguito di conflitto di attribuzione tra enti, ha fornito occasione per trattare dei vincoli paesaggistici di area vasta e del potere ministeriale di dichiarazione di notevole interesse pubblico ex art. 138 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (d.lgs. n. 42/2004). L’area oggetto del vincolo ministeriale è, nel caso di specie, a tale punto estesa da rischiare di esautorare le funzioni del futuro piano paesaggistico, di cui viene a costituire una sorta di stralcio per il territorio che ne costituisce oggetto. Le questioni sollevate attengono al rispetto del principio di leale cooperazione, nei rapporti con la regione, e al rischio che il potere in questione possa fornire allo Stato – stante la natura ‘vestita’ del vincolo – lo strumento per intervenire sull’urbanistica attraverso il paesaggio. Il valore primario e assoluto dell’oggetto della tutela paesaggistica spiega la competenza propria del ministero, mentre la “logica incrementale delle tutele” è la ratio dell’identico potere assegnato alle regioni. Ricostruita la natura e la funzione del potere ministeriale, il contributo si occupa poi di precisare la nozione di bene paesaggistico e i presupposti per la relativa individuazione rispetto a quella di paesaggio, onde evitare che una nozione eccessivamente ampia e generica del primo finisca col ridimensionare, allorquando il vincolo riguardi un’area vasta, il potere regionale di disciplina del paesaggio nonché col conformare se non consumare il potere comunale di disciplinare gli usi del territorio.
La “logica incrementale delle tutele” nella disciplina del vincolo paesaggistico / Mari, Giuseppina. - In: RIVISTA GIURIDICA EUROPEA. - ISSN 2612-2995. - 2(2021), pp. 97-143.
La “logica incrementale delle tutele” nella disciplina del vincolo paesaggistico
Giuseppina Mari
2021
Abstract
La recente sentenza della Corte costituzionale n. 164 del 2021, pronunciata a seguito di conflitto di attribuzione tra enti, ha fornito occasione per trattare dei vincoli paesaggistici di area vasta e del potere ministeriale di dichiarazione di notevole interesse pubblico ex art. 138 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (d.lgs. n. 42/2004). L’area oggetto del vincolo ministeriale è, nel caso di specie, a tale punto estesa da rischiare di esautorare le funzioni del futuro piano paesaggistico, di cui viene a costituire una sorta di stralcio per il territorio che ne costituisce oggetto. Le questioni sollevate attengono al rispetto del principio di leale cooperazione, nei rapporti con la regione, e al rischio che il potere in questione possa fornire allo Stato – stante la natura ‘vestita’ del vincolo – lo strumento per intervenire sull’urbanistica attraverso il paesaggio. Il valore primario e assoluto dell’oggetto della tutela paesaggistica spiega la competenza propria del ministero, mentre la “logica incrementale delle tutele” è la ratio dell’identico potere assegnato alle regioni. Ricostruita la natura e la funzione del potere ministeriale, il contributo si occupa poi di precisare la nozione di bene paesaggistico e i presupposti per la relativa individuazione rispetto a quella di paesaggio, onde evitare che una nozione eccessivamente ampia e generica del primo finisca col ridimensionare, allorquando il vincolo riguardi un’area vasta, il potere regionale di disciplina del paesaggio nonché col conformare se non consumare il potere comunale di disciplinare gli usi del territorio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.