La Gewere era il rapporto esteriore della persona con la cosa riconosciuto come forma di manifestazione di un diritto di signorìa sulla stessa. Chi esercitava un potere concreto sul bene aveva la Gewere che era il potere di fatto che si autolegittimava assurgendo a titolo del godimento in atto. Gewere era sia il fatto del possesso sia il diritto al possesso indipendentemente dalla titolarità sostanziale ed era considerata l’unico termine di riferimento per la tutela processuale. I popoli germanici, infatti, non distinguevano tra proprietà e possesso, ma tutelavano l’appartenenza dei beni, appunto la Gewere, salvo che questa non risalisse a un illecito. Gewere è propriamente una immissione nel possesso, un rapporto materiale tra l’uomo e l’immobile che ne ha il godimento. Un godimento di beni, tra l’altro, anche frazionabile tra i soggetti. La mancanza di una regolamentazione della proprietà individuale presso i popoli germanici è evidente già dalle fonti letterarie antiche, ma il non essere confluito il concetto della Gewere nella nostra tradizione giuridica appare un fenomeno oggi particolarmente significativo soprattutto alla luce delle sempre più rilevanti esigenze di circolazione libera e rapida di merci e capitali della società moderna coinvolta sempre più in un processo di revisione della morfologia del possesso che spesso guarda con interesse proprio ai princìpi fondanti dell’orientamento del diritto germanico che, in una visione semplificata dei sistemi di appartenenza delle res, non distingueva tra proprietà e possesso, ma tutelava l’appartenenza delle cose.
Considerazioni tra Gewere e possesso tra fatto e diritto / Carro, Valeria. - In: STUDIA ET DOCUMENTA HISTORIAE ET IURIS. - ISSN 1026-9169. - (2021), pp. 319-337.
Considerazioni tra Gewere e possesso tra fatto e diritto
Valeria Carro
2021
Abstract
La Gewere era il rapporto esteriore della persona con la cosa riconosciuto come forma di manifestazione di un diritto di signorìa sulla stessa. Chi esercitava un potere concreto sul bene aveva la Gewere che era il potere di fatto che si autolegittimava assurgendo a titolo del godimento in atto. Gewere era sia il fatto del possesso sia il diritto al possesso indipendentemente dalla titolarità sostanziale ed era considerata l’unico termine di riferimento per la tutela processuale. I popoli germanici, infatti, non distinguevano tra proprietà e possesso, ma tutelavano l’appartenenza dei beni, appunto la Gewere, salvo che questa non risalisse a un illecito. Gewere è propriamente una immissione nel possesso, un rapporto materiale tra l’uomo e l’immobile che ne ha il godimento. Un godimento di beni, tra l’altro, anche frazionabile tra i soggetti. La mancanza di una regolamentazione della proprietà individuale presso i popoli germanici è evidente già dalle fonti letterarie antiche, ma il non essere confluito il concetto della Gewere nella nostra tradizione giuridica appare un fenomeno oggi particolarmente significativo soprattutto alla luce delle sempre più rilevanti esigenze di circolazione libera e rapida di merci e capitali della società moderna coinvolta sempre più in un processo di revisione della morfologia del possesso che spesso guarda con interesse proprio ai princìpi fondanti dell’orientamento del diritto germanico che, in una visione semplificata dei sistemi di appartenenza delle res, non distingueva tra proprietà e possesso, ma tutelava l’appartenenza delle cose.File | Dimensione | Formato | |
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