I Sassi di Matera costituiscono un sistema di habitat con caratteristiche architettoniche e ambientali complesse, che occorre indagare in vista della loro conservazione e trasmissione al futuro. Le varie trasformazioni avvenute nei secoli e una lenta agonia economica agro-pastorale hanno causato progressivamente la fine della centralità e lo spopolamento dei luoghi ipogei e delle tipiche cisterne, colmate e sottoposte alle strade e ai palazzi di una nuova fisionomia urbana. Anche il vicinato, stilema di una configurazione urbanistico-identitaria tipica, costituito da un insieme di abitazioni che affacciano su uno spiazzo comune, nel tempo si frammenta, perdendo forma e funzione. La struttura abitativa originaria diviene a tratti illeggibile e di conseguenza incapace di gestire e utilizzare responsabilmente le risorse naturali. Il vicinato “Tre scale” condensa in maniera emblematica le dimensioni tangibili e immateriali del patrimonio culturale dei Sassi, rappresentando una summa di aspetti formali, tecnico- costruttivi, statici, tecnologici, culturali e identitari, storicamente finalizzata a un uso parsimonioso e integrato delle risorse. Tale patrimonio testimoniale ha origine con l’architettura rupestre del Neolitico e assume nei secoli varie configurazioni morfologiche, generando nuove tipologie costruttive. Le grotte originarie, dapprima chiuse a “palomba”, si prolungano verso l’esterno con un nuovo impianto a “lamione”, mutando in architetture contadine che, nel Medioevo, si aggregano nel vicinato. Un restauro attento del vicinato, dunque, sarà condotto nel rispetto delle architetture rupestri e contadine, darà priorità al consolidamento a valle di un’attenta analisi delle tecniche costruttive tradizionali e dei materiali storici, come il tufo e la calcarenite, ben concependo la nuova destinazione d’uso e la necessità di contenere i costi di gestione e manutenzione. L’accessibilità urbana sarà garantita e la fruizione ampliata, ripristinando il comfort termo-igrometrico tipico dei Sassi e salvaguardando un vero e proprio modello di “bioarchitettura”.
IL VICINATO “TRE SCALE” A MATERA: DALL’UTILITAS INTERRUPTA ALL’URBAN HEALING. CONOSCENZA E STRATEGIE DI RESTAURO PER UNA RIGENERAZIONE URBANA DEI SASSI / Cappelli, Luigi. - (2018), pp. 240-240. (Intervento presentato al convegno IFAU 2018 2nd International Forum on Architecture and Urbanism TERRITORI FRAGILI/FRAGILE TERRITORIES Paesaggi_Città_Architetture/Landscapes_Cities_Architecture tenutosi a Pescara nel November 8, 9, 10 - 2018).
IL VICINATO “TRE SCALE” A MATERA: DALL’UTILITAS INTERRUPTA ALL’URBAN HEALING. CONOSCENZA E STRATEGIE DI RESTAURO PER UNA RIGENERAZIONE URBANA DEI SASSI
Luigi Cappelli
2018
Abstract
I Sassi di Matera costituiscono un sistema di habitat con caratteristiche architettoniche e ambientali complesse, che occorre indagare in vista della loro conservazione e trasmissione al futuro. Le varie trasformazioni avvenute nei secoli e una lenta agonia economica agro-pastorale hanno causato progressivamente la fine della centralità e lo spopolamento dei luoghi ipogei e delle tipiche cisterne, colmate e sottoposte alle strade e ai palazzi di una nuova fisionomia urbana. Anche il vicinato, stilema di una configurazione urbanistico-identitaria tipica, costituito da un insieme di abitazioni che affacciano su uno spiazzo comune, nel tempo si frammenta, perdendo forma e funzione. La struttura abitativa originaria diviene a tratti illeggibile e di conseguenza incapace di gestire e utilizzare responsabilmente le risorse naturali. Il vicinato “Tre scale” condensa in maniera emblematica le dimensioni tangibili e immateriali del patrimonio culturale dei Sassi, rappresentando una summa di aspetti formali, tecnico- costruttivi, statici, tecnologici, culturali e identitari, storicamente finalizzata a un uso parsimonioso e integrato delle risorse. Tale patrimonio testimoniale ha origine con l’architettura rupestre del Neolitico e assume nei secoli varie configurazioni morfologiche, generando nuove tipologie costruttive. Le grotte originarie, dapprima chiuse a “palomba”, si prolungano verso l’esterno con un nuovo impianto a “lamione”, mutando in architetture contadine che, nel Medioevo, si aggregano nel vicinato. Un restauro attento del vicinato, dunque, sarà condotto nel rispetto delle architetture rupestri e contadine, darà priorità al consolidamento a valle di un’attenta analisi delle tecniche costruttive tradizionali e dei materiali storici, come il tufo e la calcarenite, ben concependo la nuova destinazione d’uso e la necessità di contenere i costi di gestione e manutenzione. L’accessibilità urbana sarà garantita e la fruizione ampliata, ripristinando il comfort termo-igrometrico tipico dei Sassi e salvaguardando un vero e proprio modello di “bioarchitettura”.File | Dimensione | Formato | |
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