Si critica la delimitazione dello spazio interpretativo in ragione del rinvio recettizio alla giurisprudenza della Corte EDU per l’integrazione del precetto, nella misura in cui non sarebbe consentito al giudice fare applicazione di un criterio esterno ai confini tracciati dalla giurisprudenza consolidata in funzione di un ampliamento della sfera di tutela del diritto. Sullo sfondo si pone la problematica legata alla difficoltà di trarre un diritto di prevalente interpretazione da una giurisprudenza che apprezza i tratti peculiari di un singolo caso; e il difficile rapporto tra esigenze di certezza ed interpretazione di criteri opachi, legati a valutazioni contingenti e all’interno di logiche compensative. Si evidenzia l’incertezza applicativa quale conseguenza di una norma incompiuta, che consegna in bianco alla Corte di Strasburgo la tutela della dignità del detenuto.
Spazio minimo di detenzione, rinvio in bianco alla giurisprudenza della Corte EDU / Naimoli, Chiara. - In: DIRITTO PENALE E PROCESSO. - ISSN 1591-5611. - 11(2023), pp. 1524-1531.
Spazio minimo di detenzione, rinvio in bianco alla giurisprudenza della Corte EDU
Chiara Naimoli
2023
Abstract
Si critica la delimitazione dello spazio interpretativo in ragione del rinvio recettizio alla giurisprudenza della Corte EDU per l’integrazione del precetto, nella misura in cui non sarebbe consentito al giudice fare applicazione di un criterio esterno ai confini tracciati dalla giurisprudenza consolidata in funzione di un ampliamento della sfera di tutela del diritto. Sullo sfondo si pone la problematica legata alla difficoltà di trarre un diritto di prevalente interpretazione da una giurisprudenza che apprezza i tratti peculiari di un singolo caso; e il difficile rapporto tra esigenze di certezza ed interpretazione di criteri opachi, legati a valutazioni contingenti e all’interno di logiche compensative. Si evidenzia l’incertezza applicativa quale conseguenza di una norma incompiuta, che consegna in bianco alla Corte di Strasburgo la tutela della dignità del detenuto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.