L’articolo intende mettere in evidenza come la recente giurisprudenza costituzionale, per la quale il dovere tributario è qualificabile come dovere inderogabile di solidarietà preordinato a rendere effettivo il sistema dei diritti costituzionali, riproponga un orientamento promosso nel dopoguerra dalla riflessione critica di Ezio Vanoni, tesa a considerare il carico fiscale non costrizione, espropriazione, ma contributo alla costruzione di un progetto comune nella funzione statale di erogazione dei servizi, di promozione ugualitaria dei diritti e libere relazioni di cittadinanza, in un coerente equilibrio che scioglie il campo di tensione tra autorità e libertà. Vanoni, infatti, non aderisce ad impostazioni economicistiche che si soffermano con enfasi su criteri mercantili a scapito di fini solidaristici e personalistici; piuttosto, nel criticare la posizione di puro garantismo circa la neutralità statale rispetto alle attività economico-sociali, promuove un bilanciamento dinamico tra diritti e doveri in favore di un modello di democrazia partecipativa che considera centralmente il legame di responsabilità tra individui. Il legame sociale non può ridursi al baratto di vantaggi a fronte di una collaborazione autointeressata, ma implica un accordo più profondo fra i cittadini che investe la sfera dei valori. Una lettura del sociale, insomma, che sposta il baricentro dalla condizione prevalentemente economica all’aspetto principalmente etico-giuridico. Giustificazione della sovranità fiscale, quindi, non è tanto il garantire l'interesse collettivo all'armonia fra consociati, in ragione di un astratto concetto di vantaggio diffuso, ma il coinvolgere tutti i soggetti in un progetto partecipato di bene comune, in cui il tributo costituisca uno strumento correttivo e riformatore degli assetti di interessi esistenti nella direzione di un sistema sociale in cui il giusto sia parte del bene. E proprio nella consapevolezza che è necessario scommettere sulla cooperazione solidaristica dei cittadini per tenere saldi i nessi che legano le tasse ai servizi ed allo sviluppo, alla libertà ed all'uguaglianza, alla responsabilità ed, in definitiva, alla democrazia, risiede la persistente fecondità della riflessione politico-giuridica di Ezio Vanoni.
Dovere di solidarietà e imposizione dei tributi: osservazioni critiche sulla perdurante rilevanza della riflessione di Ezio Vanoni / Romano, Augusto. - In: POLITICA.EU. - ISSN 2421-4302. - 2(2022), pp. 33-45.
Dovere di solidarietà e imposizione dei tributi: osservazioni critiche sulla perdurante rilevanza della riflessione di Ezio Vanoni
Augusto Romano
2022
Abstract
L’articolo intende mettere in evidenza come la recente giurisprudenza costituzionale, per la quale il dovere tributario è qualificabile come dovere inderogabile di solidarietà preordinato a rendere effettivo il sistema dei diritti costituzionali, riproponga un orientamento promosso nel dopoguerra dalla riflessione critica di Ezio Vanoni, tesa a considerare il carico fiscale non costrizione, espropriazione, ma contributo alla costruzione di un progetto comune nella funzione statale di erogazione dei servizi, di promozione ugualitaria dei diritti e libere relazioni di cittadinanza, in un coerente equilibrio che scioglie il campo di tensione tra autorità e libertà. Vanoni, infatti, non aderisce ad impostazioni economicistiche che si soffermano con enfasi su criteri mercantili a scapito di fini solidaristici e personalistici; piuttosto, nel criticare la posizione di puro garantismo circa la neutralità statale rispetto alle attività economico-sociali, promuove un bilanciamento dinamico tra diritti e doveri in favore di un modello di democrazia partecipativa che considera centralmente il legame di responsabilità tra individui. Il legame sociale non può ridursi al baratto di vantaggi a fronte di una collaborazione autointeressata, ma implica un accordo più profondo fra i cittadini che investe la sfera dei valori. Una lettura del sociale, insomma, che sposta il baricentro dalla condizione prevalentemente economica all’aspetto principalmente etico-giuridico. Giustificazione della sovranità fiscale, quindi, non è tanto il garantire l'interesse collettivo all'armonia fra consociati, in ragione di un astratto concetto di vantaggio diffuso, ma il coinvolgere tutti i soggetti in un progetto partecipato di bene comune, in cui il tributo costituisca uno strumento correttivo e riformatore degli assetti di interessi esistenti nella direzione di un sistema sociale in cui il giusto sia parte del bene. E proprio nella consapevolezza che è necessario scommettere sulla cooperazione solidaristica dei cittadini per tenere saldi i nessi che legano le tasse ai servizi ed allo sviluppo, alla libertà ed all'uguaglianza, alla responsabilità ed, in definitiva, alla democrazia, risiede la persistente fecondità della riflessione politico-giuridica di Ezio Vanoni.File | Dimensione | Formato | |
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