Nel corso delle prime esplorazioni dell’antica Ercolano, furono rinvenute nella cosiddetta Basilica, poi correttamente identificata con l’Augusteum, il luogo di culto degli imperatori defunti e divinizzati, due statue colossali di marmo rappresentanti figure maschili sedute, fasciate nel solo paludamentum. Le statue, prive della testa e delle braccia, furono oggetto d’interventi integrativi da parte, prima di Joseph Canart, poi di Filippo Tagliolini, che ne condizionarono l’identificazione. Immesse nelle collezioni del Real Museo Borbonico sono citate, a partire dal primo inventario del 1819, come statue ritratto rispettivamente di Augusto di Claudio. Questa definizione è generalmente accettata dalla tradizione degli studi. In particolare si è sostenuto che la testa in gesso di Augusto sia stata plasmata sul modello del ritratto del principe raffigurato sulla Gemma Augustea ora al Kunsthistorisches Museum di Vienna. In questa sede, si avanza, invece, la proposta che la statua rappresenti, per intenzione dello scultore Tagliolini, l’immagine di Napoleone Bonaparte. Attraverso la ricostruzione della vicenda del restauro, condotta attraverso documenti d’archivio inediti, si offrono spunti di riflessione sull’uso e abuso dell’antico nel XVIII secolo.
Da Divo Augusto a Bonaparte: note sul restauro delle statue colossali sedute dall'Augusteum di Ercolano / Capaldi, C.. - In: BOLLETTINO D'ARTE. - ISSN 0394-4573. - 51-52 Luglio-Dicembre 2021(2023), pp. 99-118.
Da Divo Augusto a Bonaparte: note sul restauro delle statue colossali sedute dall'Augusteum di Ercolano
Capaldi, C.
2023
Abstract
Nel corso delle prime esplorazioni dell’antica Ercolano, furono rinvenute nella cosiddetta Basilica, poi correttamente identificata con l’Augusteum, il luogo di culto degli imperatori defunti e divinizzati, due statue colossali di marmo rappresentanti figure maschili sedute, fasciate nel solo paludamentum. Le statue, prive della testa e delle braccia, furono oggetto d’interventi integrativi da parte, prima di Joseph Canart, poi di Filippo Tagliolini, che ne condizionarono l’identificazione. Immesse nelle collezioni del Real Museo Borbonico sono citate, a partire dal primo inventario del 1819, come statue ritratto rispettivamente di Augusto di Claudio. Questa definizione è generalmente accettata dalla tradizione degli studi. In particolare si è sostenuto che la testa in gesso di Augusto sia stata plasmata sul modello del ritratto del principe raffigurato sulla Gemma Augustea ora al Kunsthistorisches Museum di Vienna. In questa sede, si avanza, invece, la proposta che la statua rappresenti, per intenzione dello scultore Tagliolini, l’immagine di Napoleone Bonaparte. Attraverso la ricostruzione della vicenda del restauro, condotta attraverso documenti d’archivio inediti, si offrono spunti di riflessione sull’uso e abuso dell’antico nel XVIII secolo.File | Dimensione | Formato | |
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