La lettura per ‘coppie specchiate’ - Architettura e Città, Storia e Progetto - proposta nel titolo parte dalla convinzione che esista un punto di contatto significativo tra storia e progetto nella definizione di Progetto Urbano inteso come quella declinazione del progetto di architettura in grado di intessere legami tra città, storia e modernità. Si tratta di una definizione che affonda le sue radici nella elaborazione teorica aldorossiana e, in più, in quanto tale costituisce una singolare specificità del patrimonio culturale italiano. Nel saggio Tendenza: neorazionalismo e figurazione, Ignasi de Solà-Morales individua in Rossi e nella XV Triennale di Milano del 1973 il momento di sintesi nel quale la elaborazione teorica dei cosiddetti neorazionalisti arriva ad un significativo punto di stabilità e definizione. Solà-Morales parla di un convergere, nella impostazione rossiana, di quanto si era elaborato, nei decenni precedenti, in tre luoghi - Milano, Venezia e Roma - intorno alle figure di Ernesto Nathan Rogers ed alla sua Casabella-Continuità, Giuseppe Samonà e il gruppo docente dello IUAV e, nel più ‘complesso’ panorama culturale romano, intorno alla figura di Ludovico Quaroni. Tra i ‘punti della teoria’: un processo di rifondazione disciplinare che pone grande attenzione alla storia dell’architettura e della città e l’analisi strutturalista della architettura a partire dalle caratteristiche fisiche e materiali della città. Da cui le coppie ‘specchiate’ Storia e Progetto_Architettura e Città. Il testo individua come ‘questione centrale’ nel pensiero di Rogers quella della esperienza, il legame tra le forme e la vita che gli deriva dallo studio e dalla condivisione del pensiero di Kubler, Focillon, Husserl. Ancora: la questione del metodo, nel legame elettivo di Rogers, tra i Maestri del Movimento Moderno, in particolare con Walter Gropius, e, naturalmente, il concetto di continuità e tradizione: ed è in quest’ultimo che si materializza la questione di un rapporto con la storia essenziale per il progettista. Continuità nel tempo della tradizione per Rogers, continuità nello spazio fisico della città per Samonà: e non si tratta poi di cose tanto diverse se si definisce e si guarda alla città come il luogo fisico nel quale la storia conosce il suo punto di accumulazione. Un’unica architettura fatta di più case diceva Samonà essere la città: la rossiana città come opera d’arte collettiva in buona sostanza. Infine Ludovico Quaroni: figura più complessa da inquadrare, soprattutto dal punto di vista della elaborazione teorica ma che, dal punto di vista del progetto, utilizza la storia dell’architettura senza infingimenti e timori e, ad esempio nel progetto dell’edificio servizi dell’Opera di Roma, disegna una pianta basilicale e conduce, anche attraverso le varie versioni del progetto, un colto lavoro di rielaborazione sugli ordini architettonici. La sintesi rossiana chiarisce il senso finale del rapporto con la storia per il progettista. Una storia che, lungi dall’essere mera cronologia omologante, è invece il terreno delle scelte. L’osservazione delle cose è stata la mia più importante educazione formale; poi l’osservazione si è tramutata in una memoria di queste cose - ha detto Rossi - in uno sintetizzando la ricerca di una continuità nel tempo della tradizione (E.N.Rogers), ma anche nello spazio della città come luogo di accumulazione fisica della storia (G.Samonà) per essere, come architetto - secondo la definizione Quaroniana -, colui che mette insieme cose distanti tra loro. Così la tesi finale è che non si debba guardare al pensiero dei Maestri come a qualcosa di chiuso nella stagione nella quale è stato elaborato ma come a un riferimento ancora in grado di guidare i progettisti nella costruzione della città contemporanea nel rispetto della tradizione.
Architettura e Città, Storia e Progetto nel pensiero dei Maestri delle Scuole di architettura italiane / Visconti, Federica. - In: EDA. ESEMPI DI ARCHITETTURA. - ISSN 2035-7982. - ELETTRONICO. - (2009), pp. 1-6.
Architettura e Città, Storia e Progetto nel pensiero dei Maestri delle Scuole di architettura italiane
VISCONTI, FEDERICA
2009
Abstract
La lettura per ‘coppie specchiate’ - Architettura e Città, Storia e Progetto - proposta nel titolo parte dalla convinzione che esista un punto di contatto significativo tra storia e progetto nella definizione di Progetto Urbano inteso come quella declinazione del progetto di architettura in grado di intessere legami tra città, storia e modernità. Si tratta di una definizione che affonda le sue radici nella elaborazione teorica aldorossiana e, in più, in quanto tale costituisce una singolare specificità del patrimonio culturale italiano. Nel saggio Tendenza: neorazionalismo e figurazione, Ignasi de Solà-Morales individua in Rossi e nella XV Triennale di Milano del 1973 il momento di sintesi nel quale la elaborazione teorica dei cosiddetti neorazionalisti arriva ad un significativo punto di stabilità e definizione. Solà-Morales parla di un convergere, nella impostazione rossiana, di quanto si era elaborato, nei decenni precedenti, in tre luoghi - Milano, Venezia e Roma - intorno alle figure di Ernesto Nathan Rogers ed alla sua Casabella-Continuità, Giuseppe Samonà e il gruppo docente dello IUAV e, nel più ‘complesso’ panorama culturale romano, intorno alla figura di Ludovico Quaroni. Tra i ‘punti della teoria’: un processo di rifondazione disciplinare che pone grande attenzione alla storia dell’architettura e della città e l’analisi strutturalista della architettura a partire dalle caratteristiche fisiche e materiali della città. Da cui le coppie ‘specchiate’ Storia e Progetto_Architettura e Città. Il testo individua come ‘questione centrale’ nel pensiero di Rogers quella della esperienza, il legame tra le forme e la vita che gli deriva dallo studio e dalla condivisione del pensiero di Kubler, Focillon, Husserl. Ancora: la questione del metodo, nel legame elettivo di Rogers, tra i Maestri del Movimento Moderno, in particolare con Walter Gropius, e, naturalmente, il concetto di continuità e tradizione: ed è in quest’ultimo che si materializza la questione di un rapporto con la storia essenziale per il progettista. Continuità nel tempo della tradizione per Rogers, continuità nello spazio fisico della città per Samonà: e non si tratta poi di cose tanto diverse se si definisce e si guarda alla città come il luogo fisico nel quale la storia conosce il suo punto di accumulazione. Un’unica architettura fatta di più case diceva Samonà essere la città: la rossiana città come opera d’arte collettiva in buona sostanza. Infine Ludovico Quaroni: figura più complessa da inquadrare, soprattutto dal punto di vista della elaborazione teorica ma che, dal punto di vista del progetto, utilizza la storia dell’architettura senza infingimenti e timori e, ad esempio nel progetto dell’edificio servizi dell’Opera di Roma, disegna una pianta basilicale e conduce, anche attraverso le varie versioni del progetto, un colto lavoro di rielaborazione sugli ordini architettonici. La sintesi rossiana chiarisce il senso finale del rapporto con la storia per il progettista. Una storia che, lungi dall’essere mera cronologia omologante, è invece il terreno delle scelte. L’osservazione delle cose è stata la mia più importante educazione formale; poi l’osservazione si è tramutata in una memoria di queste cose - ha detto Rossi - in uno sintetizzando la ricerca di una continuità nel tempo della tradizione (E.N.Rogers), ma anche nello spazio della città come luogo di accumulazione fisica della storia (G.Samonà) per essere, come architetto - secondo la definizione Quaroniana -, colui che mette insieme cose distanti tra loro. Così la tesi finale è che non si debba guardare al pensiero dei Maestri come a qualcosa di chiuso nella stagione nella quale è stato elaborato ma come a un riferimento ancora in grado di guidare i progettisti nella costruzione della città contemporanea nel rispetto della tradizione.File | Dimensione | Formato | |
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