Ammissibilità delle servitù volontarie di parcheggio tra autonomia privata e requisiti necessari: l’intervento delle Sezioni Unite.

La recente sentenza delle Sezioni unite della Corte di Cassazione, n. 3925 del 13 febbraio 2024, offre nuovi spunti di riflessione al dibattito sul controverso tema delle servitù di parcheggio, costituite mediante convenzione su fondo altrui, riconoscendone la configurabilità qualora sussistano, in concreto, i requisiti reputati necessari a ricondurre la fattispecie allo schema previsto dall’art. 1027 c.c. La pronuncia segue di qualche anno la discussa sentenza della Corte di Cassazione che, anch’essa resa a Sezioni unite, nel 2020, aveva escluso la configurabilità di un diritto reale di cd. “uso esclusivo” su parti condominiali – e dunque anche aree destinate a parcheggio – riaccendendo l’interesse sull’istituto della servitù prediale e sulla sua capacità di accogliere, nell’ambito della libera determinabilità del suo contenuto, anche tale uso esclusivo, in presenza delle prescritte condizioni.