L’analisi presentata in questo scritto concerne due principali questioni: la questione della sostenibilità del debito, intesa nella particolare accezione proposta nell’articolo, e quella degli effetti del decumulo del debito per le diverse collettività territoriali, in particolare per le zone deboli d’Italia (Mezzogiorno). La sostenibilità è riferita agli effetti della situazione finanziaria delle Amministrazioni pubbliche sul tasso di crescita delle risorse disponibili per finalità di consumo e di investimento. L’esercizio proposto ha il fine di mostrare alcuni possibili esiti della crisi economica e finanziaria che è in atto. In realtà, le ipotesi prospettate conducono non ad una previsione, ma ad una predizione, volta ad una sorta di vaticinio dedotto da un insieme assai ridotto di dati. Sono proposte quattro ipotesi concernenti vincoli di diversa natura che disciplinano la variazione nel tempo dell’importo del debito: l’ipotesi di indebitamento nullo (cioè debito costante); quella di invarianza del rapporto debito-PIL; l’ipotesi della fissazione di un limite all’indebitamento pubblico ed infine quella di un percorso programmato di riduzione del debito analogo al fiscal compact. L’oggetto del predetto esercizio consiste nel calcolare, utilizzando i dati rilevati nel 2011, il tasso di variazione del reddito nelle circoscrizioni considerate (il Paese nel suo complesso; l’Italia meridionale, escluse le isole) per gli anni dal 2013 al 2015. Nella migliore delle ipotesi prospettate (indebitamento nullo), i risultati ottenuti prefigurano una prognosi di ristagno per l’economia del nostro Paese, che è più grave per le imprese e le famiglie del Mezzogiorno rispetto al resto d’Italia. Negli altri tre casi, si prefigura invece una situazione di declino, che si manifesta nella sua forma più grave nell’ultimo dei casi prospettati, e cioè nell’ipotesi di un percorso programmato di riduzione del debito. Ad avviso degli Autori, occorre prendere atto del fatto che, in Europa, la situazione della Repubblica d’Italia è analoga a quella di un Ente locale: all’atto dell’indebitamento dovrebbe perciò definirsi per il futuro un percorso di rimborso del debito, da finanziare sulla parte corrente del bilancio.
Debito, Mezzogiorno e sviluppo. A trivial exercise / Villani, Salvatore; Pica, Federico. - In: RIVISTA ECONOMICA DEL MEZZOGIORNO. - ISSN 1120-9534. - STAMPA. - XXVI:3(2012), pp. 295-332. [10.1432/38967]
Debito, Mezzogiorno e sviluppo. A trivial exercise
VILLANI, SALVATORE;PICA, FEDERICO
2012
Abstract
L’analisi presentata in questo scritto concerne due principali questioni: la questione della sostenibilità del debito, intesa nella particolare accezione proposta nell’articolo, e quella degli effetti del decumulo del debito per le diverse collettività territoriali, in particolare per le zone deboli d’Italia (Mezzogiorno). La sostenibilità è riferita agli effetti della situazione finanziaria delle Amministrazioni pubbliche sul tasso di crescita delle risorse disponibili per finalità di consumo e di investimento. L’esercizio proposto ha il fine di mostrare alcuni possibili esiti della crisi economica e finanziaria che è in atto. In realtà, le ipotesi prospettate conducono non ad una previsione, ma ad una predizione, volta ad una sorta di vaticinio dedotto da un insieme assai ridotto di dati. Sono proposte quattro ipotesi concernenti vincoli di diversa natura che disciplinano la variazione nel tempo dell’importo del debito: l’ipotesi di indebitamento nullo (cioè debito costante); quella di invarianza del rapporto debito-PIL; l’ipotesi della fissazione di un limite all’indebitamento pubblico ed infine quella di un percorso programmato di riduzione del debito analogo al fiscal compact. L’oggetto del predetto esercizio consiste nel calcolare, utilizzando i dati rilevati nel 2011, il tasso di variazione del reddito nelle circoscrizioni considerate (il Paese nel suo complesso; l’Italia meridionale, escluse le isole) per gli anni dal 2013 al 2015. Nella migliore delle ipotesi prospettate (indebitamento nullo), i risultati ottenuti prefigurano una prognosi di ristagno per l’economia del nostro Paese, che è più grave per le imprese e le famiglie del Mezzogiorno rispetto al resto d’Italia. Negli altri tre casi, si prefigura invece una situazione di declino, che si manifesta nella sua forma più grave nell’ultimo dei casi prospettati, e cioè nell’ipotesi di un percorso programmato di riduzione del debito. Ad avviso degli Autori, occorre prendere atto del fatto che, in Europa, la situazione della Repubblica d’Italia è analoga a quella di un Ente locale: all’atto dell’indebitamento dovrebbe perciò definirsi per il futuro un percorso di rimborso del debito, da finanziare sulla parte corrente del bilancio.File | Dimensione | Formato | |
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