Estinzione del reato e proscioglimento con formula dubitativa

La regola di giudizio legata all’“evidenza”, prevista dal comma 2 dell’art. 129 c.p.p. non è, in radice, inconciliabile con una situazione processuale di dubbio sulla colpevolezza. Che la prova sia evidente si apprezza per il tramite di un giudizio: se è il giudizio sulla prova ad imporsi con evidenza, non è scontato che ciò accada solo in presenza della palmare prova positiva d’innocenza e non anche sulla base di risultanze ambivalenti o arenti. Si avanzano dubbi di legittimità costituzionale dell’art. 531, comma 1, c.p.p., attesa l’irragionevolezza di una disciplina che, ad istruttoria ormai conclusa, richiama la regola di giudizio legata all’evidenza. Fino a che punto è lecito ridimensionare la tutela del favor rei ed invocare ragioni di economia processuale, ritenendo prevalente una decisione più sfavorevole rispetto a quella che, in mancanza del fatto estintivo, a conclusione dell’istruttoria dibattimentale, si sarebbe ottenuta in applicazione delle regole generali?