La pandemia SARS-COV-2, causando un enorme impatto sul sistema sanitario di diversi paesi, ha cambiato le abitudini di vita in diversi campi, dalle relazioni interpersonali, all’istruzione, alla governance, all’economia. Come efficacemente evidenziato nella presentazione della XI giornata di studio “Oltre la globalizzazione”, siamo rimasti “incatenati per oltre un anno, isolati nelle nostre case, nei nostri uffici, dinanzi ai nostri computer”. L’ondata di paura, preoccupazione e incertezza da cui è stata investita la società civile ha generato cambiamenti anche nel linguaggio, innescati dalla necessità di raccontare, discutere, spiegare una situazione nuova e inaspettata, caratterizzata soprattutto dalle limitazioni, vere e proprie “catene”, imposte dal Covid. La pandemia ha offerto dunque ai ricercatori la possibilità di osservare da testimoni e di documentare in tempo reale le reazioni del linguaggio al determinarsi di una situazione eccezionale. Parafrasando e attualizzando il pensiero di Karl Marx nel noto saggio Die Klassenkämpfe in Frankreich 1848 bis 1850 secondo il quale le rivoluzioni sono il motore propulsore del cambiamento sociale, Lobin, direttore scientifico del Leibniz Institut für Deutsche Sprache, ha posto la questione se i cambiamenti e le innovazioni linguistiche causate dalla pandemia possano essere assimilati ad una rivoluzione in senso marxista, destinata a lasciare tracce permanenti nel linguaggio. Nella prefazione al volume Sprache in der Coronakrise, Annette Klosa-Kückelhaus risponde in parte alla questione sottolineando come il linguaggio abbia reagito prontamente alla nuova situazione creando meccanismi di trasparenza grazie all’uso di metafore, neologismi ed estensioni semantiche che ne hanno promosso la comprensione. Sull’onda di queste riflessioni la sessione “Catene Linguistiche e Comunicazione in era Covid-19” si è proposta in primo luogo di stimolare una riflessione linguistico-semiotica sulle catene socio-economiche, politico-istituzionali, culturali e tecnologiche determinate dal Covid-19 attraverso l’analisi di generi testuali diversi, partendo da un confronto interdisciplinare la cui matrice comune è stata l’analisi del linguaggio e della comunicazione. In secondo luogo ha inteso fornire un piccolo contributo alla grossa mole di studi sul linguaggio della pandemia che è già stata prodotta e che viene continuamente implementata.
Catene Linguistiche e Comunicazione in era COVID-19 / Bandini, Amelia; Pennarola, Cristina. - (2022), pp. 207-211.
Catene Linguistiche e Comunicazione in era COVID-19
Amelia Bandini
Writing – Original Draft Preparation
;Cristina PennarolaWriting – Original Draft Preparation
2022
Abstract
La pandemia SARS-COV-2, causando un enorme impatto sul sistema sanitario di diversi paesi, ha cambiato le abitudini di vita in diversi campi, dalle relazioni interpersonali, all’istruzione, alla governance, all’economia. Come efficacemente evidenziato nella presentazione della XI giornata di studio “Oltre la globalizzazione”, siamo rimasti “incatenati per oltre un anno, isolati nelle nostre case, nei nostri uffici, dinanzi ai nostri computer”. L’ondata di paura, preoccupazione e incertezza da cui è stata investita la società civile ha generato cambiamenti anche nel linguaggio, innescati dalla necessità di raccontare, discutere, spiegare una situazione nuova e inaspettata, caratterizzata soprattutto dalle limitazioni, vere e proprie “catene”, imposte dal Covid. La pandemia ha offerto dunque ai ricercatori la possibilità di osservare da testimoni e di documentare in tempo reale le reazioni del linguaggio al determinarsi di una situazione eccezionale. Parafrasando e attualizzando il pensiero di Karl Marx nel noto saggio Die Klassenkämpfe in Frankreich 1848 bis 1850 secondo il quale le rivoluzioni sono il motore propulsore del cambiamento sociale, Lobin, direttore scientifico del Leibniz Institut für Deutsche Sprache, ha posto la questione se i cambiamenti e le innovazioni linguistiche causate dalla pandemia possano essere assimilati ad una rivoluzione in senso marxista, destinata a lasciare tracce permanenti nel linguaggio. Nella prefazione al volume Sprache in der Coronakrise, Annette Klosa-Kückelhaus risponde in parte alla questione sottolineando come il linguaggio abbia reagito prontamente alla nuova situazione creando meccanismi di trasparenza grazie all’uso di metafore, neologismi ed estensioni semantiche che ne hanno promosso la comprensione. Sull’onda di queste riflessioni la sessione “Catene Linguistiche e Comunicazione in era Covid-19” si è proposta in primo luogo di stimolare una riflessione linguistico-semiotica sulle catene socio-economiche, politico-istituzionali, culturali e tecnologiche determinate dal Covid-19 attraverso l’analisi di generi testuali diversi, partendo da un confronto interdisciplinare la cui matrice comune è stata l’analisi del linguaggio e della comunicazione. In secondo luogo ha inteso fornire un piccolo contributo alla grossa mole di studi sul linguaggio della pandemia che è già stata prodotta e che viene continuamente implementata.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.