In ambito urbano le potenzialità descrittive del la rappresentazione planimetrica, che è il frutto di coerenti fondamenti geometrico-descrittivi, si arricchiscono oggi di una serie di informazioni in merito al significato dei percorsi e alle loro qualità ambientali. Un approfondimento in tal senso fornisce un arricchimento delle ricerche di settore, consentendo di comprendere appieno quella che l’antropologo Gregory Bateson definisce ‘la struttura che connette’ laddove, nel nostro caso, il connettivo è riferito ai molteplici invasi di relazione tra partizioni urbane. Nella configurazione di tali spazi le scale, definite generalmente da una successione regolare di elementi orizzontali e verticali, in realtà non costituiscono solo un mezzo per collegare luoghi posti a quote diverse, ma hanno rappresentato, in alcuni momenti della costruzione delle città insediate in siti non pianeggianti, elementi caratterizzanti la loro configurazione, e diventano oggi stimolo per la percezione e paradigmi interpretativi del la loro complessità. È nella descrizione, e quindi rappresentazione di questi percorsi, che si definisce una metodologia di lettura che non è avulsa dal contesto ambientale e paesaggistico, per contribuire a fornire una visione dello spazio che è anche ‘psicologica e percettiva’. Questi momenti, spesso squisitamente emozionali e soggettivi, concorrono a una attenta lettura, a un ‘rivedere’ che consente di ‘rilevare’ e ‘rivelare’ relazioni, trasformazioni. La sistematizzazione delle informazioni relative a ciascun elemento, classificato e descritto dai relativi attributi alfanumerici (di toponomastica, caratterizzazione temporale, di geometria e stato di degrado ecc.), consente oggi, con i più aggiornati strumenti digitali, di dare vita ad un archivio informativo, implementabile, di supporto anche alla rigenerazione e resilienza delle scale nei contesti urbani contemporanei. Si vuole esemplificare l’attività di ricerca condotta sulla città di Napoli, caratterizzata dalla presenza di percorsi denominati scale, rampe, gradoni, gradini, salite, discese, penninate, che sono nati spesso in maniera spontanea, e che nel mutare del contesto di riferimento conferiscono carattere e varietà all’ immagine urbana complessiva, di questa come di molte altre città mediterranee. Attraverso un modello di gestione 3D-GIS multidimensionale, multitemporale, aggiornato dal dato fotogrammetrico ed integrato con la documentazione cartografica storica ed iconografica, georeferenziata in base alle invarianti del territorio urbanizzato, si definiscono chiavi di lettura della realtà in cui ogni elemento ha una diversa ‘profondità di informazione’, data dalla costruzione di layer tematici che incorporano non solo dati, nu meri e simboli, ma anche informazioni qualitative della metamorfosi della percezione dei luoghi. La mappa diventa così un potente strumento non solo di rappresentazione spaziale, ma anche di racconto. Si supera il tema della neutralità scientifica pervenendo quindi ad artefatti visivi che costituiscono rappresentazioni di un contesto sociale oltre che materico, prestandosi a condividere elementi, attori, relazioni.
Spazi informativi e artefatti visivi per la rappresentazione delle scale urbane / Papa, LIA MARIA; Antuono, Giuseppe. - (2021), pp. 1260-1281.
Spazi informativi e artefatti visivi per la rappresentazione delle scale urbane
Lia Maria Papa
;Giuseppe Antuono
2021
Abstract
In ambito urbano le potenzialità descrittive del la rappresentazione planimetrica, che è il frutto di coerenti fondamenti geometrico-descrittivi, si arricchiscono oggi di una serie di informazioni in merito al significato dei percorsi e alle loro qualità ambientali. Un approfondimento in tal senso fornisce un arricchimento delle ricerche di settore, consentendo di comprendere appieno quella che l’antropologo Gregory Bateson definisce ‘la struttura che connette’ laddove, nel nostro caso, il connettivo è riferito ai molteplici invasi di relazione tra partizioni urbane. Nella configurazione di tali spazi le scale, definite generalmente da una successione regolare di elementi orizzontali e verticali, in realtà non costituiscono solo un mezzo per collegare luoghi posti a quote diverse, ma hanno rappresentato, in alcuni momenti della costruzione delle città insediate in siti non pianeggianti, elementi caratterizzanti la loro configurazione, e diventano oggi stimolo per la percezione e paradigmi interpretativi del la loro complessità. È nella descrizione, e quindi rappresentazione di questi percorsi, che si definisce una metodologia di lettura che non è avulsa dal contesto ambientale e paesaggistico, per contribuire a fornire una visione dello spazio che è anche ‘psicologica e percettiva’. Questi momenti, spesso squisitamente emozionali e soggettivi, concorrono a una attenta lettura, a un ‘rivedere’ che consente di ‘rilevare’ e ‘rivelare’ relazioni, trasformazioni. La sistematizzazione delle informazioni relative a ciascun elemento, classificato e descritto dai relativi attributi alfanumerici (di toponomastica, caratterizzazione temporale, di geometria e stato di degrado ecc.), consente oggi, con i più aggiornati strumenti digitali, di dare vita ad un archivio informativo, implementabile, di supporto anche alla rigenerazione e resilienza delle scale nei contesti urbani contemporanei. Si vuole esemplificare l’attività di ricerca condotta sulla città di Napoli, caratterizzata dalla presenza di percorsi denominati scale, rampe, gradoni, gradini, salite, discese, penninate, che sono nati spesso in maniera spontanea, e che nel mutare del contesto di riferimento conferiscono carattere e varietà all’ immagine urbana complessiva, di questa come di molte altre città mediterranee. Attraverso un modello di gestione 3D-GIS multidimensionale, multitemporale, aggiornato dal dato fotogrammetrico ed integrato con la documentazione cartografica storica ed iconografica, georeferenziata in base alle invarianti del territorio urbanizzato, si definiscono chiavi di lettura della realtà in cui ogni elemento ha una diversa ‘profondità di informazione’, data dalla costruzione di layer tematici che incorporano non solo dati, nu meri e simboli, ma anche informazioni qualitative della metamorfosi della percezione dei luoghi. La mappa diventa così un potente strumento non solo di rappresentazione spaziale, ma anche di racconto. Si supera il tema della neutralità scientifica pervenendo quindi ad artefatti visivi che costituiscono rappresentazioni di un contesto sociale oltre che materico, prestandosi a condividere elementi, attori, relazioni.File | Dimensione | Formato | |
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