Oggetto dello scritto è lo studio della legge 241/90, di cui sono indagati obiettivi e contenuti, specie con riferimento ai concetti di “denuncia di inizio attività” (art. 19) e di “silenzio assenso” (art. 20). L’autrice riconosce nell’intervento del legislatore un’equilibrata impostazione del rapporto tra cittadino e Amministrazione, finalizzata a scongiurare al privato un danno causato dall’omissione perpetrata dalla P.A. In primo luogo, il contributo si concentra sulla ratio della DIA e vaglia le tesi che la qualificano come risultato di una liberalizzazione o come effetto di una semplificazione dell’attività amministrativa. L’autrice rifugge entrambe le impostazioni, suggerendo un’inedita qualificazione in quanto mancherebbe sia l'effetto proprio di una liberalizzazione - rimanendo l’attività del privato soggetta a controllo da parte della P.A., sia le conseguenze di una semplificazione effettiva, non essendo la P.A. esonerata dall’obbligo di verificare la sussistenza dei requisiti di legge. In secondo luogo, l’autrice si interroga sull’eventualità di una responsabilità della P.A. in caso di silenzio che, ai sensi della legge, abbia valore tipico di accoglimento dell'istanza del privato. In ultimo, va evidenziata la particolare attenzione dedicata alla tutela del terzo e agli strumenti esperibili di fronte all’esercizio di un’attività, iniziata con Dia o soggetta a regime di silenzio-assenso, che possa rivelarsi pregiudizievole.
Note sugli articoli 19 e 20 della l. n.241/90 / DE MINICO, Giovanna. - In: DIRITTO AMMINISTRATIVO. - ISSN 1720-4526. - STAMPA. - 2(1993), pp. 267-301.
Note sugli articoli 19 e 20 della l. n.241/90
DE MINICO, GIOVANNA
1993
Abstract
Oggetto dello scritto è lo studio della legge 241/90, di cui sono indagati obiettivi e contenuti, specie con riferimento ai concetti di “denuncia di inizio attività” (art. 19) e di “silenzio assenso” (art. 20). L’autrice riconosce nell’intervento del legislatore un’equilibrata impostazione del rapporto tra cittadino e Amministrazione, finalizzata a scongiurare al privato un danno causato dall’omissione perpetrata dalla P.A. In primo luogo, il contributo si concentra sulla ratio della DIA e vaglia le tesi che la qualificano come risultato di una liberalizzazione o come effetto di una semplificazione dell’attività amministrativa. L’autrice rifugge entrambe le impostazioni, suggerendo un’inedita qualificazione in quanto mancherebbe sia l'effetto proprio di una liberalizzazione - rimanendo l’attività del privato soggetta a controllo da parte della P.A., sia le conseguenze di una semplificazione effettiva, non essendo la P.A. esonerata dall’obbligo di verificare la sussistenza dei requisiti di legge. In secondo luogo, l’autrice si interroga sull’eventualità di una responsabilità della P.A. in caso di silenzio che, ai sensi della legge, abbia valore tipico di accoglimento dell'istanza del privato. In ultimo, va evidenziata la particolare attenzione dedicata alla tutela del terzo e agli strumenti esperibili di fronte all’esercizio di un’attività, iniziata con Dia o soggetta a regime di silenzio-assenso, che possa rivelarsi pregiudizievole.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.