Quando noi curatori di questo volume Senza valore ci siamo incontrati per la prima volta davanti a un caffè virtuale per discuterne (eravamo segregati ciascuno a casa propria durante il lockdown del marzo 2020, in una condizione di straniamento e rarefazione del senso di realtà) abbiamo tutti avvertito lo spirito di Ulrich, il protagonista del romanzo di Musil, aleggiare e materializzarsi tra di noi come un innominabile convitato di pietra. Non avevamo un’idea precisa del libro che avremmo progettato e mandato alle stampe, ci accomunava per l’urgenza di dare voce alla sensazione di disagio e inquietudine che proviamo oggi, a oltre cento anni dalle celebri conferenze di Weber sul “lavoro dello spirito” (Cacciari, 2020), in quanto professionisti della ricerca posti di fronte alla necessità di elaborare il lutto dell’interruzione repentina di un quotidiano che avevamo imparato a considerare normale, ma anche per questo stimolati a tornare a interrogarci sul senso della nostra istituzione di riferimento, l’Università, che ci contiene per la maggior parte del tempo della nostra vita adulta (Sicca 2016 2020a Altmanova et al., 2020) e di cui la svolta epocale della pandemia ci interpella a ripensare e a mettere in discussione quanto vi si considera assunto o dato per scontato.
Per un sapere senza qualità / Sicca, L. M.; Borrelli, D.; Napolitano, D.. - 80:(2021), pp. 19-53. [10.19245/25.05.bs.080]
Per un sapere senza qualità
L. M. Sicca
;D. Napolitano
2021
Abstract
Quando noi curatori di questo volume Senza valore ci siamo incontrati per la prima volta davanti a un caffè virtuale per discuterne (eravamo segregati ciascuno a casa propria durante il lockdown del marzo 2020, in una condizione di straniamento e rarefazione del senso di realtà) abbiamo tutti avvertito lo spirito di Ulrich, il protagonista del romanzo di Musil, aleggiare e materializzarsi tra di noi come un innominabile convitato di pietra. Non avevamo un’idea precisa del libro che avremmo progettato e mandato alle stampe, ci accomunava per l’urgenza di dare voce alla sensazione di disagio e inquietudine che proviamo oggi, a oltre cento anni dalle celebri conferenze di Weber sul “lavoro dello spirito” (Cacciari, 2020), in quanto professionisti della ricerca posti di fronte alla necessità di elaborare il lutto dell’interruzione repentina di un quotidiano che avevamo imparato a considerare normale, ma anche per questo stimolati a tornare a interrogarci sul senso della nostra istituzione di riferimento, l’Università, che ci contiene per la maggior parte del tempo della nostra vita adulta (Sicca 2016 2020a Altmanova et al., 2020) e di cui la svolta epocale della pandemia ci interpella a ripensare e a mettere in discussione quanto vi si considera assunto o dato per scontato.File | Dimensione | Formato | |
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