L’asset correlation è un’importante variabile delle formule previste dal Comitato di Basilea per il calcolo dei requisiti patrimoniali delle banche a fronte del rischio di credito nell’approccio basato sull’uso dei rating interni. Mentre i valori di altri risk factors possono essere stimati internamente dalle banche, il coefficiente di correlazione, inteso come misura della sensibilità dei prenditori ad un unico fattore di rischio sistemico, è deciso dalle autorità e dipende da alcune caratteristiche del debitore ma non dal settore e/o dall’area geografica di appartenenza. Inoltre, il Comitato assume che l’asset correlation sia legata inversamente alla probabilità di default della controparte e direttamente alla dimensione della stessa. Il presente lavoro offre un contributo alla letteratura che investiga se i valori di asset correlation con cui il Comitato ha calibrato le funzioni regolamentari riflettano o meno i tassi di perdita effettivi che le banche registrano nei propri bilanci, e se tra PD e asset correlation sussista la relazione inversa supposta dall’autorità di vigilanza internazionale. In particolare, lo studio ha analizzato questi aspetti con riferimento ad una sezione degli impieghi alla clientela, quella dei prestiti retail, tradizionalmente non molto battuta dalla precedente ricerca, maggiormente concentrata sul portafoglio corporate. Il modello utilizzato si fonda sullo sviluppo di un approccio analitico al calcolo del capitale regolamentare, attraverso l’analisi della distribuzione dei tassi di perdita effettivi. L’obiettivo è quello di evidenziare i limiti dell’approccio del Comitato, con particolare riguardo alla sua staticità, ovvero all’incapacità di cogliere l’andamento ciclico della qualità del portafoglio prestiti. Emerge che, in condizioni di mercati normali, la disciplina di Basilea 2 sovrastima il livello della correlazione empirica, producendo un aggravio in termini di requisiti patrimoniali. Questo conservatorismo rifletterebbe il tentativo da parte del Comitato di correggere una potenziale sottostima del rischio da parte dei metodi IRB. In condizioni di mercati stressati, la stima della correlazione empirica dei mutui lascia notevoli dubbi circa le possibilità di garantire, con l’applicazione dei metodi IRB, capital charges adeguati a fronteggiare periodi di downturn dell’economia. Trova conferma, infine, la tesi di Basilea circa l’esistenza di un legame inverso tra la PD e l’asset correlation.
La correlazione del portafoglio prestiti retail delle banche commerciali: evidenze dal mercato statunitense / Curcio, Domenico; Matarazzo, C.. - In: RIVISTA BANCARIA. MINERVA BANCARIA. - ISSN 1594-7556. - STAMPA. - 3(2009), pp. 5-39.
La correlazione del portafoglio prestiti retail delle banche commerciali: evidenze dal mercato statunitense
CURCIO, DOMENICO;
2009
Abstract
L’asset correlation è un’importante variabile delle formule previste dal Comitato di Basilea per il calcolo dei requisiti patrimoniali delle banche a fronte del rischio di credito nell’approccio basato sull’uso dei rating interni. Mentre i valori di altri risk factors possono essere stimati internamente dalle banche, il coefficiente di correlazione, inteso come misura della sensibilità dei prenditori ad un unico fattore di rischio sistemico, è deciso dalle autorità e dipende da alcune caratteristiche del debitore ma non dal settore e/o dall’area geografica di appartenenza. Inoltre, il Comitato assume che l’asset correlation sia legata inversamente alla probabilità di default della controparte e direttamente alla dimensione della stessa. Il presente lavoro offre un contributo alla letteratura che investiga se i valori di asset correlation con cui il Comitato ha calibrato le funzioni regolamentari riflettano o meno i tassi di perdita effettivi che le banche registrano nei propri bilanci, e se tra PD e asset correlation sussista la relazione inversa supposta dall’autorità di vigilanza internazionale. In particolare, lo studio ha analizzato questi aspetti con riferimento ad una sezione degli impieghi alla clientela, quella dei prestiti retail, tradizionalmente non molto battuta dalla precedente ricerca, maggiormente concentrata sul portafoglio corporate. Il modello utilizzato si fonda sullo sviluppo di un approccio analitico al calcolo del capitale regolamentare, attraverso l’analisi della distribuzione dei tassi di perdita effettivi. L’obiettivo è quello di evidenziare i limiti dell’approccio del Comitato, con particolare riguardo alla sua staticità, ovvero all’incapacità di cogliere l’andamento ciclico della qualità del portafoglio prestiti. Emerge che, in condizioni di mercati normali, la disciplina di Basilea 2 sovrastima il livello della correlazione empirica, producendo un aggravio in termini di requisiti patrimoniali. Questo conservatorismo rifletterebbe il tentativo da parte del Comitato di correggere una potenziale sottostima del rischio da parte dei metodi IRB. In condizioni di mercati stressati, la stima della correlazione empirica dei mutui lascia notevoli dubbi circa le possibilità di garantire, con l’applicazione dei metodi IRB, capital charges adeguati a fronteggiare periodi di downturn dell’economia. Trova conferma, infine, la tesi di Basilea circa l’esistenza di un legame inverso tra la PD e l’asset correlation.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.