Nella fortunata relazione che intercorre tra architettura e comunicazione, tra progetto e narrazione, tra costruzione e immagine, una posizione indubbiamente rilevante è di certo occupata dal diagramma. Nello slittamento della pratica progettuale contemporanea su prefigurazione di scenari ampi, aperti, differibili, indeterminati e perfettibili, l’efficacia del diagramma sembra essere proprio nella capacità di trasferire, in maniera immediata ed esaustiva, sistemi, fenomeni e concetti complessi. Questa forma di schematizzazione principalmente grafica sembra configurarsi come lo strumento più adatto a raccogliere le tensioni di un tempo che inizia a prendere le distanze dalla compiutezza formale e dalle necessità autoriali per scivolare dall’oggetto architettonico al processo progettuale. Il diagramma viene quindi semplificato, attraverso una schematica organizzazione didascalica: se esso può prefigurare la forma di un’architettura, descriverne la funzione e/o gli usi, la relazione tra le parti, mettere in evidenza un tema, un’idea, un concept, qui ci interessa far risaltare la sua utilità nella costruzione narrativa del processo progettuale, anche ex post. Il contributo intende dunque proporre un didattico “smantellamento” del diagramma, con un’inevitabile semplificazione e riduzione della sua ricca complessità, giustificato dalla volontà di proporre non tanto una definizione di ciò che il diagramma è, ma piuttosto di come si può usare. / In the successful relationship between architecture and communication, between project and narrative, between construction and image, the diagram certainly occupies an important position. In the contemporary design practice’s shift towards prefiguring broad, open, deferrable, indeterminate and perfectible scenarios, the diagram’s effectiveness seems to lie precisely in its ability to transfer complex systems, phenomena and concepts in an immediate and complete way. This mainly graphic form of schematisation seems to configure itself as the most suitable tool for gathering the tensions of a time that is beginning to distance itself from formal perfection and authorial needs in order to slide from the architectural object to the design process. The diagram is thus simplified, through a schematic didactic organisation: if it can prefigure the form of an architecture, describe its function and/or uses, the relationship between its parts, highlight a theme, an idea, a concept, here we are interested in highlighting its usefulness in the narrative construction of the design process, even ex post. The contribution therefore intends to propose a didactic ‘deconstruction’ of the diagram, with an inevitable simplification and reduction of its rich complexity, justified by the desire to propose not so much a definition of what the diagram is, but rather how it can be used.
“Macchine per pensare”. I diagrammi nel racconto del progetto / ‘Abstract Machine’. Diagrams in Project Narrative / Amore, M. P.. - In: DISEGNO. - ISSN 2533-2899. - 13(2023), pp. 43-56.
“Macchine per pensare”. I diagrammi nel racconto del progetto / ‘Abstract Machine’. Diagrams in Project Narrative
AMORE M. P.
2023
Abstract
Nella fortunata relazione che intercorre tra architettura e comunicazione, tra progetto e narrazione, tra costruzione e immagine, una posizione indubbiamente rilevante è di certo occupata dal diagramma. Nello slittamento della pratica progettuale contemporanea su prefigurazione di scenari ampi, aperti, differibili, indeterminati e perfettibili, l’efficacia del diagramma sembra essere proprio nella capacità di trasferire, in maniera immediata ed esaustiva, sistemi, fenomeni e concetti complessi. Questa forma di schematizzazione principalmente grafica sembra configurarsi come lo strumento più adatto a raccogliere le tensioni di un tempo che inizia a prendere le distanze dalla compiutezza formale e dalle necessità autoriali per scivolare dall’oggetto architettonico al processo progettuale. Il diagramma viene quindi semplificato, attraverso una schematica organizzazione didascalica: se esso può prefigurare la forma di un’architettura, descriverne la funzione e/o gli usi, la relazione tra le parti, mettere in evidenza un tema, un’idea, un concept, qui ci interessa far risaltare la sua utilità nella costruzione narrativa del processo progettuale, anche ex post. Il contributo intende dunque proporre un didattico “smantellamento” del diagramma, con un’inevitabile semplificazione e riduzione della sua ricca complessità, giustificato dalla volontà di proporre non tanto una definizione di ciò che il diagramma è, ma piuttosto di come si può usare. / In the successful relationship between architecture and communication, between project and narrative, between construction and image, the diagram certainly occupies an important position. In the contemporary design practice’s shift towards prefiguring broad, open, deferrable, indeterminate and perfectible scenarios, the diagram’s effectiveness seems to lie precisely in its ability to transfer complex systems, phenomena and concepts in an immediate and complete way. This mainly graphic form of schematisation seems to configure itself as the most suitable tool for gathering the tensions of a time that is beginning to distance itself from formal perfection and authorial needs in order to slide from the architectural object to the design process. The diagram is thus simplified, through a schematic didactic organisation: if it can prefigure the form of an architecture, describe its function and/or uses, the relationship between its parts, highlight a theme, an idea, a concept, here we are interested in highlighting its usefulness in the narrative construction of the design process, even ex post. The contribution therefore intends to propose a didactic ‘deconstruction’ of the diagram, with an inevitable simplification and reduction of its rich complexity, justified by the desire to propose not so much a definition of what the diagram is, but rather how it can be used.| File | Dimensione | Formato | |
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