Il lavoro mette a confronto tre atti distinti, legati da una comune genesi: il Recovery europeo, il draft del Governo Conte bis e la versione definita dell’Esecutivo Draghi. L’Autrice pone tre domande basilari, intorno alle quali articola il suo percorso logico-pragmatico. L’ulteriore conformazione della potestà sovrana per l’inversione a U della politica europea – prima preoccupata di contenere la spesa pubblica, ora di promuoverla secondo le rime della solidarietà sociale – è ricompensata costituzionalmente da misure di effettiva uguaglianza sostanziale? Il Recovery italiano prevede rimedi asimmetrici in bonam partem a favore delle categorie discriminate – Donne, Giovani e Sud – per allinearle alle più fortunate, ma rimane il dubbio che questo ritorno alla normalità non sia migliore dello status quo ante. La seconda questione è una riflessione, che parte dalla mutata fisionomia dell’indirizzo politico nazionale: parzialmente autonomo dal paradigma originario, ma non già attratto a una diversa categoria giuridica. La sovranità digitale e post pandemica è indifferente all’originario radicamento territoriale e all’imputazione soggettiva pubblica, ma altre certezze non sembra avere. Infine, la domanda sul futuro dei nostri figli, che è anche la domanda sul fu- turo dell’Europa. Oggi tutto sembra cambiare per avere domani un’Europa diversa. Ma quale Europa: quella che difende i diritti sociali con l’effettività della forza del diritto o quella che li promette senza assisterli?
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Una terra promessa / DE MINICO, Giovanna. - In: COSTITUZIONALISMO.IT. - ISSN 2036-6744. - 2(2021), pp. 113-160.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Una terra promessa
Giovanna De Minico
2021
Abstract
Il lavoro mette a confronto tre atti distinti, legati da una comune genesi: il Recovery europeo, il draft del Governo Conte bis e la versione definita dell’Esecutivo Draghi. L’Autrice pone tre domande basilari, intorno alle quali articola il suo percorso logico-pragmatico. L’ulteriore conformazione della potestà sovrana per l’inversione a U della politica europea – prima preoccupata di contenere la spesa pubblica, ora di promuoverla secondo le rime della solidarietà sociale – è ricompensata costituzionalmente da misure di effettiva uguaglianza sostanziale? Il Recovery italiano prevede rimedi asimmetrici in bonam partem a favore delle categorie discriminate – Donne, Giovani e Sud – per allinearle alle più fortunate, ma rimane il dubbio che questo ritorno alla normalità non sia migliore dello status quo ante. La seconda questione è una riflessione, che parte dalla mutata fisionomia dell’indirizzo politico nazionale: parzialmente autonomo dal paradigma originario, ma non già attratto a una diversa categoria giuridica. La sovranità digitale e post pandemica è indifferente all’originario radicamento territoriale e all’imputazione soggettiva pubblica, ma altre certezze non sembra avere. Infine, la domanda sul futuro dei nostri figli, che è anche la domanda sul fu- turo dell’Europa. Oggi tutto sembra cambiare per avere domani un’Europa diversa. Ma quale Europa: quella che difende i diritti sociali con l’effettività della forza del diritto o quella che li promette senza assisterli?File | Dimensione | Formato | |
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