Cambiamento organizzativo e fondazioni liriche: il caso Teatro di San Carlo è un saggio in cui Luigi Maria Sicca affronta i temi della ricerca spazio temporale di una “struttura di senso” che sia condivisibile tra attori organizzativi e raggruppamenti professionali portatori di visioni del mondo polari che al contempo devono convivere in una specifica organizzazione: il nocciolo del problema, che ruota intorno ai risultati di una ricerca condotta sulla Fondazione Teatro di San Carlo di Napoli, risiede nel fatto che“sistemi politico istituzionali”-“teatro”-“culture organizzative” hanno architetture di pensiero (e di linguaggio) differenti, che inevitabilmente si ritrovano a dovere dialogare sia nelle relazioni intraorganizzative, sia in quelle interorganizzative. Da qui l’esigenza (rilevata sia da certa letteratura manageriale sia tra alcuni operatori del settore) di un piano teso a dimostrare la possibilità di elaborare uno statuto scientifico disciplinare formale ed istituzionalizzato del binomio “management-arte”. La ricerca empirica, invece, contrappone la triade menzionata e dimostra che si tratta di universi che hanno fondamentalmente “tempi” differenti. E’ proprio questione di “tempi”, di “memorie” sedimentate ed eterogenee. I tempi del Legislatore e della Pubblica Amministrazione (solitamente lunghi), i ritmi (concitati) della vita teatrale ed il metronomo che scandisce i processi di cambiamento delle “teste” (e quindi delle “sensibilità” a monte delle competenze professionali) di chi governa organizzazioni dalla tradizione secolare impongono la rinuncia ad uno statuto di “management dell’arte”, a favore di un riconoscimento dell’assenza di soluzione di continuità tra espressività plurali (in parte solo apparentemente) distanti. Continuità ampiamente consolidata in un ricco movimento internazionale di management che riconosce piena cittadinanza al pluralismo, nelle narrazioni dell’agire organizzativo. L’elaborazione dell’esperienza condotta nella Fondazione lirica che qui si tratta ne è una testimonianza. La metodologia del lavoro di Luigi Maria Sicca si basa su: incontri informali e successivamente interviste strutturate al sovrintendente della Fondazione Teatro di San Carlo; elaborazione delle risposte ad un questionario sottoposto al sovrintendente ed elaborato nell’ambito di una “Ricerca universitaria di base 2003” condotta con l’università Bocconi, dal titolo “Il processo di trasformazione dei Teatri Lirici tra cambiamento istituzionale ed innovazione gestionale”; consultazione di documenti aziendali; un periodo di osservazione partecipata presso gli uffici amministrativi; un periodo di osservazione partecipata alla “vita di sala” nel corso di alcune produzioni liriche; interviste al pubblico del Teatro di San Carlo, allo scopo di comprendere la segmentazione del mercato e l’organizzazione dell’attività di marketing. L’incrocio di queste metodologie e tecniche ha portato a riscontrare “storie”, strutture di pensiero e memorie che, intersecate, portano a “narrare” - attraverso i linguaggi del cambiamento organizzativo - i risultati della ricerca condotta.
"Cambiamento organizzativo e fondazioni liriche: il caso Teatro di San Carlo" / Sicca, LUIGI MARIA. - In: STUDI ORGANIZZATIVI. - ISSN 0391-8769. - STAMPA. - 2-3:(2004), pp. 137-159.
"Cambiamento organizzativo e fondazioni liriche: il caso Teatro di San Carlo".
SICCA, LUIGI MARIA
2004
Abstract
Cambiamento organizzativo e fondazioni liriche: il caso Teatro di San Carlo è un saggio in cui Luigi Maria Sicca affronta i temi della ricerca spazio temporale di una “struttura di senso” che sia condivisibile tra attori organizzativi e raggruppamenti professionali portatori di visioni del mondo polari che al contempo devono convivere in una specifica organizzazione: il nocciolo del problema, che ruota intorno ai risultati di una ricerca condotta sulla Fondazione Teatro di San Carlo di Napoli, risiede nel fatto che“sistemi politico istituzionali”-“teatro”-“culture organizzative” hanno architetture di pensiero (e di linguaggio) differenti, che inevitabilmente si ritrovano a dovere dialogare sia nelle relazioni intraorganizzative, sia in quelle interorganizzative. Da qui l’esigenza (rilevata sia da certa letteratura manageriale sia tra alcuni operatori del settore) di un piano teso a dimostrare la possibilità di elaborare uno statuto scientifico disciplinare formale ed istituzionalizzato del binomio “management-arte”. La ricerca empirica, invece, contrappone la triade menzionata e dimostra che si tratta di universi che hanno fondamentalmente “tempi” differenti. E’ proprio questione di “tempi”, di “memorie” sedimentate ed eterogenee. I tempi del Legislatore e della Pubblica Amministrazione (solitamente lunghi), i ritmi (concitati) della vita teatrale ed il metronomo che scandisce i processi di cambiamento delle “teste” (e quindi delle “sensibilità” a monte delle competenze professionali) di chi governa organizzazioni dalla tradizione secolare impongono la rinuncia ad uno statuto di “management dell’arte”, a favore di un riconoscimento dell’assenza di soluzione di continuità tra espressività plurali (in parte solo apparentemente) distanti. Continuità ampiamente consolidata in un ricco movimento internazionale di management che riconosce piena cittadinanza al pluralismo, nelle narrazioni dell’agire organizzativo. L’elaborazione dell’esperienza condotta nella Fondazione lirica che qui si tratta ne è una testimonianza. La metodologia del lavoro di Luigi Maria Sicca si basa su: incontri informali e successivamente interviste strutturate al sovrintendente della Fondazione Teatro di San Carlo; elaborazione delle risposte ad un questionario sottoposto al sovrintendente ed elaborato nell’ambito di una “Ricerca universitaria di base 2003” condotta con l’università Bocconi, dal titolo “Il processo di trasformazione dei Teatri Lirici tra cambiamento istituzionale ed innovazione gestionale”; consultazione di documenti aziendali; un periodo di osservazione partecipata presso gli uffici amministrativi; un periodo di osservazione partecipata alla “vita di sala” nel corso di alcune produzioni liriche; interviste al pubblico del Teatro di San Carlo, allo scopo di comprendere la segmentazione del mercato e l’organizzazione dell’attività di marketing. L’incrocio di queste metodologie e tecniche ha portato a riscontrare “storie”, strutture di pensiero e memorie che, intersecate, portano a “narrare” - attraverso i linguaggi del cambiamento organizzativo - i risultati della ricerca condotta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.